due chiacchiere

Alla scoperta dei fiori di bach

Una nostra amica ci ha recentemente fatto scoprire la terapia dei fiori di Bach, come rimedio alternativo e totalmente naturale alle classiche medicine che s’ingurgitano quotidianamente per curare questo o quell’acciacco. Personalmente ero all’inizio alquanto scettico (da cocciuto uomo di scienza), ma sto pian piano cambiando idea sulla loro efficacia. Perché la verità è che per quanto siamo bravi ad andare su Marte ed ai confini del sistema solare, ad inventare dispositivi ultracompatti e tutto il resto, ancora non sappiamo praticamente nulla del nostro cervello, e delle interazioni con il nostro corpo. Se la medicina avesse fatto gli stessi passi da gigante della telefonia nell’arco degli ultimi 40 anni, adesso staremmo usando il piccolo scanner di Star Trek per valutare lo stato di salute delle persone, invece che ricorrere a metodi del secolo scorso per cercare aghi in un pagliaio. Dunque nessuno, ad oggi, può certificare la validità di un farmaco o l’inutilità di un estratto di Bach: entrambi gli approcci hanno uguale diritto d’esistere e funzionano, per quanto ne sappiamo.

Wikipedia ci ricorda da dove deriva la terapia dei fiori:

Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione principalmente la prevenzione e la conoscenza dei disturbi psicologici, i quali determinerebbero la sintomatologia. Il singolo fiore, a detta di Bach, curerebbe il disturbo psicologico che ha causato o potrebbe causare un certo malessere fisico. Dietro ogni disturbo fisico ci sarebbe, secondo i sostenitori del metodo, quello che viene chiamato “fiume di energia”, originato a livello psicologico (come nel caso della rabbia, che viene scaricata in modi e zone del corpo differenti); pertanto, ad ogni disturbo psicosomatico, provocato dallo sfogo della cosiddetta “energia”, corrisponderebbe, a monte, un ben preciso disturbo emotivo.

E tu hai mai provato medicine alternative per curare i tuoi acciacchi?

Commenti

  1. Bobo
    ha scritto:

    Non sono d’accordo, tu scrivi “nessuno, ad oggi, può certificare la validità di un farmaco o l’inutilità di un estratto di Bach”, ma da uomo di scienza dovresti sapere che il metodo esiste eccome, ed è la sperimentazione.
    Ci accontenteremmo in prima battuta di verificare se funziona rispetto ad un placebo, a spiegarne le cause ci sarebbe tempo, ma questo deve avvenire in un contesto controllato e *riproducibile* dove l’efficacia deve poter essere verificata.

    La stessa Wikipedia ricorda anche che:

    “Ripetute ed approfondite ricerche mediche e scientifiche non hanno però dimostrato alcun effetto terapeutico dei “Fiori di Bach”, se non quello autosuggestivo, definito “effetto Placebo”.

    Secondo i sostenitori, i rimedi floreali scoperti da Bach rilascerebbero nell’acqua, se opportunamente trattati, la loro presunta “energia” o “memoria”.

    Il concetto di presunta “memoria dell’acqua” non è però mai stato dimostrato sperimentalmente, e non è riconosciuto dalla scienza.”

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    1. camu
      ha scritto:

      @Bobo: tu dici d’essere d’accordo con la frase secondo cui questo approccio “non è riconosciuto dalla scienza”. Ti ricordo che la scienza la facciamo noi esseri umani, che siamo ben lontani dall’essere perfetti ed infallibili. La scienza medica in cui hai tanta fiducia, poi, è la stessa che ci ha dato farmaci che poi si è scoperto avere fastidiosi effetti collaterali anche gravi, e subito ritirate dal mercato 😉

      Con questo non voglio dire che credo al primo imbonitore che passa e che urla che la fine del mondo è vicina, ma ho imparato nel tempo a non pendere dalle labbra degli scienziati, e nell’avere fede in quel qualcosa che si cela al di là della nostra misera capacità di comprendere l’universo che abitiamo. Semplicemente perché non vedi un oggetto, non puoi dedurre che non esiste.

      Risposte al commento di camu

      1. Bobo
        ha scritto:

        “Semplicemente perché non vedi un oggetto, non puoi dedurre che non esiste”

        Questo è verissimo, infatti io come primo passo non chiedo di spiegare perchè funziona, ma almeno una dimostrazione scientifica del fatto che funzioni è indispensabile per poterlo affermare.

        Perchè se lo proviamo su 1000 persone non noteremo alcun effetto superiore al placebo?

        Risposte al commento di Bobo
        1. camu
          ha scritto:

          @Bobo: la dimostrazione scientifica di cui parli è proprio il “non vedere” a cui mi riferivo. Chi ci dice che il metodo medico-scientifico dei campioni di 1000 persone sia davvero il modo corretto di guardare a queste cose? Ogni corpo umano è diverso e unico, e sappiamo entrambi che medicine che funzionano per me possono mandare te all’ospedale 😉

          Comunque rispetto le tue idee da uomo di scienza, ci mancherebbe.

  2. stefano
    ha scritto:

    fiori e acqua di fonte… mi sa proprio che l’unica cosa che fa bene è il brandy…
    smettiamola di bere per favore e cerchiamo di far funzionare bene quel poco di cervello che conosciamo

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    1. camu
      ha scritto:

      Quelli che… come te hanno l’apertura mentale di una papera, mi fanno soltanto tenerezza 🙂 O forse paura, rievocando lo spettro delle sante inquisizioni che misero alla gogna gente come Galileo…

      Risposte al commento di camu

      1. stefano
        ha scritto:

        @camu: Invece è proprio il contrario. Non conosci bene la storia… E’ la gente come te, quella che oggi parla di acqua di fonte, di energia e di fiorellini che ha messo alla Gogna Galileo, un uomo di scienza.

        Risposte al commento di stefano
        1. camu
          ha scritto:

          @stefano: io per mia natura e per l’educazione che ho ricevuto, sono sempre stato un uomo di scienza. A parte che a te l’educazione sembra mancare (dato che entri a gamba tesa in un blog senza neppure presentarti ed offendendo in un colpo solo me e tutti i miei lettori), io almeno ho l’apertura mentale di considerare questi rimedi, invece che trincerarmi dietro il pontificato della scienza che tutto sa e tutto dirige.

          Ancora nel 2013, mentre mandiamo i robot su Marte, conosciamo si e no una minuscola parte del nostro cervello e del corpo umano. Come possiamo pretendere di escludere in maniera categorica l’efficacia della medicina alternativa? Dico solo che non ne sappiamo abbastanza, e che ulteriori approfondimenti sono il minimo che possiamo fare, invece di atteggiarci a sapientoni del mondo, proprio come fai tu con la tua “scienza” perfetta che intanto uccide ancora milioni di persone.

  3. giglio
    ha scritto:

    M’intrometto nella conversazione: la cosa che mi lascia perplessa della medicina naturale come ad esempio l’omeopatia è che molti prodotti sono industriali e si vendono in farmacia come i farmaci tradizionali, con la differenza, da non sottovalutare, che non vengono riportati sulla confezione i componenti. e spesso nemmeno la banale data di scadenza, i possibili effetti collaterali, gli studi di sperimentazione. Spesso c’è un nome in latino o latineggiante e un numero.
    Per i farmaci della medicina tradizionale c’è un iter burocratico da rispettare per essere messo in commercio, mentre per la medicina naturale , non ci sono al momento regole. Negli States come funziona?
    Ho notato invece la differenza di approccio dei medici che si occupano di medicina naturale. La persona viene considerata nel suo insieme (approccio olistico) e si cerca d’instaurare una relazione di fiducia. Fondamentale è l’ascolto. Il sentirsi al centro della relazione medico/paziente, secondo me funziona più di tante medicine, siano esse “naturali” o chimiche.

    Risposte al commento di giglio

    1. camu
      ha scritto:

      @giglio: qui in America i regolamenti sono un po’ più rigidi, immagino, dato che le bottigliette che compro (su Amazon) riportano la data di scadenza e gli ingredienti (ovvero il nome del fiore usato ed il tipo di conservante, in genere un estratto d’alcol). Ma quello che vorrei evidenziare e che condivido in pieno del tuo passaggio è l’aspetto umano del medico. Recentemente un bellissimo articolo di Wired ha parlato proprio di questo, ed è quello che la medicina tradizionale, tutta presa da questa tracotanza accademica in cui è oramai rinchiusa, dimentica di fare.

  4. giglio
    ha scritto:

    Interessante il passaggio delle 30.000 persone morte da troppe cure…e pensare che negli USA sono tutte a pagamento! In Italia non so se è stato fatto uno studio simile, sicuramente la sanità pubblica tende ad incentivare stili di vita salutari e anche i medici di base sono stimolati a prescrivere meno farmaci ed esami diagnostici e a dare più indicazioni sull’alimentazione, l’attività fisica, il fumo e l’alcool.
    Però ancora gli italiani non sono pronti culturalmente, abituati dai tempi delle mutue a ricevere di tutto di più senza pagare( si fa per dire) e i medici a sua volta non fanno più visite domiciliari e gli appuntamenti in ambulatorio sono ogni 10 minuti.

  5. giglio
    ha scritto:

    La medicina tradizionale in Italia o almeno in toscana, sta cercando di far decollare la medicina narrativa e la medicina d’iniziativa. Per ora sono sperimentazioni locali a macchia di leopardo (speriamo che nessuno decida di smacchiarlo) e oggetto di corsi di aggiornamento e convegni.

  6. Trap
    ha scritto:

    Oggi su UnoMattina un dottore ha detto: non esiste la malattia, ma il malato.

    Emblematico.

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