due chiacchiere

Artemis 1, l’uomo tornerà sulla Luna

Ho visto pochissimi articoli sulla stampa italiana a proposito del recente lancio del razzo SLS (Sistema di Lancio Spaziale), parte della missione Artemis 1 che dopo cinquant’anni si ripropone di portare (nuovamente?) l’uomo sul suolo lunare. Lasciando da parte le teorie complottistiche per un attimo, secondo cui la missione dell’Apollo 11 del 1969 fu tutta una messa in scena nell’epoca in cui Russia e Stati Uniti giocavano a chi ce l’avesse più grosso (il missile), mi fa piacere vedere che si ritorna finalmente a parlare di esplorazioni lunari e viaggi interplanetari. Lo so, c’è chi pensa che sia tutto un enorme spreco di soldi, considerando la lunga lista di problemi non risolti che ci affliggono sulla Terra, dalla coda lunga della pandemia, alle guerre, dalla povertà che dilaga in molte parti del mondo, al dissesto climatico che abbiamo causato negli ultimi cent’anni. Ma proprio perché siamo combinati così male sulla nostra palla, forse è il caso di investire più risorse nell’obiettivo di ricominciare da capo da qualche altra parte.

Il diagramma dell'intera missione intorno alla luna, in inglese

Intanto è bello leggere che molta della tecnologia a bordo del razzo è italiana, frutto di collaborazioni internazionali tra aziende private, l’Agenzia Spaziale Italiana, quella europea e quella americana. SLS è addirittura il più grande razzo mai costruito dall’agenzia americana, ed il suo viaggio dalla Terra alla Luna, con rientro nell’Oceano Pacifico tramite ammaraggio, durerà circa 37 giorni. Il volo di collaudo ha lo scopo di dimostrare l’affidabilità del mezzo e dei sistemi principali a bordo, incluso il modulo di servizio, in preparazione di un volo con persone a bordo, e di collaudare lo scudo termico in un rientro ad alta velocità. I due tentativi precedenti ad agosto e settembre di quest’anno erano falliti per dei malfunzionamenti al sistema di raffreddamento dei motori, segno che stavolta gli ingegneri non vogliono davvero lasciare nulla al caso.

Forse i cospirazionisti (si dice così?) tutti i torti non hanno, sorridendo al fatto che gli americani siano riusciti a mettere piede sul nostro satellite naturale con la tecnologia a loro disposizione più di 50 anni fa. Ma sarà forse un mistero svelato per sempre fra qualche anno, quando a bordo di uno di questi razzi ci saranno persone in carne ed ossa in grado di andare a controllare. Nel frattempo i cinesi guardano incuriositi questi tentativi occidentali, mentre preparano la loro missione lunare. Ovviamente sulla stampa di parte, di queste notizie non si vede neppure l’ombra.

 

Commenti

  1. ha scritto:

    Ciao Camu,
    la stampa italiana è poco interessata se a bordo non c’è un italiano, un po’ come tutti gli eventi del mondo quando non ci sono italiani in genere.
    Dall’altro canto c’è da dire che dopo mesi di tira e molla con problemi di varia natura che hanno ritardato il lancio, secondo me la NASA ha lanciato senza pubblicizzare l’evento per evitare brutte figure in caso di nuovi problemi.
    Il razzo effettivamente è il più grande mai lanciato, ma in realtà è un collage di pezzi, i vettori laterali sono quelli dello shuttle, la parte centrale non ricordo se è sempre quello dello shuttle modificato o meno.

    Risposte al commento di Piero_TM_R

    1. camu
      ha scritto:

      Carissimo, che piacere. Hai perfettamente ragione, è stato un lancio alla chetichella, se così possiamo dire, ed anche sulla stampa americana non se n’è parlato molto. D’altro canto alle nuove generazioni probabilmente interessa di più fare balletti stupidi su TikTok che occuparsi di qualcosa in cui devono mettere in funzione il proprio cervello per più di qualche secondo.

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