due chiacchiere

Big ass monument

In inglese, quando si dice che qualcosa ha un “culo grosso” (come ho scritto nel titolo), vuol dire che è gigante. Non è offensivo, rivolto ad una statua o a qualche edificio. Così se ti raccontassi di quando ho visto il big ass Buddha nella città di Nara in Giappone, non starei peccando di blasfemia nei confronti del buddismo. Ma oggi voglio ricordare la mia visita a Washington, Distretto di Columbia, Stati Uniti d’America. Un’occhiatina alla fontana dove hanno girato la scena di Forrest Gump in cui Jenny lo riconosce sul palco e cammina in mezzo all’acqua, una visitina al big ass Abe (ecco il perché della premessa su quel modo di dire), cioè la grande statua di Lincoln seduto sulla sedia. Poi un salutino al presidente passando davanti alla Casa Bianca.

la casa del presidente degli stati uniti

C’è davvero tanto da vedere in questa città che rappresenta in un certo senso il cuore strategico del mondo: dentro un edificio che vagamente ricorda il cupolone di San Pietro, il Congresso prende decisioni politiche che influenzano, nel bene o nel male, anche la nostra vita. Ma c’è anche il museo della scienza, dove i razzi della NASA fanno bella mostra di se, insieme a pezzi di Apollo tornati dalla Luna e perfettamente conservati sotto vetro. A poche centinaia di metri puoi trovare un grande giardino botanico in cui sono conservate specie di fiori molto rari e preziosi, mentre dall’altra parte della strada, vi fanno da contraltare i libri più antichi custoditi nella grande Libreria del Congresso.

la statua di abramo lincoln alta circa 20 metri

Un particolare che salta subito all’occhio: l’identità nazionale trasuda da ogni muro, da ogni monumento, da ogni indicazione stradale. Credo di non aver mai visto tante bandiere tutte insieme quante ce ne sono a Washington. Il senso di appartenenza alla nazione lo dimostrano anche le tante gite scolastiche, in cui i ragazzi imparano questo o quel pezzo di storia. Da noi raramente ho visto molti ragazzi soffermarsi sotto il Quirinale, molti non sanno neppure cosa si faccia dentro il palazzo di Montecitorio. Ma questa è un’altra storia, e non mi dilungherò oltre qui.

Insomma, per concludere: mangiare un panino con hamburger alla polpa di granchio in riva al mare a Baltimora, 20 dollari. Farsi tagliare i capelli da un barbiere il cui negozio assomiglia in tutto e per tutto a quello di Eddie Murphy in “Il principe cerca moglie”, 17 dollari. Comprare la mozzarella italiana in un quartiere del Bronx (che non è poi così degradato come si pensa, almeno non tutto), 10 dollari. Guidare per 250 miglia per vedere il big ass Lincoln, 50 dollari tra autostrada e benzina a 0,60 euro al litro. Farsi due risate in un locale ascoltando un tizio che fa cabaret prendendo in giro gli aspetti della vita quotidiana americana, 10 dollari. Fare tutto questo con chi vuoi bene di più, non ha prezzo. Per tutto il resto c’è… mastercard.

automobile d'epoca durante la parata per san patrizio

Commenti

  1. ha scritto:

    Vorrei vedere le foto di questo tuo bellissimo viaggio…:-*

  2. camu
    ha scritto:

    In effetti le avrei dovute già inserire, ma ho qualche problema di collegamento della macchina fotografica (accidenti ai cavetti eh eh) quindi ti chiedo di avere ancora qualche giorno di pazienza…

  3. Matteo
    ha scritto:

    Paisà!!
    🙂

  4. Trap
    ha scritto:

    ehm, 10 dollari per una mozzarella mi sembrano un po’ troppi 😉

  5. camu
    ha scritto:

    trap, non se la compri in un negozio italiano nel cuore del Bronx, è di bufala e pesa circa 500 grammi…

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