due chiacchiere

Pagina non trovata

"C'era una volta una pagina...", diranno subito i piccoli lettori di questo blog. Era una pagina graziosa, rifinita in tutti i particolari, davvero adorabile. Poi deve essere successo qualcosa di terribile, qualcosa che non oso neppure immaginare. Un lampo di luce, un suono assordante, l'odore acre del codice HTML che bruciacchia, e quella pagina non c'era più, sparita per sempre nel limbo delle pagine che non sono.

Di chi sia la colpa è difficile a dirsi. Google? Yahoo? I tizi del provider che ospita questo sito? L'autore di duechiacchiere.it? Si, deve essere stato lui, quel rimbambito ha pensato che la pagina stesse solo occupando spazio inutile e deve averla freddata con un colpo secco. Ma come si permette, quell'idiota?

E così eccoci qui. Che si fa adesso? Beh, personalmente ti consiglierei di dare un'occhiata alla navigazione in alto, chissà che non noti qualche indicazione utile a ritrovare la retta via. Se proprio non riesci a scovare quello che stavi cercando, ti consiglio di contattare l'autore del blog tramite l'apposito modulo. Nel frattempo, ti propongo qui di seguito alcuni post che potrebbero stuzzicare la tua curiosità.

Il regime di isolamento nelle carceri americane

Ricordo ancora quando, qualche mese fa, il signor Cospito portò all’attenzione dell’opinione pubblica la severità del regime del carcere duro in Italia. Senza voler rispolverare il polverone di polemiche che si alzò in quell’occasione, vorrei fare una riflessione su come siamo messi qui in America, e sul fatto che come disse qualcuno tanto tanto tempo fa, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Già, perché da un lato facciamo presto a puntare il dito contro le pratiche dittatoriali cinesi, che tanto scalpore destano ogni volta che qualcuno viene buttato in cella in condizioni disumane, ma dall’altro ignoriamo la trave conficcata nell’occhio di molti sistemi carcerari occidentali, che certo non brillano per il rispetto dei diritti umani dei detenuti (ad eccezione dei Paesi del nord Europa, come al solito). Dell’inefficacia di quello che gli americani chiamano solitary confinement, ne aveva parlato qualche mese fa persino John Oliver nel suo show che seguo religiosamente ogni settimana. E se non bastasse, nientepopodimeno che le Nazioni Unite hanno confermato che il trattamento americano è equiparabile ad una tortura psicologica. : Leggi il resto »

Sulle strade della California

Ebbene si, ancora una volta ho usato quello che il mio amico Matteo chiama il “plugin scongiuro”: la pubblicazione postdatata degli articoli. In effetti la scorsa settimana non c’ero, sono andato a farmi un giro sull’altra costa degli Stati Uniti. Più esattamente nel cuore tecnologico dell’America, la Silicon Valley. Laddove aziende come Google, Adobe, Oracle, Yahoo e tanti altri, hanno deciso di costruire il proprio quartier generale. Ho già preso appunti su tutti gli articoli che ho in mente di scrivere nei prossimi giorni, per darti un’idea di quello che si prova a trovarsi ai piedi di un palazzone gigantesco con il logo del più famoso motore di ricerca, che si intravede lassù in cima. Oppure ad attraversare il Cancello D’oro (meglio noto come Golden Gate), uno dei ponti più famosi del mondo. Per puro caso, proprio in quei giorni c’era anche la fiaccola olimpica a farci compagnia: passare per il corso e vedere tutti i furgoni “parabolati” delle emittenti americane era uno spettacolo nello spettacolo. : Leggi il resto »

Le vittime dimenticate di Beslan

Ieri mentre tutto il mondo commemorava l’annuale ricorrenza per l’undici settembre, data che è rimasta scolpita per sempre nella mente di tutti, io ho deciso di non scrivere nulla sull’argomento. L’anno scorso ricordavo cosa stavo facendo in quel momento, e la corsa frenetica a visitare siti d’informazione per conoscere i dettagli: da allora Bin Laden è diventato famoso al grande pubblico, mentre prima era uno “dei tanti” estremisti, ed i Talebani erano noti soltanto per aver deturpato le statue di Buddha da qualche parte nel mondo. Peccato che mentre la collettività piange le vittime delle Torri Gemelle, nessuno si sia ricordato un paio di settimane fa dell’attacco di Beslan, ad opera dei terroristi ceceni. Per i cui morti mi continuo a chiedere: esistono davvero quelli di serie A e quelli di serie B? : Leggi il resto »

Lion, la strada verso casa

Qualche settimana fa, la professoressa di lettere della figlia grande ha fatto guardare loro il film Lion, la strada verso casa, e ne ha fatto l’analisi dei personaggi, dei loro sentimenti e via dicendo. Come compito per casa, una serie di domande sul perché questo o quel personaggio avesse detto qualcosa o compiuto una certa azione. Così lo abbiamo riguardato a casa insieme una sera, per aiutarla a spacchettare i vari messaggi inclusi in questa pellicola. Il film racconta la storia di Saroo, un bambino di cinque anni che abita in uno sperduto villaggio dell’India centrale. Un giorno convince il fratello maggiore Guddù a portarlo con se in città per guadagnare qualche soldo, ma essendo troppo stanco finisce per addormentarsi su una panchina, per poi salire sul treno sbagliato, che lo porterà fino a Calcutta, a 1600 chilometri di distanza da casa. Immagina un bambino di un villaggio di poche anime dell’entroterra siciliano che si ritrova catapultato da solo alla stazione centrale di Berlino. Saroo non parla la stessa lingua degli abitanti di quella metropoli, e trovandosi in un posto dove i mendicanti, anche in tenera età, abbondano, nessuno si preoccupa di aiutarlo. : Leggi il resto »

Giochiamo al piccolo archeologo digitale

Ora che il tema del sito ha raggiunto una certa stabilità estetica, posso iniziare la seconda fase dei lavori di ristrutturazione, e dedicarmi alla pulizia dei contenuti. Eh già, perché dopo tutti questi anni, le tecnologie del web sono cambiate eccome, e qui siamo ancora all’età della pietra. Basti pensare che quando questo blog è nato, l’iPhone ancora neppure esisteva, e che un codice di Macromedia Flash era l’unico modo per inserire video all’interno di un sito. La tecnologia XHTML 1.0 si stava ancora espandendo, e tutti eravamo a parlare del cosiddetto Web due-punto-zero. Quanto ciarpame, quanto vecchiume! Così mi sono tuffato in questa missione da archeologo digitale, per scovare, scrostare e restaurare quel centinaio di articoli che ancora usano codici antiquati, e che quindi non funzionano più (come appunto il tag Macromedia di cui dicevo). Nel frattempo ne sto approfittando per mettermi in casa alcuni dei video in questione, attualmente ospitati su YouTube. : Leggi il resto »

Torna in cima alla pagina