due chiacchiere

Gli americani le vogliono corte

Nel titolo, se non si fosse capito, mi riferisco alle parole, caro il mio lettore malpensante! Oggi, dato che siamo in clima di ferie, mando in replica una puntata del mio corso d’inglese per tutti, andata in onda un paio d’anni fa. Dove parlavo di una delle tante forme per abbreviare le parole che qui vanno tanto di moda. Ad esempio, il nostro supermercato si chiama  ShopRite. Si tratta di una catena, un po’ come in Italia può essere il Carrefour o l’Esselunga o ancora l’Auchan. Notato qualcosa di strano nel nome? L’errore nello scrivere la parola right (giusto, bene, corretto) è voluto: ho già detto che gli americani sono pigri quando parlano e scrivono, e questa ne è l’ennesima conferma. Visto che la pronuncia è la stessa, perché scrivere right quando si può usare il più breve rite? Se quindi vieni in vacanza in America, non preoccuparti di leggere parole come nite, lite, brite (rispettivamente notte, luce e brillante): il tuo maestro d’inglese non era un asino, sono gli americani a storpiare le parole.

Per la rubrica “i falsi amici” invece ti segnalo oggi una curiosità. Sbirciando tra gli affettati nel banco frigo, ho letto ad un certo punto without preservatives, sull’etichetta del prosciutto (che qui chiamano ham, immagino la stessa da cui trae origine il più noto hamburger, anche se quello aveva a che fare con l’omonima cittadina tedesca). I preservatives, nell’uso corrente qui in America, non sono quelle protezioni di lattice da usare durante un rapporto sessuale: più semplicemente, si tratta dei conservanti. Quindi non c’è bisogno di tappare gli occhi ai bambini, davanti alla coscia di prosciutto in salumeria.

Commenti

  1. Simona
    ha scritto:

    ahahahahah troppo bello questo articolo!!!!
    l’ironia ti scorre proprio nel sangue!!!!

  2. Francesco
    ha scritto:

    Ciao,

    e se fosse anche un doppio senso?
    Secondo certa opinione il grande supermercato ha sostituito la chiesa nella funzione aggragativa della domenica mattina. “Rite” significa “rituale”, mi fa pensare a un sotteso significato in questo senso.
    Anche “lite” ha lo stesso significato di “light” nell’accezione non di “luce” ma di “leggero”, divertente gioco di parole da utilizzare nella promozione di prodotto ipocalorici.
    Niente da dire invece su “brite”.

    Complimenti

    Francesco

  3. camu
    ha scritto:

    @Simona: grazie 🙂 In effetti è spesso frutto di quello che vedo e faccio nel quotidiano, di mio c’aggiungo ben poco.
    @Francesco: interessante la tua tesi “complottista” anticlericale. Non avevo pensato al doppio senso di alcune parole. Potrebbe quindi essere ShopRite nel senso di “il rito degli acquisti” hmmm brillante!

  4. ha scritto:

    Ecco, io un giro negli usa lo voglio fare. 😀

  5. camu
    ha scritto:

    @Napolux: allora non perderti le mie lezioni di inglese, prima di venire qui 🙂

  6. Caigo
    ha scritto:

    Si mangiano le parole e ti parlano masticando la gomma.
    Di questo passo per farsi capire saranno costretti a diventare il primo popolo sottotitolato al mondo. 🙂

  7. Simona
    ha scritto:

    o… mio …Dio….questo video non l’avevo mai visto…per la serie: sono carine, ma quando aprono bocca….
    e poi…’se semo prese er calippo…’
    O_O

  8. camu
    ha scritto:

    @Simona: ecco ora immaginati un inglese che chiede informazioni su Roma a due così 🙂

  9. larvotto
    ha scritto:

    Le prime parole espresse in sigle o simboli le ho viste nei titoli (e testi) delle canzoni di Prince.

    Comunque anche dalle nostre parti non si scherza eh?
    Fai un giro nei forum dei “ggggiovani”, troverai tutta una serie di: xkè, ke, nn, tt e tutta un’altra serie di sigle a me sconosciute 😀

  10. camu
    ha scritto:

    @larvotto: beh, speriamo allora che le aziende non inizino ad usare queste storpiature italiche per i nomi dei loro prodotti, come accade qui 😛

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