due chiacchiere

Il magone e l’impotenza

L’isolamento causato dalla pandemia deve aver proprio scatenato i tanti pazzi di cui leggiamo sui giornali americani in questi mesi, dal tizio che ha sparato all’impazzata nella metropolitana di New York un mesetto fa, all’ultimo caso di cronaca in cui sono morti 19 bambini delle elementari in Texas. Dal massacro nella scuola superiore a Columbine, il Paese a stelle e strisce sembra non avere avuto più pace, mentre annaspa nella fatica quotidiana di trovare una soluzione che non arriverà mai. Perché il diritto alle armi è scolpito nella Costituzione americana, ed il minimo accenno a cambiare quel sacrosanto paragrafo fa andare i Repubblicani su tutte le furie, e fa salire il sangue alla testa ai bifolchi che ancora vivono di retaggi del Far West, e non vogliono assolutamente che il governo tocchi le loro pistole. La politica ovviamente non vuole far nulla, perché è più facile rastrellare voti lamentandosi del problema, che risolverlo una volta per tutte. Ed intanto migliaia di innocenti continuano a perdere la vita per la stupida ottusità di un popolo di immaturi bambinoni viziati.

Statistiche sulle sparatorie: 288 negli Stati Uniti dal 2009, contro solo 2 in Canada, Francia e Germania, e zero in Giappone, Italia e Inghilterra

Però poi la propaganda occidentale continua a volerci convincere che la Cina è brutta e cattiva, e che dobbiamo contrastare l’avanzata dei “musi gialli” a tutti i costi. Si, qualcuno dei miei piccoli lettori potrà dirmi che i diritti umani nel Paese del Sol levante sono calpestati quotidianamente, e non metto in dubbio che ci sia un fondo di verità in quelle notizie (probabilmente comunque esagerate dai media per metterci paura dei comunisti cinesi). Ma non dimentichiamo che in America la gente è costretta a prendere un taxi per andare al pronto soccorso, perché l’ambulanza costa troppo. O che i diritti sull’aborto sono messi in discussione proprio in questi giorni, e che se le cose cambieranno su questo fronte, migliaia di donne dovranno mettere la propria vita a repentaglio per interrompere una gravidanza indesiderata. Mi sembra ipocrita chi pensa che questo non voglia dire calpestare i basilari diritti umani della gente.

Gli Stati Uniti superano qualsiasi altra parte del mondo in termini di possesso di armi, omicidi legati alle armi e sparatorie di massa in pubblico. La media è di 12 armi da fuoco ogni 10 persone, più del doppio pro capite dello Yemen, al momento dilaniato da una guerra di cui nessuno s’interessa. Nonostante risieda qui soltanto il 4% della popolazione mondiale, il numero di sparatorie di massa è di gran lunga superiore a quello registrato in altri Paesi, come ci ricorda la statistica nella foto qui sopra. Quello che mi fa più rabbia comunque è l’incapacità dei politici di trovare una soluzione concreta per eradicare questo problema una volta per tutte. Giusto per fare un paragone a caso, alla sparatoria di Dunblane in Scozia nel 1996, i politici britannici hanno risposto nel giro di pochi mesi con una legge che vietava il possesso della maggior parte delle pistole. Ma qui ciò non succederà mai, perché sarebbe un sacrilegio ammettere che i padri fondatori hanno scritto una cazzata.

Intanto in Florida il governatore ha passato una legge secondo cui non si può usare la parola gay a scuola. Ti propongo il video di uno studente, dichiaratamente omosessuale, che era stato avvisato che gli avrebbero chiuso il microfono se avesse usato quella parola durante il suo discorso alla cerimonia di fine anno. Sebbene lui sia stato più intelligente di tutti i parrucconi della politica, è triste vedere che l’America si sia ridotta in queste condizioni.

Ecco perché devo parlarvi di una parte molto pubblica della mia identità. Questa caratteristica è probabilmente diventata la prima cosa che la gente pensa di me come essere umano. Come sai, io… ho i capelli ricci (il pubblico ride e batte le mani). Odiavo i miei ricci. Ho passato mattine e notti imbarazzato dai miei ricci, cercando disperatamente di raddrizzare questa parte di chi sono. Ma il danno quotidiano di cercare di aggiustare me stesso stava diventando troppo grande. Quindi, sebbene avere i capelli ricci in Florida è difficile a causa dell’umidità, ho deciso di essere orgoglioso di quello che ero. Ho iniziato a venire a scuola senza nascondermi. Qui, è stata la signora Ballard a rispondere alle mie domande, perché non avevo altre persone con i capelli ricci con cui parlare. È stato il signor Pauling a leggere saggi sui ricci che mi costavano un’opportunità che volevo davvero. Sono stati i miei amici a dirmi che i ricci mi stanno bene e che avrei dovuto smettere di nasconderli. È stato un processo di crescita disordinato e contorto. Ma alla fine l’ho fatto. È grazie all’amore che ho tratto da questa comunità che mi sono aperto alla mia famiglia. Ora sono felice. Ora sono felice. Ed è questa la posta in gioco. Ci sono tanti ragazzi con i capelli ricci che hanno bisogno di una comunità come Pine View e non ne hanno una. Invece, sono costretti a darsi una pettinata in modo da poter esistere nel clima umido della Florida. Mi sto preparando per questo discorso da quando sono stata eletta al primo anno. Credete che volessi che parlasse di questo? Eppure se ne deve parlare, per le migliaia di ragazzi dai capelli ricci che saranno costretti a parlare così per tutta la vita da studenti.

Commenti

  1. ha scritto:

    Dino, questo post si perde un po’ tra due argomenti importantissimi. Detto questo, il mito americano di una società avanzata e civile è solo nella testa di chi non sa osservare la realtà. A me personalmente metteva ansia vedere nella porta di ingresso di ogni locale (sia pubblico che privato) il divieto d’ingresso con armi. Probabilmente gli americani non ci fanno più caso (e anche tu ti sarai abituato) ma è distopico e incredibile per un europeo.
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      Si, come al solito comincio da una parte e finisco per parare da un’altra completamente diversa😅Il collegamento tra i due argomenti, per quanto mi riguarda, sono i giovani, a cui l’America sembra non riuscire a dare più quella speranza e quel sogno che le generazioni degli anni 60 e 80 hanno vissuto. Giovani che non si sentono sicuri neppure a scuola, sia per le sparatorie di massa, sia per le ottuse restrizioni alle loro libertà. A me i racconti distopici sono sempre piaciuti, ma il fatto che ora la realtà superi la fantasia, mi inquieta non poco.

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