due chiacchiere

Il nulla che avanza

L’altra sera in televisione hanno dato un film che mi ricorda la mia infanzia: La storia infinita, le epiche avventure di un giovane guerriero che lotta contro l’avanzare del nulla. Poi guardo la cronaca di questi giorni, e leggo dello sfascio totale in cui versa la sanità italiana. Come si collegano le due cose, è presto detto: il nulla avanza anche nella società italiana contemporanea. E la colpa non è del direttore sanitario di turno, o dell’infermiere che non rispetta le più semplici norme igieniche. Piuttosto si tratta di una mancanza di rispetto reciproco tra noi cittadini, l’assenza di un sentimento nazionale, che porta al menefreghismo generalizzato.

Il mio recente viaggio in Giappone mi ha fatto vedere quanto noi italiani siamo oramai lontani dal senso civile diffuso dappertutto fuori dai confini nazionali. Il nulla è l’impossibilità di sentirsi fieri di essere cittadini di questa grande Italia, e di rispettarne ogni angolo come fosse casa nostra. Il giapponese chiede scusa all’altoparlante se il treno che guida arriva con un paio di minuti di ritardo. Perché sente viva dentro di se la mortificazione per aver “mancato di rispetto” ai suoi concittadini. E non si vede una carrozza imbrattata o una cicca di sigaretta per terra sul marciapiede. Il senso di appartenenza è forte e mantiene saldi i princìpi fondamentali della coesione sociale.

Qui da noi appena ti possono fregare, non ci pensano due volte: mors tua, vita mea, recita un noto modo di dire. E quando un ente non adempie al proprio dovere, ti sfido a fargli causa e portare a casa il risultato desiderato: la burocrazia ti seppellirà. Perché il marciapiede non è più casa nostra, e se butto una cartaccia per terra, qualcuno la toglierà prima o poi. La rassegnazione si è impadronita del nostro cuore. Esistono solo poche eccezioni, ben circoscritte, a questo degrado inarrestabile. Ma anche per quelle, è solo questione di tempo. Le tradizioni genuine, i valori veri e semplici sono stati fagocitati dalla globalizzazione e dal consumismo.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Chi si ricorda più dello scandalo dell’aeroporto di Fiumicino, nel 1960? Miliardi furono versati nelle tasche di politici.

  2. ninna_r
    ha scritto:

    Nessuno pensa più al bene comune… è un pensiero che è svanito nel tempo… la collettività è inesistente. Ognuno tira acqua al suo mulino e chi s’è visto s’è visto. Che però poi non iniziassero a lamentarsi quando vivremo nella sporcizia o quando nessuno donerà più il sangue…

  3. atlantide
    ha scritto:

    Qualunque persona di “buon senso” darebbe ragione al tuo articolo. Fra l’altro leghi questa tua opinione ad un altro fatto gravissimo: quello del ragazzo portatore di handicap malmenato su un tram a Roma, dove nessun passeggiero le era venuto in soccorso, vorrei provare, però ad andare oltre se ci riesco. Non credo sia terminato soltanto quel senso di solidarietà, di appartenenza ad un popolo, ad una nazione, fatto indiscutibile, ma è passato qualcosa che va oltre il collettivo. Mi spiego, io faccio parte di quella generazione che viveva un individuale pieno di ideali, valori, trasmessi dai miei nonni, e genitori, che avevano vissuto il periodo buio del fascismo e della guerra. I mie bisogni individuali, mi hanno portato a cercare chi era come me, e iniziare una collettività sempre più ampia. Allora intellettuali e partiti politici, hanno saputo cogliere quello grande spinta della società civile, e coniugarla in grandi leggi, ottenute con grandi manifestazioni pacifiche. Voglio intendere che questa era la nostra vita, i nostri desideri, nascevano in questo amori, amicizie, la nostra vita era ricca, creativa, ma nessuna ce l’aveva regalata, l’avevamo dovuto pensare, progettare e costruire. Io credo che oggi siano venute meno varie componenti di questo mix, anche perché alcune non più adatte al cambiamento repentino della società e le generazioni preposte a questo non hanno più avuto la “coscienza” di ciò che stava accadendo. Il meccanismo è sfuggito di mano a chi poteva far continuare questa meravigliosa storia ed è finito in mano a chi non vedeva l’ora di far maturare una società qualunquista. Le generazioni hanno smesso di trasmettersi i valori. Peccatori di questo sono proprio quelle generazioni che hanno fatto quelle grandi battaglie e ottenuto quelle splendide vittorie. Sono di quegli anni la lotta contro la guerra nel vietnam, che portò ad un grande movimento pacifista, le conquiste della legge sull’aborto, sul divorzio, la sconfitta del terrorismo ecc… La nostra vita individuale e collettiva aveva una profonda coerenza, etica, non c’era l’enorme differenza che c’è oggi. Che cosa voglio dire con questo? Il discorso sulle motivazioni è lungo ed ho già preso troppo spazio, m’interessa dire: ogni singolo individuo è rimasto all’interno di uno spazio che altri hanno costruito, ritagliandosi il meglio per se stesso. Non osa rimettere in discussione quello spazio, né tanto meno decidere che lui vuole essere diverso rispettando i suoi valori e quelli degli altri, costruendosi internamente una sua etica, una sua morale, perché è troppo difficile vivere così! Conosco moltissimi politici che lo fanno di mestiere, loro per primi sono quelli che si sono ritagliati quegli spazi di cui ti parlavo e non faccio un discorso qualunquista per dire che tutti i politici sono uguali, perché non è vero. Io sono di sinistra e i politici del DS sono diversi, molto, da quelli di Forza Italia, ma anche loro, soprattutto quelli locali, si sono ritagliati il meglio per se stessi, e non c’entrano solo le bustarelle o i soldi, c’entra per esempio essere un padre, un marito uguale a quelli di Forza Italia. E’ qui che esiste la trasversalità vera e negativa di cui si parla. E’ chiaro che la politica è l’arte del possibile e che oggi le differenze sono enormi, ma se ritorna la “sacralità” dell’individuo al primo posto e su questo si costruisce il confronto nella società civile, forse la politica può avere strumenti nuovi e persone nuovee costruire ideali e valori moderni. Ciao e buon lavoro!

  4. camu
    ha scritto:

    Ciao Atlantide, sono d’accordo in pieno sulla visione “dal punto di vista politico” che fai… un discorso in cui non ero voluto entrare per brevità del mio intervento, ma che sento come una tra le cause principale del malessere odierno. Un tempo i capi politici, di destra e di sinistra, erano veri e propri leader carismatici, sapevano calamitare la gente e diffondevano valori semplici e sinceri. Ne è un esempio il presidente Pertini: perché tutti gli altri sono stati in qualche modo dimenticati, mentre di lui si ricordano anche le generazioni che non l’hanno conosciuto direttamente? Il motivo, secondo me, è proprio nel suo carattere: schietto, propositivo e positivo. Oggi invece tra “inciuci”, condoni, menefreghisti e mancanza di coraggio, la classe politica non trasmette più quel senso di appartenenza di cui c’è tanto bisogno.

    Cambiando punto di vista, un servizio in televisione l’altra sera faceva riflettere sulla maleducazione: oggi nessuno ne è immune. Dal gettare le cartacce per terra ad urlare al guidatore davanti a noi, quando non scatta istantaneamente appena il semaforo diventa verde. La maleducazione è troppo diffusa, e genera altra maleducazione, in maniera esponenziale. Un principio di causa ed effetto che ci trascina in una spirale senza uscita. Dalla quale non si esce neppure a Natale, quando “si dice” che dobbiamo essere tutti più buoni…

  5. atlantide
    ha scritto:

    vorrei rispondere al commento di ninna: “Quando vivremo nella sporcizia e nessuno donerà più il sangue, non si lamentino…”
    Vedi, io credo che chi sta creando sporcizia non la vede e non la vedrà, siamo noi quelli che ci dovremo convivere, perché noi la vediamo e sta a noi fermarla…

  6. manu
    ha scritto:

    Concordo, naturalmente, con tutto ciò che è stato scritto. Due piccoli appunti: 1) proposte? 2) sinceramente questo stato di cose, a me e mia moglie, sta dando tanta voglia di andare via dall’Italia e un bel po’ di ulcere. Non lasciamo cadere l’argomento, allarghiamo la cosa. Ti chiedo il permesso di copiaincollare il post ed il lungo commento di Atlantide sul mio blog. Grazie comunque. Manuel

  7. camu
    ha scritto:

    manu, prima di tutto il permesso è accordato: tutti i contenuti di questo sito, compresi i commenti, sono disponibili con licenza Creative commons, cioè puoi usarli a patto di citarne la fonte. Riguardo all’andare via dall’Italia anche a me e mia moglie inizia a sembrare l’unica soluzione percorribile… in fondo i contatti non ci mancano e chissà che prima o poi non concretizziamo questo pensierino. Per il viaggio di nozze siamo stati in Giappone, e davvero ci abbiamo lasciato un pezzetto di noi stessi, tanto era bello sotto questo punto di vista! Tutto perfetto, tutto funzionante, maleducazione ai minimi possibili… ma basta varcare i confini nazionali del Bel Paese per trovare situazioni simili. Proposte? Un vecchio proverbio dice “se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro” e nello specifico, diventa maleducato anche tu. Oppure, appunto, andiamocene da questo Paese.

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