due chiacchiere

Il problema della spazzatura

Un tema di grande attualità è quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania. Non entro nel merito della questione, ma visitando il Trentino ho avuto modo di vedere l’elevato livello di organizzazione presente in questa regione autonoma. Ci sono soltanto 700 chilometri di distanza dalla terra della pizza e dei babà al rum, ma sembra ci siano 700 anni di differenza: mentre a Napoli la spazzatura si butta dai finestrini delle auto, in Trentino te la pesano prima di depositarla nel cassonetto! Neppure Elio e le Storie Tese erano arrivati a tanto!

un cassonetto con pesa rifiuti incorporato

Commenti

  1. Roberta
    ha scritto:

    che bisogna fare qualcosa al più presto perché non se ne può più

  2. alessandra
    ha scritto:

    andra a finire che saremo schiavi della spazzatura

  3. checco
    ha scritto:

    addirittura!!!

  4. camu
    ha scritto:

    Alessandra, basta produrne tutti un po’ meno e magari riciclare di più 🙂

  5. Silvia
    ha scritto:

    La spazzatura rigurda tutti noi. Non so quale sia il rimedio ma tutti dobbiamo darci da fare altrimenti nel giro di pochi anni verremmo sommersi dai rifiuti.
    Ho fatto una piccola indagine e poi ho scritto un articolo, se solo volete leggere potete tranquillamente andare sul sito http://www.l-arcadinoe.com

  6. camu
    ha scritto:

    Silvia, il rimedio è facile: fare come fanno dove le cose funzionano. Non bisogna reinventare la ruota o riscoprire l’acqua calda, e neppure andare all’estero per capire quanto sono bravi. Basta ad esempio prendere esempio da regioni come il Trentino o la Toscana, che hanno fatto addirittura del riciclo una fonte di guadagno. Ma più che altro dovrebbero essere i cittadini campani ad imparare il senso civico che (mi dispiace dirlo ma è così, molto spesso) invece hanno gli abitanti del Trentino…

  7. gianni tirelli
    ha scritto:

    I RIFIUTI APPARTENGONO A CHI LI PRODUCE

    Uno dei tre problemi più inquietanti dell’umanità (dopo l’omologazione e la contraffazione della realtà, che ne mettono a serio rischio la sua stessa sopravvivenza), è quello della produzione dei rifiuti e del loro smaltimento.
    E’ arrivato il momento che i consumatori aprano gli occhi e inseriscano il cervello, per dare a Cesare le responsabilità di Cesare e, ai cittadini, le loro.
    Vi siete mai chiesti, per quale empirico motivo e singolare logica, ci viene addebitato l’onere relativo alla tassa sulla spazzatura? La risposta va ricercata nella nostra stupidità.
    Siamo stati ingannati per decenni e, come nel gioco delle tre carte, ci hanno fatto credere di essere gli autori di una tale sciagura, e colpevolizzato dei disastri biblici, che la stessa ha causato, causa e che, in futuro, provocherà.
    Alla luce della verità, è “Cesare” (l’industria), e non noi, a doversi addossare i costi di tutta la filiera dei rifiuti; dalla produzione al loro smaltimento.

    E’ triste e penoso il fatto che il consumatore, accetti, senza obiettare, il pagamento dell’onere, relativo alla tassa sulla “monnezza”, ritenendolo giustificato e doveroso.
    Questa, è una dimostrazione di illusionismo applicato alla realtà, indotto dal Sistema, che gioca sulla percezione falsata che ha il consumatore, di ritenersi responsabile (in prima persona), del problema dei rifiuti, per avere “impunemente” soddisfatto il suo bisogno di acquisto e le sue necessità. Il contenitore che, in seguito, trasfigurerà la sua originale funzione in quella di rifiuto, é il paradigma della colpa e, l’onere di pagarne lo smaltimento, interviene come elemento di espiazione catartica.
    E se il contenitore fosse gratuito, così che il suo costo di produzione, non debba incidere sul reale valore del contenuto? Allora, in questo caso, la teoria dell’illusionismo si ribalterebbe, passando di mano a “Cesare” (l’industria) che, si dovrà fare carico (per stringente logica), dei costi relativi al suo smaltimento, avendolo prodotto a sue spese.
    La spazzatura, dunque, appartiene a chi la produce e non al consumatore che acquista il bene. E su questo, non si discute.

    L’industria, si deve attenere a tre regole fondamentali e ineludibili, che rientrano nelle logiche di un mercato etico e responsabile:
    a) Produrre contenitori biodegradabili.
    b) Diversamente, farsi carico, dei costi, relativi alla produzione, dei contenitori, imballaggi e affini, e del loro smaltimento.
    c) La realizzazione di Inceneritori, discariche, trasporto dei rifiuti, bonifica del territorio e tutto l’indotto, sono di esclusiva competenza di “Cesare”.

    Gianni Tirelli

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