due chiacchiere

Il rapporto del Censis per il 2021

Durante il mio periodo più prolifico, c’era un appuntamento a cui non rinunciavo mai: un commento sull’annuale rapporto rilasciato dal Censis sullo stato del Paese. Nel 2011, esattamente dieci anni fa, l’Italia veniva rappresentata come un’ameba fragile ed isolata: “Un sistema che, ancora nel picco della crisi 2008-2009, aveva dimostrato una tenuta superiore a tutti gli altri, acquisendo una chiara good reputation internazionale, si ritrova inaspettatamente fragile, annaspando sulla difesa dei meccanismi che supportavano tale good reputation, e ancor più annaspando sulle decisioni che dovrebbero e potrebbero rilanciare lo sviluppo.” Fast forward al 2021, come direbbero gli Americani, le cose non sono cambiate poi molto, stando a quello che il Censis scrive nel suo cinquantacinquesimo rapporto:

Siamo di fronte a una società che potrà riprendersi più per progetto che per spontanea evoluzione, l’adattamento continuato non regge più, il nostro complessivo sistema istituzionale deve ripensare se stesso e presentare un razionale programma di sviluppo. La società italiana è mutata e ha attraversato crisi ed emergenze con il continuo intrecciarsi di realtà emerse e sommerse, quotidiane e di lungo periodo, particolari e generali. Oggi questo non basta più. Senza una coscienza collettiva, coscienza di coscienze, capace di guardare dall’alto e lontano quel che la società chiede o attua, senza un’unitarietà di approccio agli investimenti sociali, senza immaginare una politica di sviluppo, il Paese rimane prigioniero delle sue fragilità.

Mi pare un male comune che affligge non solo il Belpaese, ma molte delle democrazie occidentali. Uno dei motivi per cui ho deciso di riprendere a scrivere sul blog è stato il livello di aggressività e cattiveria che osservavo sulle piattaforme sociali. In questi anni ho prevalentemente usato Facebook, per tenermi in contatto con parenti ed amici, e per partecipare alle discussioni nel gruppo di cittadini del mio comune di residenza. Discussioni che quest’estate si sono animate al punto che la polizia è dovuta intervenire con un paio di visite a domicilio di persone che avevano scritto commenti che erano quasi minacce. Violenza a parte, e non dimenticando gli scandali di Cambridge Analitica, ritengo questa piattaforma colpevole dello sbriciolamento sociale a cui stiamo assistendo. Il Censis non punta il dito contro i social, ma evidenzia come la polarizzazione delle opinioni ci stia portando alla deriva:

L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile. Poi: il 5,8% è convinto che la terra è piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone. Perché sta succedendo? E’ la spia di qualcosa di più profondo: le aspettative soggettive tradite provocano la fuga nel pensiero magico. Siamo nel ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali. Per l’81% degli italiani oggi è molto difficile per un giovane ottenere il riconoscimento delle risorse profuse nello studio. Il rischio di un rimbalzo nella scarsità: ecco i fattori di freno alla ripresa economica e le incognite che pesano sul risveglio dei consumi

La situazione non è poi molto diversa qui in America. Prendiamo il Covid: milioni di americani ritengono non esista, che sia tutto frutto di un complotto delle case farmaceutiche o degli Stati, e complici i messaggi che ricevono dai repubblicani, si fidano più di enciclopedie on-line e di Donald Trump che della scienza. Le bare trasportate con le navi militari a New York sono già state dimenticate, ed i vaccini, l’unica arma di cui disponiamo per salvarci, sarebbero un farmaco sperimentale per chissà quale complotto, e la gente sta solo facendo da cavia involontaria. Io continuo a guardarmi intorno basito, e maledico ogni giorno il sistema bipartitico che governa questo Paese, tant’è che mi sono avvicinato all’equivalente del Movimento 5 Stelle, il Movimento per il Partito del Popolo, sperando che prenda piede e cominci l’opera di scardinamento del duopolio.

Tra l’altro oggi ricorre l’anniversario dell’attacco al Parlamento americano. Attacco si fa per dire: i quattro scalmanati che sono riusciti ad entrare nelle sale del Senato erano lì solo per farsi qualche selfie, senza un piano o una strategia. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, in quest’era in cui tutti ballano su TikTok per consensi effimeri e privi di significato, invece che studiare la storia ed affidarsi alla scienza. Un gesto goliardico fatto con la pancia e non con la testa, che rispecchia esattamente quello che dice il Censis:

L’irrazionale che oggi si manifesta nella nostra società non è semplicemente una distorsione legata alla pandemia, ma ha radici socio-economiche profonde, seguendo una parabola che va dal rancore al sovranismo psichico, e che ora evolve diventando il gran rifiuto del discorso razionale, cioè degli strumenti con cui in passato abbiamo costruito il progresso e il nostro benessere: la scienza, la medicina, i farmaci, le innovazioni tecnologiche. Ciò dipende dal fatto che siamo entrati nel ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali. Questo determina un circolo vizioso: bassa crescita economica, quindi ridotti ritorni in termini di gettito fiscale, conseguentemente l’innesco della spirale del debito pubblico, una diffusa insoddisfazione sociale e la ricusazione del paradigma razionale.

Intanto si registra l’impennata dell’inflazione, ed il patrimonio delle famiglie si sta erodendo, sebbene Biden continui a mandare soldi. Stasera abbiamo speso 60 dollari per due pizze. Sessanta dollari. Quando lo stipendio medio è di 3,000 dollari al mese, 60 dollari non sono pochi. E non parliamo della catena di distribuzione completamente allo sbando: da Dicembre non si riesce a trovare neppure una scatoletta di cibo per gatti al supermercato, cose da pazzi! E così la nostra generazione, al contrario dei nostri genitori, si trova di fronte all’incapacità di formare nuova ricchezza. Insomma, secondo il Censis l’Italia sta affrontando la sfida della ripresa post-pandemia con gravi debolezze, a partire dalla scarsità di risorse umane su cui fare leva. Ma le considerazioni di quel rapporto possono, ahimè,  essere applicate al Paese a stelle e strisce senza troppa difficoltà. Segno che l’impero occidentale ha imboccato (da un pezzo secondo me) la via del tramonto.

Commenti

  1. ha scritto:

    Che strano il camu odierno. Ho ancora a mente certe tue esaltazioni del sistema americano. Erano gli anni del trasferimento e comprendo che fare una scelta simile deve necessariamente esser accompagnata da una spinta interiore non indifferente. Oggi sai guardare la terra in cui vivi con occhi differenti ed è interessantissimo perché il paragone è, finalmente, equilibrato.
    Non esiste la terra perfetta e ovunque possiamo trovare pregi e difetti.
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      Son contento che te ne sia accorto. Che dire, all’epoca ero ancora nella fase della “luna di miele” e tutto sembrava così bello e scintillante. Ma con il tempo ho imparato, come direbbero dalle mie parti, a “tagliare carne ed osso” ed analizzare pregi e difetti. Bisogna anche considerare che negli ultimi 15 anni, forse per via delle due crisi che abbiamo attraversato, forse per via dei politicanti che si sono avvicendati al potere, le cose sono peggiorate non poco. Hai ragione, non esiste la terra perfetta, e probabilmente anche con l’età che avanza, sto diventando più burbero ed intollerante. Comunque ti confesso che, ad anni di distanza, ancora penso ai nostri dibattiti sui vari argomenti, ed a volte quando scrivo qualcosa su Facebook, penso (non sto scherzando) “chissà cosa direbbe Emanuele…” 😀

      Risposte al commento di camu

      1. Trapanator
        ha scritto:

        Riguardo all’età che avanza, c’è un detto “a vent’anni anarchico, a trent’anni comunista e a quarant’anni conservatore” 🙂

      2. camu
        ha scritto:

        @Trapanator: e a cinquant’anni? 😀

      3. ha scritto:

        Ahaha, mi hai strappato una risata. Comunque è bello tu sia tornato. In questi anni son passato più volte periodicamente per vedere se, almeno il dominio, venisse rinnovato. In qualche modo sapevo che c’eri ancora! 😉
        Ciao,
        Emanuele

  2. ha scritto:

    Domanda da ignorante. Ma l “America” non è abbastanza grande da andarsene in un posto, isolarsi da quasi tutto e vivere la vita che si vuole?

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu
      ha scritto:

      Si, ci sono molti stati dove puoi fare l’eremita senza grandi preoccupazioni, specialmente al centro ed al sud. Ma proprio come in Italia, dove l’economia al sud corre ad una velocità diversa dal nord, lo stesso accade in quei posti. L’ignoranza in quei posti è ancora più marcata, il cosiddetto white trash arriva ad estremi che neppure un tollerante come me potrebbe digerire. E poi sono convinto che il problema sia endemico all’America, e che proprio come l’impero romano d’occidente intorno all’anno 400, questa nazione abbia ineluttabilmente imboccato la via del declino. E se la Cina prende il comando, le generazioni che ci seguiranno potrebbero assistere ad un nuovo medioevo che durerà qualche secolo…

      Risposte al commento di camu

      1. ha scritto:

        Sinceramente pensavo più a posti del Nord, a confine con il Canada… tipo Wolverine 😉

      2. camu
        ha scritto:

        Eh Logan ci può pure abitare, ma io già mi stanco a spalare 2 centimetri di neve un paio di volte all’anno… il freddo non fa proprio per me 😀

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