due chiacchiere

Il rapporto del Censis per il 2024

La sindrome italiana è la continuità nella medietà, in cui restiamo intrappolati: non registriamo picchi nei cicli positivi, non sprofondiamo nelle fasi critiche e recessive. Questo è quanto si legge tra le pagine dell’annuale rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Dal lontano 2007 è tradizione di questo blog fare una piccola analisi di quei dati, per capire in che direzione si muove la società italiana. Essendo reduce da un viaggio inatteso in Sicilia, quest’anno ho potuto toccare con mano alcune delle osservazioni evidenziate tra quelle pagine, forse amplificate da quel divario tra nord e sud che, nonostante tutti gli sforzi e tutti gli investimenti, rimane un problema che ad esempio costringe la gente all’emigrazione sanitaria pur di farsi curare in maniera decente, e che si traduce in un confronto impietoso dello stato delle infrastrutture nell’isola rispetto al resto del Belpaese.

Due dati in particolare mi hanno colpito nel rapporto di quest’anno: l’insoddisfazione degli italiani verso l’occidente, e l’ignoranza che avanza. “Ci siamo risvegliati dall’illusione che il destino dell’Occidente fosse di farsi mondo. Viviamo invece in un mondo scosso da forti tensioni, in cui nessuno è contento di come il mondo è. Un mondo risentito e minaccioso, in cui le insoddisfazioni dei leader e dei popoli si stratificano e si rinfocolano, introducendoci in un’era dello scontento globale”. Non mi stupisce quindi che il 2024 sia stato l’anno dei record per l’Italia: il record della denatalità, del debito pubblico e dell’astensionismo. L’astensionismo, ad esempio, ha raggiunto livelli ma sfiorati nella storia della Repubblica, pari al 51,7%, mentre l’84,4% (8 cittadini su dieci, cose che al confronto i film di Dario Argento sembrano favolette della Disney) dei cittadini ritiene che i politici pensino solo a sé stessi e il 68,5% ritiene che le democrazie liberali non funzionino più, mentre il 71,4% dei nostri connazionali pensano che l’Ue sia un “guscio vuoto, inutile, dannoso e destinato a sfasciarsi definitivamente”. Beh, io questa cosa la dicevo già in tempi non sospetti.

Passando alla cultura generale, il 50% degli italiani non sa indicare correttamente il secolo della rivoluzione francese, circa il 30% non conosce l’anno dell’unità d’Italia (1861, per i più distratti) o quando è entrata in vigore la Costituzione (1948, sempre per i distratti), né quando è caduto il muro di Berlino. Il 41% crede che Gabriele D’Annunzio sia l’autore de L’infinito, mentre per il 35% Eugenio Montale sarà stato “un autorevole presidente del Consiglio degli anni ‘50” e per il 32,4% la Cappella Sistina potrebbe essere stata affrescata da Giotto o Leonardo da Vinci, ma certamente non da Michelangelo. Insomma, si dice spesso come il sistema scolastico americano produca dei veri e propri ignoranti buoni solo a sapere come fare un vasetto di creta, e si vedono sempre quei video dove viene chiesto loro di identificare su una mappa (senza successo) questa o quella nazione, ma pare che gli italiani siano determinati a copiare anche questo dal Paese a stelle e strisce.

Il problema è che l’analfabetismo funzionale limita la capacità di partecipare attivamente alla vita sociale e politica, con conseguenze profonde per l’inclusione e la crescita. O ancora peggio, produce individui facilmente influenzabili dalle piattaforme di comunicazione online, che sull’ignoranza dilagante costruiscono le proprie fortune di generatori di fake news. Poi non bisogna stupirsi se in America viene eletto Donald Trump: è tutto collegato, basta soltanto unire i puntini per rendersene conto. Senza contare le difficoltà che questi individui avranno nel trovare un lavoro soddisfacente: la mancanza di competenze di base riduce le opportunità di impiego in un mercato sempre più orientato verso la tecnologia e la conoscenza. Così da un lato non abbiamo insegnato loro l’importanza di accettare un fallimento, e dall’altro non gli abbiamo dato un’educazione per affrontare le sfide del mondo di domani.

Si parla sempre di riforme nell’istruzione, e di certo qualcosa in Italia è stato fatto per tenere i programmi scolastici al passo con i tempi, ma stando a quanto ci racconta il Censis, c’è ancora tanta strada da fare. O forse si deduce che oramai abbiamo gettato la proverbiale spugna, e ci lasciamo trascinare dalla corrente verso un destino incerto.

Commenti

  1. La Banalità ha scritto:

    Interessante.
    Io faccio parte da quella parte che non sa l’anno della loro esistenza.
    Ho la terza elementare .,……….Però c’è sempre un però.
    Non fa una grinza questo sondaggio …… tutto vero, siamo un popolo che per metà va solo buttato in un burrone ……. come facevano gli spartani con la gente che presentava delle difficoltà fisiche dunque non servivano alla società.
    Questo sondaggio stà solo confermano la distanza che c’è tra me e te ….. l’utilità del sondaggio è solo questo.
    Ma questo sondaggio è valido con gli anni che preccedevano il 2024, per arrivate al 1900.
    Bene o male è la stessa distanza del 1900 dunque siamo un popolo stagnante ….. dunque un popolo puzzolente.
    Ed è giusto che i governi che abbiamo eletto ci rappresentano degnamente ……….. è quello che meritiamo come popolo che è fermo in tutti i campi.
    Per non dimenticare che per far si che gli USA arrivassero qui in Sicilia hanno dovuto avere il permesso della Mafia, ed il popolo ha già dimenticato il Patto stato mafia.
    Tutti i governi hanno combattuto la mafia (a parole) nei fatti non è così, ed anche questo il ppolo lo ignora.
    Tutti i governi hanno sconfitto la Mafia …La mafia vuole che cresca l’ignoranza per strumentalizzare persone con la mente bendata.
    ED i governi alimentano tutto questo …….. nonn creando una solida base dall’asilo con ottimi insegnanti che istruiscono già dall’asilo, che un popolo per vivere bene ha bisogno delle regole è noi in ITalia abbiamo una Costituzione che regola di vita civile è libera.
    La liberta non ha nulla a che vedere con il libertinaggio.
    Diciamo mi fermo qui. ma ci sarebbe molto da scrivere. (scusa per gli errori)

    Risposte al commento di La Banalità

    1. camu ha scritto:

      Vorrei precisare che l’obiettivo di questa “tradizione” che ho sul blog non è per me quello di piangersi addosso e commiserare la gente che vive in Italia. Poi tra l’altro mi dicono che, vivendo in America, a me dovrebbe importare poco o nulla di queste cose che succedono in Italia. La verità è che il cordone ombelicale non si spezza e non si spezzerà mai, e questi spunti di riflessione dovrebbero essere il punto di partenza per ognuno di noi di rimboccarci le maniche nel nostro piccolo e contribuire a migliorare le cose. La speranza non deve abbandonarci mai, altrimenti è finita.

      Risposte al commento di camu

      1. La Banalità ha scritto:

        Io non ho discusso le abitudini del tuo blog, ne tanto meno ho alluso ad un piangersi sopra.
        Metto in discussione il Censis …… che percentuali più o meno dice un po le stesse cose degli anni precedenti.
        Eì come leggi tu certe notizie li leggano tutti i governi attuali è precedenti ……..è mai nessuno ha fatto nulla
        Portando esempio di mafia è non mafia di scuola e non scuola è di buon insegnanti di libertà e di libertinaggio…….. la base di una buona crescita.
        IO non ho toccato ne te, ne il tuo blog.
        E credo tu abbia interpretato male il mio scritto ……….è questo mi dispiace.
        SE non ricordo male il Censis è stato creato da un politico socialista credo longo, è credo che prenda soldi dallo stato ……….. per non fare nulla.
        La cosa che più mi addolora che tu abbia interpretato male il mio semplice concetto.
        Colgo l’occasione di augurarti un buon fine anno ed un felice anno nuovo auguri

  2. Giuseppe ha scritto:

    Il rapporto del Censis dipinge un quadro inquietante ma tristemente realistico: una società intrappolata nella stagnazione culturale e sociale. L’analfabetismo funzionale e la disillusione verso la democrazia sono segni di una crisi profonda, alimentata dall’incapacità di innovare e investire in modo efficace nell’istruzione e nella coesione sociale. La sfida più urgente non è solo riformare il sistema educativo, ma risvegliare la consapevolezza che senza cultura e partecipazione attiva, non c’è futuro. Servono visione, coraggio e una mobilitazione collettiva per invertire la rotta, prima che questa “era dello scontento” diventi irreversibile. Un caro saluto!

    Risposte al commento di Giuseppe

    1. camu ha scritto:

      Sante parole, Giuseppe. La domanda allora diventa “da dove partire?” per risvegliare questa consapevolezza, quest’orgoglio nazionale, questo senso di comunità in cui l’egoismo ed il “me” possano lasciare il posto alla partecipazione sociale vera?

      Risposte al commento di camu

      1. Trap ha scritto:

        Il problema è che la maggior parte della gente darà sempre colpa a chi è sopra di loro (“piove, governo ladro”) senza muovere un muscolo di un dito

        Risposte al commento di Trap
        1. camu ha scritto:

          Precisamente. Scrivevo quello che hai detto tu su un altro blog, in cui si commentava il fatto che l’indignazione telecomandata spesso si ferma alla protesta sui social. A volte si vedono i ragazzi scendere in piazza (vedi per la Palestina, o per protestare contro il caro affitti a Milano), ma anche quelle sembrano azioni che lasciano il tempo che trovano, e si spengono molto velocemente. Il motivo per cui questo accade è tutto da studiare.

          Risposte al commento di camu
          1. Trap ha scritto:

            Aneddoto: quando dopo la seconda guerra mondiale, gli alpini avvisarono i napoletani che se non avrebbero tolto la neve dai loro tetti dopo una grossa nevicata, questi tetti sarebbero crollati sotto il peso. La loro risposta è stata: “e a noi chi ci paga?” 🙂

            Risposte al commento di Trap
            1. camu ha scritto:

              😀 Checco Zalone sarebbe fiero…

  3. Scricciolo ha scritto:

    Nulla di nuovo, vista la tendenza degli ultimi anni, ma vedere questi dati snocciolati tutti di seguito fa accapponare la pelle. In merito all’ignoranza, non dico nulla. Nonostante legga sempre molto, tanti dati mi sfuggono o meglio non li ricordo con precisione. Ma il problema è che ormai, a parte le date o chi ha fatto cosa, non c’è più cognizione di niente. Come non esistesse più causa ed effetto e il domani non sia poi così importante. Mah. Chi vivrà vedrà.

    Risposte al commento di Scricciolo

    1. camu ha scritto:

      Hai detto bene, “il domani non sia poi così importante”, e poi si vedono, ad esempio negli Stati Uniti, i suicidi salire in maniera preoccupante tra i giovani in età compresa tra 15 e 44 anni mentre i boomer americani si fanno le crociere e vivono la bella vita sulle spalle dei giovani, a cui hanno rubato tutte le risorse e lasciato un pianeta distrutto.

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina