due chiacchiere

In italia la vita inizia a 55 anni

Riprendo il titolo di un articolo di Stefano Quintarelli su il Post di qualche mese fa, per scrivere due righe su questa tornata elettorale che si appresta ad entrare nel vivo man mano che ci si avvicina al giorno fatidico. I lettori di vecchia data sanno benissimo che raramente tratto argomenti politici su questo blog, perché preferisco lasciare il segno nella grande piazza della rete con qualcosa di meno effimero, che possa tornare utile anche dopo 7 anni che è stato scritto. Ma avendo ricevuto alcune richieste di pronunciarmi sull’argomento, ho pensato di accontentarli gettando i miei due centesimi, come si dice in America, nel calderone della discussione. I più curiosi che vorrebbero conoscere su quale simbolo elettorale apporrò la mia crocetta, si accontentino solo di sapere che sono un fautore della rottamazione e convinto sostenitore di quanto detto dal Presidente della Repubblica a tal proposito: “La difficoltà del futuro dell’Italia è che l’Itala in passato ha pensato molto poco al suo futuro”.

Insomma, dobbiamo ringraziare la generazione che ci ha preceduto, per aver pensato solo a se stessa, e molto poco a chi sarebbe venuto dopo. Per aver costruito un sistema blindato a cui solo lei ha accesso, mentre tutti gli altri si ritrovano con le pezze sul deretano a cercare di far quadrare i conti a fine mese. E queste elezioni, che molti speravano essere quelle della svolta e del rinnovamento, non fanno che confermare la trincea della casta e dell’apparato. Dice Quintarelli:

Durante questo periodo di governo, le nomine sono state fatte sia dal governo stesso che dalla politica; in totale ne ho contate ed esaminate 40. L’età media dei nominati è stata 61 anni. Il valore mediano tuttavia è di 63 anni, segno che alcuni “molto giovani” rispetto al gruppo hanno abbassato la media. L’età media delle 24 nomine “governative” è 63 anni, la mediana 64. L’età media delle 16 nomine “politiche” è 59 anni, la mediana 62.

Se uniamo questi numeri a quelli di Rudy Bandiera sull’analfabetismo della popolazione italiana, risulta quanto mai evidente come mai il Belpaese abbia fatto le scelte politiche che ha fatto, e come mai Berlusconi ancora oggi sia in grado di far parlare tutti di sé con qualche scenetta degna del miglior cabaret.

(da Siamo un popolo di analfabeti funzionali e, spesso, di idioti) 

Un articolo di Tullio De Mauro, linguista, traccia un quadro terrificante sulla capacità di comprensione della lingua parlata e scritta del popolo italiano. Nello studio, datato 2008 e quindi stilato in tempi non sospetti, De Mauro riporta che il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è sostanzialmente analfabeta, cioè non in grado di distinguere lettere e cifre. Il 38% degli italiani sa leggere, cioè riconoscere lettere e numeri, ma ha difficoltà evidenti di lettura. Il 33% degli italiani che sa leggere in maniera fluente ha difficoltà di comprensione del testo.

Solo il 20% della popolazione adulta italiana è in grado di usare la lingua italiana come strumento che fornisca “gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”.

Quello che è mancato e manca ancora oggi è un impegno serio a costruire una base sociale più solida, attraverso una scuola con più fondi, con programmi più moderni. E non iniziative fantoccio come i corsi di matematica in inglese alle scuole superiori (a quanto pare di moda in Italia). Ci vuole un’educazione civica più radicata nell’insegnamento quotidiano, incentivata con iniziative divertenti in grado di coinvolgere i ragazzi. Che invece si sentono più che mai distanti dalle istituzioni.

D’altro canto, solo un politico pazzo avrebbe in mente di promuovere seriamente una cosa del genere. Mantenendo le masse ignoranti ed attaccate alla televisione a guardare i reality, può comandarle più facilmente 😉 Che strano, questa storia mi sembra d’averla già sentita da qualche parte… 

Commenti

  1. ha scritto:

    Ah! Che bella notizia . . . ho sonno, in questi giorno sono stata “assente” dal mondo intero (web & reale, per cui mi sono fermata al titolo . . . secondo cui io sono neonata! 😀

    Passerò a leggere tutto! 😉

    Ciao, Fior

  2. Trap
    ha scritto:

    Per poter fare una “rivoluzione politica”, è necessaria una “rivoluzione culturale”.

    Risposte al commento di Trap

    1. camu
      ha scritto:

      Verissimo. Peccato che in Italia, come in America, la nuova generazione di scolari abbia più potere dei maestri: t’immagini il maestro del Libro Cuore a bacchettare i bimbi? Scatterebbero subito denunce e querele 🙂 In questo clima, a pochi insegnanti viene la voglia di innovare o cambiare il sistema dal basso 😉 Che è esattamente ciò che i capi lassù in alto vogliono…

  3. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Proprio oggi alla rassegna stampa di Radiotre parlavano della quota di accesso alla candidatura per i parlamentari (come sostegno al partito): se ricordo bene, 2.500 Euro da versare anticipati per la candidatura al Pdl, 3.500 da detrarre dallo stipendio mensilmente per la candidatura al Pd.
    L’accordo verrebbe ratificato presso un notaio.
    La ragione è che l’autofinanziamento dei partiti è ormai tradizione…
    http://www.radio.rai.it/podcast/A42564794.mp3

    Risposte al commento di Francesco carzedda

    1. camu
      ha scritto:

      Interessante… Ma in fondo si tratta di un piccolo investimento per avere poi benefici a vita 😉

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