due chiacchiere

In viaggio a Washington, D.C.

Come forse ricorderai, durante le vacanze di Pasqua, l’allegra famiglia Camu ha deciso di passare qualche giorno fuori porta in quel di Washington, DC. Quattro giorni in cui abbiamo visitato i monumenti della capitale, ma anche esplorato i quartieri meno frequentati dai turisti. Come ad esempio Georgetown, una zona a pochi minuti di metropolitana dal centro, dove potersi rilassare passeggiando per i vicoletti d’ispirazione europea, tra i quali si nascondono piccoli tesori come la pizzeria Il Canale. Sunshine è sempre molto brava ad organizzare i viaggi fuori porta, e grazie a lei abbiamo potuto addentare la deliziosa pizza fatta dal signor Farruggio e dai suoi pizzaioli. Ecco dunque un riassunto di quello che abbiamo fatto.

Lo scontrino del pranzo, con 2 pizze ciliegine, 2 margherite, 1 espresso, totale 60 dollari

Arrivo in città

Partiti da casa verso le 9 del mattino, e dopo un paio di soste in autostrada, siamo arrivati a Washington verso le 14. L’albergo si trovava ad Arlington, nello stato della Virginia. La metropolitana per recarsi in centro era ad un paio di isolati di distanza, e non abbiamo avuto l’impressione che fosse pericoloso avventurarsi sottoterra, anche la sera tardi. Altri mezzi pubblici a disposizione includono gli autobus ed un servizio navetta chiamato Circulator, che ti porta a spasso per i vari quartieri. La metro si paga in base alla distanza di percorrenza: più lontana è la stazione di destinazione, più paghi. Puoi comprare delle tesserine e ricaricarle all’occorrenza. Assicurati di avere abbastanza soldi nella tesserina, altrimenti avrai problemi ad uscire dalla stazione per insufficienza fondi, come è capitato a noi una sera.

Dopo aver fatto il check-in in albergo ed esserci rilassati per una mezz’oretta, abbiamo preso la metro e siamo andati al National Mall, l’immensa piazza dove si trovano il Campidoglio, l’obelisco di George Washington ed la gigantesca statua di Abramo Lincoln. Portati scarpe comode, perché c’è tanto da camminare! Volendo puoi noleggiare i vari scooter elettrici sparpagliati per i marciapiedi, ma se hai pargoli al seguito, non potrai noleggiarne più di uno per ogni cellulare, quindi a quel punto forse è meglio prendere un Uber, se proprio non vuoi camminare. Per la cena siamo scesi alla fermata Foggy Bottom, vicino alla Georgetown University, ed abbiamo cenato in un localino chiamato Circa. Poi siamo saltati di nuovo sulla metro, direzione albergo.

Musei gratuiti

Se hai avuto la fortuna di ricevere un biglietto per visitare il Campidoglio o la Casa Bianca (da prenotare mesi e mesi in anticipo), ti consiglio di cominciare la giornata con quelle escursioni. Dal centro del National Mall, la Casa Bianca si trova a circa 20 minuti di distanza a piedi. Noi che non siamo stati baciati dalla dea bendata, abbiamo visitato i giardini botanici (sempre sul National Mall), ed il museo di storia naturale. La bellezza della capitale americana è che la stragrande maggioranza dei musei disponibili in zona si possono visitare gratuitamente (a volte serve la prenotazione in anticipo, per via del Covid). Quindi puoi entrare ed uscire dai vari edifici uno accanto all’altro senza troppe preoccupazione. Per pranzo hai un’ampia scelta di venditori ambulanti che vendono ogni tipo di cibo dai loro furgoncini parcheggiati a bordo strada.

Dopo un pisolino nel prato attorno all’obelisco di Washington, puoi andare a sbirciare da lontano la Casa Bianca, ed infine fare due passi in direzione del mausoleo di Jefferson, circondato da ciliegi ed un bellissimo lago. Se vai nel periodo giusto all’inizio della primavera, può essere che assisterai al bellissimo spettacolo dei ciliegi in fiore, che tra l’altro emanano un profumo meraviglioso. Noi speravamo di essere ancora in tempo, ma il caldo delle ultime settimane sembra aver accelerato la fioritura, e da quanto ci hanno detto, ce la siamo persa di pochi giorni. Se vuoi puoi anche fare un’altra capatina al monumento di Lincoln, che si trova nei paraggi. Se tutto questo camminare ti ha messo fame, puoi ordinare una cena a base di tacos messicani e fartela portare direttamente in albergo.

Georgetown ed Old Town

Il terzo giorno comincia con una passeggiata tra i vicoli di Georgetown, di cui parlavo all’inizio. Qui potrai respirare l’aria di un tipico ateneo privato americano, e visitare i negozietti che si trovano sulla via principale, alla caccia di qualche souvenir da portare a casa. Se sei in macchina, ci sono parcheggi vicino al fiume a prezzi tutto sommato ragionevoli (una ventina di dollari per mezza giornata), e sei hai fame, vai a mangiare dal signor Farruggio: in 15 anni che sono in America, giuro che è la prima volta che assaggio una pizza così buona e così vicina all’originale fatta a Napoli. Poi dopo una passeggiata digestiva, salta in macchina ed imposta il navigatore in direzione di Old Town Alexandria, sul fiume Potomac. Se sei in zona duranta la stagione primaverile o estiva, troverai un ambiente tipicamente vacanziero, con musicanti di strada, ristoranti all’aperto, ed una brezza leggera che ti accarezza i capelli. Per mangiare come ai tempi di George Washington, prenota una cena a Gadsby’s Tavern, non te ne pentirai.

Scappiamo dalla stanza

L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato al puro divertimento. Ci siamo svegliati con calma, abbiamo approfittato dell’abbondante colazione gratuita, e poi ci siamo diretti nuovamente verso Georgetown, dove il giorno prima avevamo prenotato una escape room. In pratica l’esperienza consiste nell’essere rinchiusi in una stanza, dal quale bisogna uscire risolvendo i vari misteri sparsi tra gli oggetti contenuti nella stanza stessa. Nel nostro caso si trattava di una stanza all’interno di una piramide egizia, e noi novelli Indiana Jones dovevamo capire dove fossero nascoste le chiavi per aprire il sarcofago che conteneva le indicazioni per l’uscita. Grazie al gioco di squadra siamo arrivati vicinissimi alla soluzione, ma non ce l’abbiamo fatta nell’ora a nostra disposizione. Però è stato davvero divertente.

Finita l’avventura egizia, abbiamo preso un’insalata veloce per pranzo, e siamo tornati a Washington, per visitare il museo Hirshhorn prima (gratuito), con una mostra di un’artista disabile, in cui viene raccontato il suo modo di vedere il mondo, ed il Museo Internazionale delle Spie dopo (a pagamento, da prenotare in anticipo). Il centro commerciale sotto il museo offre un’ampia scelta di cibi per completare la giornata, ma ricorda che non rimane aperto fino a tardi.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Eh eh, Katia si ricorda ancora quel viaggetto 😀

    Risposte al commento di Trap

    1. camu
      ha scritto:

      Beh, Washington non si dimentica mai 😂

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