due chiacchiere

La coscienza di Zeno

Guardandola dal punto di vista dell’acculturamento personale, l’America mi sta facendo proprio bene: ho letto più libri negli ultimi mesi che sono qui, di quanti ne avessi letti negli ultimi anni in Italia. Forse è un istinto di salvaguardia della lingua, della cultura, delle mie radici, non so. L’ultimo romanzo l’ho preso dai classici italiani: dopo Il ritratto di Dorian Gray, adesso è la volta della Coscienza di zeno di Italo Svevo. In realtà volevo rileggere Senilità, che tanto mi appassionò ai tempi della scuola media, ma ho finito per scegliere l’altro. Come Dorian, anche Zeno risente dell’influenza di Sigmund Freud nella lunga analisi che fa del suo modo di essere e di approcciare i problemi della vita. La mia prima impressione? Ti viene quasi voglia di fumare, leggendo il primo capitolo! Un vero spot pubblicitario alle sigarette, ed all’impossibilità di togliersi questo viziaccio.

Mi è molto piaciuto il capitolo in cui analizza il modo in cui finisce per sposare sua moglie: attratto in maniera quasi morbosa dalla sorella maggiore, il suo spirito perennemente indeciso finisce per pendere verso quella che lui stesso all’inizio etichetta come la “sorella brutta” tra le quattro a disposizione. Sarà che io sono una persona a cui piace prendere le decisioni (spesso troppo impulsivamente, lo ammetto), ma davvero più proseguivo nella lettura, più Zeno mi stava antipatico. Troppo immerso nei suoi pensieri, nell’analizzare con scrupolosità scientifica ogni gesto prima ancora di averlo compiuto.

Forse non siamo più abituati agli “eroi” del secolo scorso, troppo presi dalla vita frenetica che ci circonda, in cui c’è poco tempo per pensare, altrimenti sei già vecchio. E finisci poi per dare alla tua esistenza una piega che non sarà più possibile togliere. Ecco allora come leggere il rapporto con la moglie, quello con il padre e quello con la suocera: tutti teoricamente ben impostati, se non fosse per l’esagerata voglia di autoanalisi di Zeno. Ma davvero sono ancora attuali certi classici? Vale proprio la pena di farli studiare a scuola?

Commenti

  1. ha scritto:

    Andando un po’ fuori argomento… mi chiedo da un po’: ti vedremo mai scrivere anche in inglese da queste parti? 🙂
    Ciao,
    Emanuele

  2. LaCapa
    ha scritto:

    La Coscienza di Zeno è un capolavoro… L’ho letto qualche mese fa, in preda ad una sorta di delirio ascetico dalla dubbia provenienza, e non mi è piaciuto granché. Subito, a caldo, l’ho odiato. Poi, riflettendoci sopra, ho cominciato ad affezionarmici e, infine, sono arrivata alla conclusione che è geniale. Zeno è l’emblema dell’inettitudine, della riflessione che prevale sull’azione, del disagio di vivere in un mondo poco adatto alle esigenze di ognuno. Terminato il romanzo, nella mia testa, s’erano innescati tanti di quei meccanismi del pensiero che mi scoprivo a dubitare perfino del significato delle parole. Immergersi in Svevo, a mio modesto parere, è veramente illuminante.

  3. camu
    ha scritto:

    Lacapa, mi consola leggere che non sono il solo ad aver provato quelle sensazioni, durante la lettura. Diciamo che verso il finale, quando parla dell’amante Carla, un po’ si riprende, ma quest’inettitudine è proprio parte del suo modo di essere.
    Emanuele, good question, indeed. A dirla tutta, questo blog è predisposto per visualizzare gli articoli sia in italiano che in inglese. Traduzione manuale, genuina, non industriale fatta con i sistemi automatici. La verità? Ultimamente mi sono concentrato molto sul “contenitore” e meno sulla cura del contenuto. I buoni propositi però ci sono tutti: superata la soglia dei 1000 articoli (a questo ritmo, entro Settembre), diminuirò la frequenza ed aumenterò la qualità. Comprese le traduzioni in inglese!

  4. Claudio
    ha scritto:

    Ettore Schmitz è sempre attuale,i suoi eroi oggi sarebbero l’uomo ragno o qualche altro inetto come lui.Aveva poi quel dono di prevedere gli avvenimenti.Leggiti le ultime paginette del libro “La vita attuale è inquinata alle radici…”dove sembra di vedere l’effetto di una bomba atomica.Hai ragione quando dici che Zeno è pieno di sè ed è pure antipatico.Ma ci assomiglia troppo per escluderlo,magari cerchiamo di non esserlo noi troppo pieni di noi stessi,rispecchiandoci in lui.
    Saluti
    Claudio

  5. davide
    ha scritto:

    La Coscienza di Zeno l’ho letto al liceo, e mi era piaciuto.. L’ho riletto da solo, e ho capito che era un capolavoro.
    Certo che vale la pena farli studiare a scuola: cosa c’è di più attuale di un uomo che crede di essere malato e finisce per capire di essere sano per il semplice fatto di sapere di essere malato?

  6. camu
    ha scritto:

    Davide, la mia domanda finale era una provocazione, in effetti. Ma i ragazzi d’oggi, cresciuti a pane e cellulari (o computer, o consolle, o quello che di tecnologico preferisci) non si riescono più ad immedesimare in questi eroi, li sentono lontani. E finisce che si annoiano e passa loro la voglia di studiare. Sono d’accordo che siano dei capolavori, solo che la squola (ehm, la scuola) dovrebbe tenersi più al passo con i tempi. E far riflettere sugli eroi contemporanei. Se non altro per difendere le nuove generazioni dalle veline usa e getta e dai tronisti di Maria De Filippi.

  7. sara
    ha scritto:

    allora io trovo qst libro stupido….nn si capisce nnt …..

  8. luigi
    ha scritto:

    è un capolavoro assoluto, per quanto mi riguarda il più grande romanzo italiano di tutti i tempi (fatta eccezione per “I Promessi Sposi”).
    Un libro coinvolgente, riflessivo, con molte chiavi di lettura e la famosa “profezia” alla fine… l’ho letto al liceo la prima volta e mi piacque, poi l’ho riletto meglio ultimamente ed è veramente bellissimo

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