due chiacchiere

La mozzarella bianca americana

L’altro giorno la moglie m’ha portato a mangiare in una pizzeria a 15 minuti da casa nostra, un posto gestito da italiani dove si può assaggiare un’ottima pizza cotta nel forno a legna (raro, da queste parti), con basilico fresco, crosta morbida e sottile, e pomodoro al giusto punto di acidità. Buonissima: se non fosse stato per il colore della mozzarella avrei giurato che fosse una pizza proveniente direttamente dall’Italia. Già, una cosa che noterai quando verrai qui in America è quel bianco quasi artificiale dei latticini sul disco di pane: un bianco gesso a cui io non ero abituato, data la tonalità “bianco sporco” dell’equivalente prodotto culinario italico. Per carità, il sapore è uguale, persino la consistenza filante, e stando a quanto dichiarato nel menù, si tratta di mozzarella di bufala. Ma sono certo che quel bianco che più bianco non si può, farà storcere il naso a molti turisti.

Come anche i condimenti bizzarri che si trovano in alcuni posti. Non che l’Italia sia da meno: funghi e olive non sono i soli ingredienti che ho trovato sulle pizze in giro per il Belpaese. In Trentino ne fanno una con asparagi e polpi, in Sicilia ci mettono il mais, i piselli, il wurstel, l’uovo sodo e le patatine fritte, all’isola d’Elba c’è quella con le acciughe, e via dicendo. Quindi non mi sconvolge più di tanto vedere che qui la preparano con:

  • pollo sbriciolato e patatine con un filo di maionese sopra
  • polpette di carne al sugo (anche note come meatballs), la mia preferita
  • pasta e ragù
  • funghi e pepperoni, che non sono le verdure, ma un salame piccante molto diffuso negli Stati Uniti

Ovviamente ci sono anche gusti più semplici, adatti ai palati italici. Anche se non si chiamano capricciosa, margherita e calzone. Quest’ultimo, in particolare, qui lo trovi sotto il nome di Strombòli, con l’accento sull’ultima o. Il mio preferito è con ham and mozzarella cheese, ovvero prosciutto e mozzarella. Insomma, la prossima volta che organizzi un viaggio turistico nel Paese a stelle e strisce, sai già cosa aspettarti, e soprattutto cosa ordinare in pizzeria.

Commenti

  1. SteveAgl
    ha scritto:

    Beh qua a Milano una catena di pizzerie (ce ne sono 4 o 5 credo) famosa per le pizze di dimensioni extralarge, ha una versione in cui la pizzza che sborda dal piattone per circa 10 cm per parte è per meta una pizza a tua scelta (quindi anche con toppings estremi o abbondantissimi) e mezza con uno dei primi (pasta o gnocchi) a scelta… giusto per garantirsi una digestione avventurosa e sogni in technicolor la sera 🙂

  2. camu
    ha scritto:

    @SteveAgl: ammazza 😀 Altro che digestione avventurosa, lì finisce che ti diventa la pelle blu e le orecchie a punta e diventi un personaggio di Avatar… Grazie comunque per il contributo. Se vengo a Milano, di sicuro voglio farci un salto!

  3. Caigo
    ha scritto:

    Tempo fa sentii un operatore di slowfood dire: un vero formaggi deve aver un colore che tende al giallo (giallo che tradisce presenza di sano beta carotene, tutti i prodotti “troppo” bianchi dovremmo chiamarli meno dignitosamente derivati dal latte (spesso in polvere).
    Purtroppo nel nome del prezzo (?) anche gli scaffali italiani sono sempre più forniti di prodotti dalla dubbia qualità.

  4. Simona
    ha scritto:

    Oddio non parliamo di latticini, visto un ultimo servizio di una trasmissione non molto amata dai politici italiani…da brivido, per fortuna da noi (paese povero del sud XD) ci sono tantissimi agriturismi, nei quali producono con il latte dei loro animali le mozzarelle e altri formaggi…e infatti vedrò di andare da uno di questi…

    A proposito di pizze, invece, qui la preparano anche con il nero della seppia (che solo a vederla è disgustosa!)

    Piccolo aneddoto 😀
    Quando andai in Irlanda in viaggio di nozze, ci venne la splendida idea di provare la pizza (a mezzogiorno) al ristorante accanto al nostro hotel. Dopo aver ordinato, seguiamo con lo sguardo il cameriere, che dà l’ordinazione al ‘pizzaiolo’. Questo prende dal congelatore, ripeto congelatore, apre la confezione e onfirna una pizza tipo quelle che si comprano nei supermercati!!!
    Io e mio marito ci guardiamo sbalorditi, però ormai era troppo tardi.
    Giusto per la cronaca: a Dublino ci sono tantissimi ristoranti che si definiscono ‘italiani’, ma uno vero lo abbiamo trovato ‘Boccaccio’ con vero pizzaiolo napoletano!!!! 🙂

  5. camu
    ha scritto:

    @Simona: vabbè pure voi però… allora anche io quando sono andato in Giappone, ho ordinato una pizza e non ti dico neppure cosa m’hanno portato eheh. Questo dovrebbe insegnarci che… Paese che vai, cibo che trovi, o detta altrimenti: mangia le cose del posto, non quelle di casa tua 🙂

  6. Arianna
    ha scritto:

    Quando mi capita di viaggiare all’estero (poche volte, purtroppo!) mi sorprende ogni volta scoprire ricette italiane proposte in ristoranti stranieri di cui non conoscevo l’esistenza. Ad esempio in un ristorante a Parigi ho trovato la pasta alla toscana, che sinceramente non avevo mai sentito nominare seppure viva in toscana; o la pizza alla Bolognese, di cui non ricordo gli ingredienti, ma mi parve piuttosto strana.
    Comunque la pizza con le patatine fritte è buonissima mentre quella con la pasta sopra mi dà da pensare.
    Ed è già da qualche giorno che spio il tuo blog, e lo trovo davvero piacevole! 🙂

    Risposte al commento di Arianna

    1. camu
      ha scritto:

      @Arianna: innanzitutto benvenuta! Si, i piatti italiani all’estero sono una cosa che non finisce mai di stupirmi. Qui in America le penne Alfredo sono una famoso caso di qualcosa che in realtà gli Italiani neppure sanno cosa sia!

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