due chiacchiere

Pagina non trovata

"C'era una volta una pagina...", diranno subito i piccoli lettori di questo blog. Era una pagina graziosa, rifinita in tutti i particolari, davvero adorabile. Poi deve essere successo qualcosa di terribile, qualcosa che non oso neppure immaginare. Un lampo di luce, un suono assordante, l'odore acre del codice HTML che bruciacchia, e quella pagina non c'era più, sparita per sempre nel limbo delle pagine che non sono.

Di chi sia la colpa è difficile a dirsi. Google? Yahoo? I tizi del provider che ospita questo sito? L'autore di duechiacchiere.it? Si, deve essere stato lui, quel rimbambito ha pensato che la pagina stesse solo occupando spazio inutile e deve averla freddata con un colpo secco. Ma come si permette, quell'idiota?

E così eccoci qui. Che si fa adesso? Beh, personalmente ti consiglierei di dare un'occhiata alla navigazione in alto, chissà che non noti qualche indicazione utile a ritrovare la retta via. Se proprio non riesci a scovare quello che stavi cercando, ti consiglio di contattare l'autore del blog tramite l'apposito modulo. Nel frattempo, ti propongo qui di seguito alcuni post che potrebbero stuzzicare la tua curiosità.

Una società mucillagine

Qualche giorno fa, il Centro Studi sugli Investimenti Sociali (meglio noto come Censis) ha pubblicato l’annuale rapporto sull’andamento della società del Belpaese. Per me è diventata una piacevole abitudine: leggerlo con calma per capire dove va l’Italia di oggi, specialmente da quando non ci vivo più. I giornali, come sempre, hanno dato risalto ancora una volta alle note negative presenti nel documento: per il secondo anno di fila, gli esperti del Censis parlano di “mucillagine” sociale. Già, secondo i mezzi di “condensazione” dell’informazione, pare che l’Italia sia  incapace di riconoscersi come unica nazione, identificandosi come (le parole sono prese dal comunicato stampa) un insieme inconcludente di “elementi individuali e di ritagli personali” tenuti insieme da un sociale di bassa lega. Ti riporto il paragrafo di apertura, suggerendosi di leggere il resto sul loro sito. : Leggi il resto »

Buon Natale con l’elefante bianco

Non so quanti tra i miei piccoli lettori si preoccuperanno oggi di controllare il loro feed per scoprire cosa succede nella blogosfera. Prima di tutto vorrei augurarti che tu possa passare questo Natale con attorno le persone più care che ti fanno star bene. Perché, significato religioso e commerciale a parte, il vero senso di queste feste è, secondo me, quello di riconnettere i rapporti sfilacciati da tre anni di montagne russe (tra Covid e guerre varie),  che hanno fiaccato la nostra voglia di socialità. Proprio in quest’ottica, vorrei raccontarti oggi di una tradizione molto diffusa nel Paese a stelle e strisce, specialmente nell’ambito lavorativo: lo scambio dei doni dell’elefante bianco. Tutti ci siamo trovati in una situazione in cui non sapevamo cosa regalare ad un gruppo di amici o di colleghi in ufficio. Bene, l’elefante bianco può essere la soluzione che toglie d’impaccio tutti quanti. Il nome, stando a Wikipedia, sembra legato ad una diceria secondo cui un principe thailandese regalò, appunto, un pachiderma albino ad alcune persone che gli stavano antipatiche: vista l’unicità dell’animale, non se ne sarebbero potuti disfare facilmente, ed avrebbero dovuto sobbarcarsene i costi relativi. : Leggi il resto »

L’informazione dietro le quinte

Riprendo nuovamente un discorso iniziato qualche settimana fa, concludendo in questo terzo ed ultimo intervento l’analisi del processo che è alla base della costruzione di un buon prodotto web. Abbiamo visto come il punto fondamentale sia la raccolta e l’organizzazione delle informazioni, che sono poi il “cuore vitale” di un sito, per sua stessa natura. Una volta ottenuto tutto il materiale, arriva il momento di presentarlo ai visitatori. Ma con quale veste grafica? : Leggi il resto »

Pane, amore e…

A volte torno stressato dal lavoro, non tanto per la quantità di mansioni che mi tocca svolgere, quanto per la qualità (bassa) di quello che mi viene assegnato. E dire che sono un “laureato” che ha studiato, conosce tonnellate di teoria, e potrebbe fruttare molto di più, se messo all’opera in settori che invece sono lasciati completamente allo sbando. Ma si sa, gli informatici abbiamo questo destino, almeno nel Belpaese: sudare sette camicie per conseguire l’agognato titolo, avere tante belle speranze, e poi ritrovarsi ad essere stipendiati meno di mille euro al mese per fare lavori demotivanti e senza organizzazione. Ok, questo è uno sfogo personale, sono certo che molti riescono ad ottenere condizioni migliori delle mie, quindi non posso generalizzare sulla situazione dei poveri informatici sfruttati. : Leggi il resto »

Palbi incontra Silvana

Oggi nel mio salotto virtuale ho invitato un italo-americano: è il mio piccolo contributo a far conoscere il sottobosco di blog degli emigrati all’estero, che raccontano attraverso le pagine dei loro diari, un Paese straniero visto da un “ex” abitante del Belpaese. Sotto tutti gli aspetti. Per par condicio (che di questi tempi è sempre di moda) l’ho affiancato ad un’italiana pura, di quelle che fanno la stessa analisi degli altri, ma sulla propria stessa Nazione. Inevitabile lo sfociare nell’ambito politico, sia dall’una che dall’altra parte. Ed interessante il modo in cui, i due estremi dell’oceano atlantico, si uniscono nelle risposte alle mie domande più o meno impertinenti. Eccoti dunque l’intervista doppia di Silvana e Palbi.

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