due chiacchiere

La pandemia e la democrazia

Siamo in questa pandemia da oramai quasi due anni, ancora non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel, ed io non riesco a capire come mai. Quando il mondo fu infestato dall’influenza spagnola all’inizio del secolo scorso (un debutto in grande stile, non c’è che dire, del virus H1N1), morirono un sacco di persone, ma se ne uscirono nel giro di un paio d’anni. Eppure non avevano accesso alla conoscenza, tecnologia ed organizzazione internazionale che abbiamo a disposizione nel 2021. Ai giorni d’oggi riusciamo a mandare robot su Marte e sparare missili che attraversano l’intero oceano Pacifico per colpire obiettivi con precisione millimetrica, eppure i governi non riescono a mettere insieme un piano d’azione coeso (si dice così, vero?), e continuano a brancolare nel buio e nell’incertezza. Forse perché non abbiamo, scusami l’espressione, politici con le palle come c’erano nel 1920. Non solo in Italia ed in America, sia chiaro, ma a livello mondiale, con qualche rara eccezione.

In maniera un po’ provocatoria, a volte mi chiedo se la democrazia consumistica che abbiamo creato in Occidente non finirà per distruggere la civiltà per come la conosciamo. Forse il modello cinese di democrazia autoritaria, sul quale il governo di Pechino ha da poco rilasciato un interessante documento di 55 pagine che ti consiglio di leggere, non è poi così sbagliato. Forse il capitalismo occidentale, che trova la sua incarnazione più estrema ed aggressiva negli Stati Uniti, non è il modello da seguire.

Tutti ci scandalizziamo di fronte alla censura cinese ed alle presunte mediocri condizioni di vita di cui ci parlano i media, ma convenientemente chiudiamo un occhio sulle condizioni di vita di tante persone anche in Occidente. In America, se ti fai male e ti trasportano in ambulanza in ospedale, il solo viaggio ti costa qualche migliaio di dollari. E non hai neppure varcato la soglia dell’edificio. Tant’è che la gente ha imparato a chiamare un Uber per le emergenze. Un Uber, porca miseria. E devi sperare che non ti portino in terapia intensiva, perché altrimenti ad arrivarti un conto di qualche milione di dollari (si, nessun refuso) non ci vuole niente. Ecco perché il Covid non ce lo toglieremo di mezzo anytime soon: qui la gente non vuole proprio avere a che fare con la sanità. E poi manca una cultura medica di base, che noi Italiani invece sembriamo avere sin dalla culla. In Cina, il 95% della popolazione ha una copertura sanitaria di Stato che, stando a Wikipedia, consente l’accesso a cure a basso costo e buona qualità.

Insomma, sono convinto che questa pandemia non stia solo distruggendo la salute pubblica e l’economia globale, ma sta anche sconvolgendo la democrazia e la governance in tutto il mondo. E visto che molti governanti occidentali stentano a mostrare azioni chiare e forti, il prolungamento di questa situazione di cui tutti siamo chiaramente stanchi, minerà alla base le convinzioni democratiche che tutti diamo per scontate. Dando origine ad eventi vergognosi come l’attacco al Parlamento qui in America all’inizio di quest’anno. Una macchia sulla coscienza di un Paese che spavaldamente va in giro per il mondo ad esportare “democrazia”. In altre parole, la luce alla fine del tunnel potrebbe non essere la stessa a cui eravamo abituati quando in questo tunnel ci siamo entrati due anni fa. Allacciamo le cinture di sicurezza, la turbolenza non è ancora alle spalle.

Commenti

  1. Fiordicactus
    ha scritto:

    Leggevo sul Corriere che un medico/scienzato, diceva che in Cina il problema è che sono tutti “vergini” agli attacchi delle varianti del coronavirus (a parte a Whuan, a quelli della prima “ondata”), mentre noi, bene o male, abbiamo la maggioranza della gente o già contagiata o vaccinata o le due cose insieme . . . per cui, se in Cina arrivasse “Omicron”, sarebbe un bel problema! 😉

    Insomma, una pandemia è una pandemia, a dispetto della politica del paese . . .
    Da quello che ho letto, la Spagnola è finita perché chi non era morto era imunizzato dopo che aveva superato la malattia . . . ma (tra una cosa e l’altra) è durata anni e i numeri dei morti sono alti e incompleti (all’epoca non c’erano i registri anagrafici in tutte le nazioni, in alcune nemmeno per le nascite)!
    Ho sentito una signora, che raccontava che sua madre le diceva che per mesi e mesi i bambini (tra cui questa mamma) non erano usciti di casa.
    Secondo me, per fortuna, adesso andiamo bene, tra la scienza che è connessa in tutto il mondo e la tecnologia che ci ha permesso di tenerci in contatto (anche visivo) con parenti e amici bloccati in casa (tipo per il Natale scorso)

    Speriamo che, come previsto da tanti (non necessariamente VIP o scienziati), finisca durante quest’anno . . . certo chi, come me, era restia ai baci e abbracci e si lavava spesso le mani e stava lontana da chi non conosceva, lo sarà sempre e forse anche più di prima.

    Ciao, Fior (ottimista e fiduciosa nella scienza)

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    1. camu
      ha scritto:

      Mi fa piacere poter respirare una ventata d’ottimismo, tanto per cambiare. Anche se personalmente faccio fatica a vedere il lato positivo della situazione in cui ci troviamo. Certo, la tecnologia ci sta consentendo di rimanere connessi e via dicendo, ma il mio timore è più sul lato economico e politico che su quello sanitario e tecnico. Dopo la Spagnola (e la fine della prima guerra mondiale) si registrò un boom economico, anche grazie a politiche commerciali internazionali forti e ben studiate. Mi preoccupa vedere che invece i politici di oggi brancolano nel buio, mentre la Cina continua (stando alle analisi degli organi internazionali) a crescere ed espandersi. Staremo a vedere fra 10-20 anni se c’avevo visto giusto o no.

    2. Trapanator
      ha scritto:

      Con una differenza, la Spagnola non muta come il Covid, anche perché ha un codice genetico più corto (e quindi meno intelligente)

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      1. camu
        ha scritto:

        @Trapanator, ecco, non si finisce mai di imparare. Questo non lo sapevo. Comunque è sconsolante vedere che l’umanità intera sia stata messa in ginocchio da un virus. Segno che in questi cent’anni non abbiamo proprio imparato un bel niente. Ed è la dimostrazione lampante, se ce ne fosse ancora bisogno, che il capitalismo sfrenato ha solo a cuore gli interessi economici e non quelli sociali. E lo dice uno che è sempre stato tutt’altro che “comunista” 😀

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