due chiacchiere

Le chiacchiere a carnevale

Come ogni anno in questo periodo, il mio blog diventa magicamente popolare: le statistiche schizzano alle stelle, i visitatori aumentano, e qualche nuovo utente mi aggiunge al suo lettore RSS. Motivo? Si avvicina carnevale, almeno in Italia. E come da tradizione, la gente in questo periodo è solita preparare un dolce diffuso oramai praticamente in tutto lo Stivale, dal Trentino alla Sicilia: le chiacchiere. Ecco così che un manipolo di improvvisati cuochi si fionda su Google alla ricerca della ricetta perfetta, e finisce sul mio blog che con il dolce ha in comune il nome. Ma per non lasciare i famelici avventori a bocca asciutta, ecco qui la mia ricetta per le chiacchiere.

Ingredienti per circa 15 chiacchiere

300 grammi di farina doppio zero per dolci, 50 grammi di margarina vegetale (per farle più leggere), 3 uova intere, un pizzico di sale, almeno mezzo litro d’olio di semi per friggere, la buccia grattugiata di un limone, zucchero a velo quanto basta. Alcuni esperti di cucina suggeriscono di aggiungere anche 50 grammi di zucchero e mezzo bicchiere di latte: scegli tu se provare o meno questa variante.

Tempi e strumenti

Bastano 20 minuti per la preparazione dell’impasto, che poi dovrà riposare circa 1 ora, ed infine ci vogliono 30 minuti per friggerle. Ti servirà una padella grande con bordi alti, una paletta d’acciaio per girare le chiacchiere nell’olio, un rotolo di carta assorbente, una terrina, una rotella dentata e seghettata, una ciotola, un mattarello, un colino

Disponi la farina “a vulcano” dentro la terrina. Aggiungi il sale, la buccia di limone grattugiata e, se hai deciso di provare la “variante” , i 50gr zucchero. Mescola per qualche minuto e lascia riposare. In una ciotola intanto sbatti le uova con una forchetta per pochi minuti, e aggiungi il latte (se, ripeto, hai deciso di seguire la “variante” ). Versa questo composto nella farina, assieme alla margarina tagliata in pezzi molto piccoli. Amalgama il tutto con le mani, fino ad ottenere un impasto compatto ed elastico; il segreto è fare in modo che non si attacchi alle mani. Questo avviene quando la farina ha assorbito ben bene i liquidi aggiunti. Lascia quindi riposare la “palla di pasta” per circa un’ora in luogo fresco.

Trascorsa l’ora di riposo, stendi la pasta aiutandoti con il mattarello, fino ad ottenere una sfoglia sottile, alta non più di mezzo centimetro. Con la rotella seghettata, taglia la sfoglia formando delle striscioline rettangolari grandi approssimativamente 10×5 centimetri. Su ogni rettangolino, pratica una corta incisione centrale (nel senso della lunghezza), sempre usando la rotella. Mentre l’esercito di striscioline si riposa sul tavolo, scalda l’olio in padella. Per capire quando è pronto, usa una piccolissima pallina di impasto e gettala nell’olio: se frigge subito “allegramente” allora ci siamo. Friggi tutte le chiacchiere, finché non diventano dorate e croccanti, girandole di tanto in tanto con la paletta d’acciaio.

Man mano che le togli dall’olio, lasciale riposare su di un piatto coperto di carta assorbente, che cambierai con fogli nuovi via via che i vecchi si inzuppano completamente. Mentre sono ancora tiepide, cospargi su di esse lo zucchero a velo, aiutandoti con il colino (dando piccoli colpetti con le dita). Servi le chiacchiere leggermente tiepide con un vinsanto, uno zibibbo di sicilia o un fragolino.

Commenti

  1. emanuele
    ha scritto:

    E pensare che io chiacchiere non le ho mai chiamate. A Torino sono le bugie !!!!

  2. camu
    ha scritto:

    @Emanuele, in effetti hanno un sacco di nomi diversi (stando a Wikipedia): frappe, bugie, cenci, crostoli, cioffe, sfrappe, intrigoni, lasagne, lattughe, pampuglie. Il risultato però credo sia sempre lo stesso!

  3. ha scritto:

    Anche a Genova si chiamano bugie.

    Mi fai venire l’acquolina….fame….

  4. ha scritto:

    Ahah… non avevo mai pensato a questo binomio! Nella prossima vita il mio blog lo chiamo “crostata”! Quella viene cercata tutto l’anno! 😛
    Ciao,
    Emanuele

  5. Irish Coffee
    ha scritto:

    ecco quà 🙁
    non mi ci sono mai messa, frittelle a josa ma chiacchiere mai, le acquisto
    quest’anno mi sono ripromessa di provarci
    e questa ricetta non sembra difficile
    vediamo che combino 🙂

  6. FN
    ha scritto:

    A Roma, si chiamano Frappe.
    PS: Io preferisco le zeppole di San Giuseppe (i bigne ripieni di crema).

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