due chiacchiere

Marileda incontra Lorenza

Giocare con le parole, questo è stato il pensiero che mi ha guidato nel trovare l’ispirazione per le domande da porre alle due intervistate di oggi. Già, perché dopo i discorsi tecnici della settimana precedente, bisogna rilassarsi con qualcosa di più alla portata di noi comuni mortali. E raramente come oggi posso confessare di essere particolarmente soddisfatto della scelta fatta per le due ospiti sedute qui nel mio salotto virtuale: Marileda Maggi (ovviamente M, nel seguito) e Lorenza Boninu (contrassegnata dalla L, ma va!) hanno dato il meglio di sé, e di questo non posso che ringraziarle di cuore!

In Italia, se dico blog dico…

MMacchianera e Catepol. Potrebbe sembrare antitetico e riduttivo. Ma io la vedo così. Macchianera è forse l’ultimo non-luogo dove l’antico Spirito (con la S maiuscola) del blogging sopravvive ancora. E’ la memoria storica del blogging. Lo sanno tutti che Gianluca Neri è stato generato da un feed RSS. E Catepol… beh, Catepol, cosa dire oltre il suo nome? Che è informatissima? Che c’è sempre? Che è cult? Che con i suoi riccioli è più inflazionata della parrucch’e’Maradona negli anni ’80? Non voglio far torto ai duecento milioni di comunicatori sparsi per la Rete. Però l’anzianità è l’anzianità. E poi Macchianera mi ospita su BlogNation (con me nomoni ben più importanti) e Catepol è seriamente l’ultimo baluardo di femmina 2.0.

LDico tutto e il contrario di tutto. Una conventicola di narcisisti? Una marea di frustrati che sfogano in Rete la loro improbabile grafomania? Scrittori mancati? Esibizionisti che si sentono autorizzati a qualunque nefandezza comunicativa? E le blogstar? Perché, Dio mio, dopo sei anni che scrivo e scrivo e scrivo non sono entrata nel club? Perché non mi riesce scalare le classifiche? Un link, un link, per l’amor di Dio, per sbirciare da lontano la vetta di blogbabel, ed illudermi di essere (quasi) una celebrità.

Ma no, non è questo che conta. Piuttosto è lo scovare amicizie sincere, voglia di mettersi in gioco, non di rado stile, ironia, passione. Tutto dipende da quello che si cerca (mica ho quindici anni: livespace, per dire, non fa per me; meglio cazzeggiare su facebook, ehm). Chi si somiglia, come si dice, si piglia. In definitiva, in Italia, se dico blog, dico… Italia, qualunque cosa questo gioco di parole voglia significare per chi mi legge.

Se ti dico “mellifluo”, che scena ti viene in mente?

MLo stomachevole incensarsi tra bloggers sui social network. Non voglio apparire cinica e bastarda, ma capita. Ah! Se capita. Basta essere uno zinzino amici per likarsi, supportarsi, difendersi vicendevolmente anche nelle situazioni dove il torto regna sovrano. A me piace il buon senso. E gli sbagli, anche quelli degli amici, li faccio notare senza troppi fronzoli. Non c’è link o pagerank che tenga.

LUna parola che non uso spesso. Diciamo che preferisco, per esprimere similare concetto, l’aggettivo “viscido”. Ambedue onomatopeici, in ogni caso. Prova a dire “mellifluo” soffermandoti sulle elle, e insistendo sulla effe, così ” mellllliffffluo”. E poi sibila bene “viscido” … viscccc…ido. In un caso come nell’altro mi vengono in mente due spettacolari personaggi dei cartoni animati: il serpente Ka del Libro della Giungla e il suo omologo Sir Biss (Sir Hiss) di Robin Hood. Viscidi e melliflui, appunto.

Come nasce la tua esperienza di blogger?

MPerchè, dico io, scavare nel torbido, risvegliando gli scheletri che dormono beati nell’armadio? Ok, è primavera, destatevi bambini: 11 marzo 2003, su Splinder registro l’account marileda.splinder. Scimmiottando una mia amica (Yaya, chissà che fine ha fatto), nasce quello che chiamerò InsideBlog. Tempestato di banner sberluccicosi e mutando forma più e più volte, ha raccolto perle di saggezza come […] Mi piace l’idea di avere un Diario virtuale,di poter comunicare qualcosa… non importa quanto positiva o negativa, basta essere parte del mondo per non sentirsi un puntino sordo-muto nel disegno dell’Universo…[…]. Ospita deliri, congiuntivi improbabili, errori di battitura, orrori sintattici e chi più ne ha, più ne metta. Con il tempo la grafica s’insobria, la scrittura prende il vizio di cum-scire , fino all’abbandono per trasloco. Sulle note di Alberto Fortis. Oggi mariledamaggi.it ha nome e cognome. E una faccia, la mia. Senza aggettivi che è meglio.

LPer curiosità, è ovvio. Ho scelto il nick, ho scritto un paio di cose totalmente random, mi sono iscritta in un due directory blog, ho chiuso tutto e sono tornata a vedere dopo due giorni. Uno spavento: il contatore degli accessi era inopinatamente salito a quattrocento. Cavolo, avevo un pubblico! Da quel momento ho cominciato a sentirmi molto compresa nella parte. Ora lo sono un po’ meno, almeno da quando ho cacciato l’ingombrante Floria (il mio nick) e mi sono riappropriata della mia vera identità, la cara, vecchia Lorenza. Ma ha ragione un mio vecchissimo amico che mi ha ripescata in Rete dopo anni che non ci vedevamo e che mi ha confessato di avermi letto per un bel pezzo senza palesarsi: in fondo il mio blog è una specie di sit-com di noantri, animata dai miei umori e malumori. Guai a prendersi troppo sul serio!

Commenti

  1. hermansji
    ha scritto:

    Stupende!! Ho iniziato con ottimismo la mia giornata!! Grazie!!
    .:.

  2. Video con
    ha scritto:

    “Mi piace l’idea di avere un Diario virtuale,di poter comunicare qualcosa… non importa quanto positiva o negativa, basta essere parte del mondo per non sentirsi un puntino sordo-muto nel disegno dell’Universo…”

    Questa frase mi rispecchia molto, l’aspetto comunicativo dei blog è una cosa tremendamente bella e potente, è la prima volta nella storia che potenzialmente possiamo far leggere i nostri pensieri a milioni di persone…se ci pensate è una cosa allucinante considerando che è fatta a costi zero e velocemente! 😀

  3. camu
    ha scritto:

    @hermansji: sono pienamente d’accordo, quando ho letto le risposte in anteprima, ho pensato la stessa cosa 🙂 Mi sa che mi toccherà proporgli una seconda sfida nel prossimo futuro, sono troppo brave!

  4. ha scritto:

    Mea culpa perché non conoscevo nessuna delle due.
    Davvero interessanti, hanno guadagnato un nuovo lettore! 🙂

  5. ha scritto:

    Mea culpa, Camu… ho visto solo oggi la bellissima intervista e, non per altro… me n’ero dimenticata!!! Poi, grazie a Lorenza (che è talmente “rock” da avermi aggiunta al suo FB senza batter ciglio) mi è ritornato in mente. Il ringraziamento e per chi ha già commentato e per chi vorrà commentare in futuro. Sono felice di aver partecipato a questo confronto, tra l’altro con una collega così intelligente e sagace. Il confronto serve a guardarsi intorno, a valutare le diversità in una prospettiva di crescita e miglioramento. Un gran plauso a Camu… e, sopratutto, alla scelta delle protagoniste :-PPP Bellalì, Camu!!!

  6. lorenza
    ha scritto:

    Mi è piaciuto davvero fare questa cosa e sorattutto mi è piaciuto perché mi ha permesso di incontrare due persone, due blogger interessanti e stimolanti: Marileda e Camu. Detto questo, solo una piccola precisazione a proposito dell’ultima mia risposta. Lo sanno tutti che il contatore visite di Splinder è taroccato, e quindi le quattrocento viste in due giorni erano abbondantemente sovrastimate: io però allora non lo sapevo e mi spaventati sul serio … meglio così, perché, irretita in questo modo, ho continuato, guadagnandomi nel corso degli anni autentiche occasioni di divertimento, come questa, per esempio. Grazie ancora, a tutti.

  7. camu
    ha scritto:

    @Marileda: nessun problema per il ritardo! L’importante è che tu ti sia fatta viva per dare un’occhiata all’intervista… grazie per il plauso, che in verità va tutto a voi, io non ho fatto altro che mettere a disposizione la “location” 🙂
    @lorenza: quasi quasi ti metto in lista per un secondo round, che ne pensi?

  8. lorenza
    ha scritto:

    @camu: perché no? ci sto 😉

  9. Vanessa di vitabenessere.it
    ha scritto:

    Bello questo articolo…penso che il blog sia uno strumento fantastico per comunicare e farsi conoscere….

    complimenti al blogger

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