due chiacchiere

Mcmxc a.d., ritorno alle origini

Da qualche settimana ho riscoperto il mio vecchio account su Last.fm, il servizio gratuito di radio online che all’epoca della tesi usavo come sottofondo musicale per concentrarmi meglio durante le intense sessioni di scrittura. Stamattina sull’autobus riflettevo sulla quasi totale assenza (o sulla mia inettitudine a reperire) su iTunes di podcast musicali che valga la pena ascoltare. Così mi sono chiesto se fosse possibile avere a portata di mano sul proprio dispositivo mobile le stazioni radio di Last.fm. E mentre scandagliavo la rete in cerca di soluzioni, sono inciampato (gli americani direbbero stumbled upon) in una vecchia canzone di Robert Miles, con la quale all’epoca ho consumato intere cassette con il mio Walkman 🙂 Già, perché forse non lo sai, ma dietro il ragazzo quieto e tranquillo con il mento appoggiato sui gomiti, si nasconde un grande fan della musica unz unz, del programma pomeridiano di Albertino su Radio Deejay (chissà se lo fanno ancora), degli Enigma e di Enya.

Ero ancora ai primi anni delle superiori quando uscì l’album più bello che io abbia mai ascoltato, 1990 A.D. (scritto in numeri romani, nel titolo qui sopra). Riascoltare adesso queste note dopo tanti anni, è come saltare su una macchina del tempo e rivivere sulla pelle sensazioni e ricordi ormai perduti. Un’adolescenza passata in fretta, con il senno di poi: le prime cotte, il primo computer, le prime scorribande con la patente fresca fresca, le scampagnate con gli amici accompagnate dalle note di Elio e le Storie Tese, Lucio Battisti, i Righeira e Fabrizio De Andrè con la sua indimenticabile Bocca di Rosa. Non c’era ancora Internet come la conosciamo oggi: poche fugaci connessioni pagate al minuto,principalmente per controllare la posta. Al mio paesello ancora nessuno sapeva di cosa stessi parlando, quando citavo modem, pagine web e newsgroups, sembra essere passato un secolo!

E riflettendo proprio su questo lasso di tempo trascorso, vedo come stiamo perdendo tanta di quella genuinità ed ingenuità di allora. Quando bastava il mago Silvan ad incollare per mezz’ora tutti gli italiani allo schermo, quando Adriano Celentano ci stregava cantando di aerei che passano sopra i tetti di una metropoli deserta, quando il Tenerone faceva ridere l’Italia con le sue battute al Drive In. Erano i mitici anni Ottanta. Oggi, al contrario, la tecnologia e l’eccesso di informazione a cui siamo esposti, ci ha resi disillusi e quasi privi di emozioni: nulla ci sorprende più, e non apprezziamo il valore delle piccole cose. Vogliamo sempre di più: connessioni più veloci, macchine più potenti, il tablet già a 4 anni, e la ricerca di un qualcosa che non sappiamo neppure cosa sia. Qualcuno parla di Generazione C, ma a me quest’andazzo proprio non piace.

That’s why we are here, dicevano gli Enigma in Out from the deep.

Commenti

  1. Cristian
    ha scritto:

    Il Tenerone del Drive In :'( Che ricordi… Tornerà mai un periodo bello come quello degli anni 80′? Uhm, chissa’… 🙂

  2. Trapanator
    ha scritto:

    Permettimi di citare una frase di Einstein:

    “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”.

    Risposte al commento di Trapanator

    1. Cristian
      ha scritto:

      @Trapanator: bella questa! 🙂

  3. CyberAngel
    ha scritto:

    E bravo il nostro inguaribile ragazzotto. 😉
    Buon inizio d’Avvento anche al tema natalizio ^_^

    Risposte al commento di CyberAngel

    1. camu
      ha scritto:

      @CyberAngel: già, siamo già alla prima domenica d’avvento, accipicchia 🙂 Solo 3 settimane alla fine del mondo, secondo il calendario Maya!

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