due chiacchiere

Newyorkesi e psichiatri

Le ricerche demografiche continuano a confermarlo: gli abitanti della Grande Mela sono almeno per metà in cura da uno strizzacervelli. Personalmente non riesco a spiegarmi perché. O meglio, mi chiedo come mai uno che abita nella città più famosa del mondo, possa richiedere cure. Si lo so, lo stress qui è particolarmente elevato per i ritmi lavorativi, e la gente si immedesima fin troppo nel proprio lavoro e nei propri doveri, dimenticando un dettaglio trascurabile: vivere la propria vita. E dire che la maggior parte della gente, come traspare anche dalle tante serie televisive ambientate a New York, è intelligente (spesso sopra la media), divertente e benestante. Dunque, che motivo avrebbe di farsi analizzare da uno psicoterapeuta?

Pensavo che tale trattamento dovesse essere riservato a tipi sfigati, che non avendo nulla dalla vita, iniziano a circondarsi di problemi psicologici di ogni genere e tipo. Invece mi par di scoprire l’acqua calda: più si ha e più si vuole avere. E più si diventa esigenti nei confronti di chi ci sta di fronte: si finisce così per evitare il contatto fisico, temendo il giudizio dell’interlocutore, e si sostituisce la presenza fisica con quella “telefonica” tramite messaggi di testo. Una ricerca recente ha mostrato che il migliore amico di un abitante della grande mela, ultimamente, risulta essere il proprio cellulare. Con il quale condividere una vita apparentemente interessante, ma sostanzialmente vuota. Che solo lo psicoterapeuta riesce a colmare.

Commenti

  1. chicca
    ha scritto:

    credo che non si abbia piu’ qualcuno con cui parlare, per lo meno senza sentirsi giudicati…
    forse è venuta meno la fiducia nell’amicizia
    ciao

  2. camu
    ha scritto:

    Poi è una cosa che succede ancora di più nelle grandi città, dove la “spersonalizzazione” è ancora più sentita. Quando abitavo in Italia, nel mio palazzo conoscevo giusto un paio di vicini ma nulla di più. D’altro canto uscendo la mattina per andare al lavoro e tornando la sera, non c’era molto spazio per socializzare. Comunque sono d’accordo, la fiducia nell’amicizia sta calando parecchio.

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