due chiacchiere

Niente male questa Tesla Model 3

Sin dal primo momento in cui il signor Musk ha annunciato l’uscita sul mercato delle quattro auto che compongono la flotta sexy della Tesla, il mio cuore è stato rapito della Model 3, non posso negarlo. Ovviamente si è sempre trattato di un sogno irrealizzabile dal punto di vista economico: spendere la bellezza di 50,000 dollari per una macchina, più tutto il costo per ammodernare l’impianto di casa e renderlo compatibile con l’amperaggio necessario a far funzionare il caricabatteria, era decisamente al di fuori del nostro budget familiare. Lo so, di questi tempi le auto elettriche, specialmente in Europa con le linee guida che prevedono di convertire tutti entro il 2035, sono un argomento abbastanza scottante. Ma oggi vorrei evitare di impelagarmi in queste polemiche, e condividere la mia esperienza di una prova su strada che ho fatto un mesetto fa. E no, questo non è un post sponsorizzato.

Dettaglio della parte anteriore di una Tesla Model 3

Premetto dicendo che, fino a qualche anno fa, Elon Musk mi stava pure simpatico. Incarnazione reale del signor Tony Stark di Marvel-liana memoria, le sue imprese dei primi tempi, da Tesla a SpaceX, da Neuralink alla Boring Company (che gioca sul doppio significato della parola boring: scavare ma anche noioso), rappresentavano a mio parere un ideale per sognare un futuro migliore per l’umanità. Poi di recente si è capito di che pasta è veramente fatto il nostro supereroe in carne ed ossa, ed allora ho smesso di ammirarlo. D’altro canto è una cosa che mi era già capitata da giovane, quando cominciai ad ammirare un Berlusconi in erba e la sua crociata per liberarci dai miseri tre canali televisivi che l’Italia aveva conosciuto fino agli anni Ottanta. Come dimenticare Drive In, Mike Bongiorno ed Il pranzo è servito? Anche lì, sfortunatamente, sappiamo com’è andata a finire.

Tornando alla prova guida, abbiamo una concessionaria Tesla a circa un’oretta di superstrada da casa nostra, e così qualche settimana fa, spinto dall’insistenza della figlia piccola, che ha anche lei una passione per le auto sportive, ho prenotato un test drive, come dicono gli americani. Essendo di sabato, la durata era limitata a circa 30 minuti, invece dell’ora abbondante disponibile per chi si prenotasse, che so, di martedì alle 10 del mattino. Arrivati nella zona industriale dove si trovano, abbiamo scambiato due chiacchiere con l’impiegata di turno che, trovata la mia prenotazione sul computer, ci ha accompagnato al garage sotto l’edificio e ci ha consegnato la tesserina che funge da chiave elettronica per aprire la macchina. Dopo qualche minuto passato ad aggiustare l’altezza del volante, gli specchietti ed il sedile, mi ha spiegato come usare la mappa (non essendo io pratico della zona), mentre le figlie si accomodavano sui sedili posteriori.

Prima impressione

Abituato a star seduto alto nei SUV di famiglia, la posizione del guidatore nella Model 3 mi è apparsa sin dal principio più sportiva ed avvolgente. Il cruscotto essenziale con il solo schermo al centro e nulla di più, sembra rendere tutto più facile ed intuitivo. Persino sul volante ci sono soltanto due pulsanti, che consentono di effettuare tante operazioni diverse, in combinazione con i menu che si possono selezionare sul display. La marcia automatica, almeno nel modello americano che ho guidato io, si trova dietro il volante, e non al centro come di solito, richiedendo un po’ di pratica per abituarsi a quest’impostazione. I sedili in pelle sintetica sono comodissimi, sembra quasi di essere seduti sulle nuvole.

Accelerazione

Uscire dal parcheggio sotterraneo, con svolte strettissime e traffico in entrambe le direzioni, è stato più stressante del previsto 😅. Non so tu, ma quando mi metto al volante di una macchina per la prima volta, ho sempre bisogno di qualche minuto per abituarmi alle dimensioni, alla sensibilità dell’acceleratore, e via dicendo. Una volta fuori, ci siamo diretti verso la superstrada, dov’ero curioso di provare sul campo le prestazioni che fino a quel momento avevo soltanto letto su carta. Che dire, l’esperienza è stata indescrivibile da quel punto di vista: bastava spingere sull’acceleratore un po’ più del necessario per sentirsi schiacciare contro il sedile. Una cosa che non ho mai avuto il piacere di provare con la mia fedele Bianchina (di cui hai visto una rarissima apparizione quando parlavo della legna per il camino), e neppure con la Tucson. Il fatto che l’auto fosse a trazione posteriore non ha fatto molta differenza, anche perché il peso delle batterie abbassa moltissimo il baricentro, risultando in una stabilità del tutto diversa. Una cosa difficile a spiegare a parole (specialmente per un non addetto ai lavori come me).

Manovrabilità

Proprio il baricentro basso contribuisce a rendere le manovre più equilibrate e facili da controllare. Sia ben chiaro, non mi son messo a fare le giravolte al centro di qualche spiazzo aperto come si vede spesso nei film, ma in superstrada ho fatto qualche cambio di corsia un po’ repentino, e la Model 3 non si è scomposta neppure di un capello. Più che altro si sono scomposte le figlie nel sedile posteriore, che non mi hanno mai visto guidare in maniera così sportiva. Avevo letto che le impostazioni del volante si possono personalizzare a seconda dei gusti: più rigido e sportivo, oppure più morbido e rilassato. Ovviamente avendo solo 30 minuti, non ci siamo messi a perdere troppo tempo a spulciare tra i menu dello schermo gigantesco. Anche qui la sensazione è di essere al volante di una macchina sportiva, con le sospensioni che si attestano più sul rigido, e le ruote aerodinamiche.

Tecnologia

Come dicevo, visto il tempo limitatissimo a nostra disposizione, non abbiamo avuto modo di spulciare fra le tantissime funzioni a disposizione nel cruscotto digitale. Ci siamo limitati ad usare la mappa per andare un po’ in giro, e ad ascoltare un po’ della musica che ci veniva proposta. Però stando ai vari video che ho avuto modo di guardare su YouTube, sembra che si possa parlare con l’auto per compiere praticamente qualsiasi azione, dall’azionare i tergicristalli ad aprire la porticina dove s’infila la spina per caricare la batteria. La vettura che ci hanno dato, da quello che ho capito, non era equipaggiata con il sistema di guida completamente automatica, ma anche se lo fosse stata, non mi sarei azzardato a metterlo alla prova. Chissà, forse la prossima volta potrò fare quest’esperienza.

In conclusione

Le figlie ed io abbiamo passato un sabato pomeriggio diverso, alla guida di un’auto emozionante. Ora capisco perché tutti ne vogliono una. Ed a quanto pare, grazie agli incentivi varati dall’amministrazione Biden, che si sommano a quelli regionali disponibili in vari stati, ora questo sogno potrebbe essere molto meno lontano di quanto non lo fosse fino a qualche anno fa. Devo trovare il modo di convincere la moglie a disfarsi del SUV 😉

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Eh eh, la moglie che motivazioni da per non cambiare il SUV?

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Principalmente il fatto che vede meglio la strada ed i veicoli intorno a lei, grazie all’altezza del SUV. La Tesla sarebbe più bassa e lei si preoccupa di diventare il vaso di coccio in mezzo a tutti i vasi (ovvero SUV) di ferro 😅

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