due chiacchiere

Non c’è trippa per gatti

Penso di essere uno dei pochi della mia generazione a cui piace la trippa. Ricordo i film trash italiani degli anni Settanta, quando Lino Banfi se la faceva cucinare alla barese, o insieme alle orecchiette con le cime di rapa. E forse l’essere cresciuto guardando quei film, m’ha lasciato il segno, anche dal punto di vista del palato. Erano mesi, se non forse anni, che non compravo un po’ di trippa al supermercato. Lo so, quella ideale te la fornisce il macellaio di fiducia sotto casa, che sa da dove viene e che può garantirne la qualità, ma in alternativa, quella che trovi nel banco macelleria non è poi così male. Certo, è lavata con gli sbiancanti chimici, che ne portano via anche il sapore forte ed agreste, ma a quello in qualche modo si può sempre porre rimedio in fase di cottura.

Ingredienti per 4 persone

500 grammi di trippa di mucca o maiale, 100 grammi di olive verdi sott’olio, una cipolla, 250 grammi di polpa di pomodoro, timo, olio extravergine d’oliva, sale e pepe

Tempi e strumenti

La preparazione degli ingredienti, se la trippa è già lavata e sbiancata, richiede al massimo una decina di minuti. Se invece hai a disposizione la trippa fresca, tienila a mollo in acqua e (tanto) limone per almeno un paio di giorni, cambiando l’acqua ogni circa 12 ore e lavandola con il sale. La cottura dura più o meno un’ora. Ti servirà una padella capiente con coperchio, un cucchiaio di legno, un coltello affilato ed una terrina dove lavare la trippa.

Fai soffriggere a fuoco lento la cipolla tagliata a cubetti, le olive snocciolate, il sale ed il timo. Nel frattempo sciacqua sotto abbondante acqua tiepida la trippa, eventualmente strofinandola con un pugno di sale. Se è un pezzo intero, tagliala a striscioline larghe circa un dito e lunghe non più di 10 centimetri. Aggiungila al soffritto e falla saltare per qualche minuto, quindi versa la polpa di pomodoro. Amalgama il tutto col cucchiaio di legno e copri col coperchio, abbassando la fiamma a meno di metà. Lascia cuocere per circa un’ora, mescolando di tanto in tanto. Se il sughetto si dovesse asciugare troppo, aggiungi un po’ d’acqua.

Commenti

  1. emanuele
    ha scritto:

    Camu…..adoro la trippa. In umido per come si fa dalle mie parti (Torino). Qui a pittsburgh non l’ho mai preparata e onestamente non penso di farlo ma quando torno a casa durante l’inverno e un must !!!

  2. Tommy David
    ha scritto:

    Piace anche a me. 😛

  3. camu
    ha scritto:

    Beh, mi rincuora sapere che non sono solo 🙂 Anche perché mia moglie mi guarda sempre con sospetto quando la cucino, già l’odore la nausea…

  4. Sanghino
    ha scritto:

    La trippa … non so se ho mai avuto l’occasione di dirti dove risiedo: sono fiorentino e a discapito di quello che si possa pensare, la cucina fiorentina non si limita alla “bistecca alla fiorentina” … a Firenze sono sempre esistiti i “Trippai” che avevano (ed hanno) la caratteristica di vendere i loro prodotti per strada.
    I due “piatti” più caratteristici serviti dai trippai sono la “Trippa alla fiorentina” ed il “Panino con il lampredotto” entrambi ovviamente accompagnati da un buon bicchiere di Chianti.
    I piatti offerti da questi personaggi (si perchè alcuni sono dei veri e propri personaggi 😉 sono anche altri e tutti molto tipici. Se vuoi ti posso passare qualche link, ma cercando su Google puoi trovare tutte le info del caso.

    Insomma a Firenze la trippa è una tradizione antica … un must !!!

    Ciao

  5. camu
    ha scritto:

    @Sanghino: grazie per le info, non sapevo dei “trippai” e di sicuro allora se faccio una gita a Firenze, non mancherò di trovarne uno (se hai il tuo di fiducia, mandami il link… sul serio!). Anche se al momento un viaggio in Italia è fuori dalle mie tasche eheh! Comunque la mia versione, a quanto vedo da Google, non è poi molto lontana dalla trippa alla fiorentina, che aggiunge semplicemente alcune verdure…

  6. Caigo
    ha scritto:

    Chi si è abituato ad andare avanti a panini e salsette fatte di non-si-sa-cosa non sa apprezzare i sapori della tradizione. Ho la prova in famiglia con mio cugino (più giovane di me) , di fronte all’offerta di un piatto di trippa ti risponde “non mi piace” – “ma l’hai assaggiata?” – “No, ma non mi piace”.

    Peggio per lui e tutti gli altri discepoli delle salse “misteriose”.

  7. ha scritto:

    Io non so esattamente quale sia la tua generazione, ma io ADORO la trippa!!!!

  8. camu
    ha scritto:

    @Silvana: eheh hai ragione, la mia è la generazione degli “enta e qualcosa” 🙂

  9. Sanghino
    ha scritto:

    @camu: Infatti, mi ha colpito il tuo post proprio per la somiglianza della ricetta.
    Io ho il mio trippaio di fiducia 😉 al momento non so se ha un sito, mi informerò, il suo chiosco è dislocato nei pressi del mercato ortofrutticolo (non è propriamente in una zona turistica) … è comunque uno personaggio del mestiere: prima di mettersi a fare il trippaio lavorava in un macelleria al mercato di S. Lorenzo in pieno centro storico (anche lui, il trippaio, si chiama Lorenzo 😉
    Io comunque ti suggerisco di provare anche il panino con il lampredotto: fatto nella classica rosetta, bagnata nel brodo di cottura, e condito con salsa verde ma anche con una spolverata di peperoncino …. credimi, è veramente una prelibatezza !!!

    In tempi ormai andati ai trippai si affiancavano le friggitorie, qui si potevano mangiare i “Coccoli”, ma di queste purtroppo ne sono rimaste veramente poche …

    Guarda, i link a diversi posti raccomandati te li passo di sicuro, ma se un giorno decidessi di venire a fare una “gita fuori porta” a Firenze … scrivimi e ti ci porto di persona !!!

    Ciao

  10. camu
    ha scritto:

    @Sanghino: volentieri sull’andarci “di persona” insieme 🙂 Il panino con il lampredotto, già dal nome suona come qualcosa di delizioso…

  11. ha scritto:

    @camu: Quaaaanto sei giovane, caro Camu.
    La mia generazione è quella degli anta, quasi i secondi anta…

  12. camu
    ha scritto:

    @Silvana: beh, oramai anche quella è considerata un’età giovane 😀

  13. CyberAngel
    ha scritto:

    Beh da buona forchetta quale sono potevo esimermi dal commentare questo post sull’antica tradizione culinaria italiana?
    Anche da me (Brianza) la trippa è un must e, a parte le olive, gli ingredienti sono i medesimi. Che io sappia da noi si usa la trippa bovina e c’è chi preferisce uno o l’altro stomaco.
    Anche a me attrae il panino col lampredotto che ho scoperto tempo fa in tv e mi sono ripromesso di “recensirlo” la prossima volta che andrò a Firenze. 😉

  14. Egles
    ha scritto:

    ciao camu grazie per l’ospitalità – mi piace il tuo sito senza fronzoli ma concreto – la trippa è un piatto per intenditori, e io sono tra loro – avendo la possibilità di avere la trippa fresca appena macellato – se possibile mi sai dire come si pulisce – e levargli l’odore forte – ti ringrazio infinitamente – quì la buttano per non pulirla a me mi piange il cuore – ti ringrazio infinitamente – a presto ciao Egles

Rispondi a Silvana

Torna in cima alla pagina