due chiacchiere

Quattro mosse per diventare indistraibili

Oramai lavoro da casa da due anni e mezzo, e devo ammettere che sin dall’inizio una delle difficoltà maggiori era quella di rimanere concentrato per portare avanti i compiti che mi venivano assegnati. Tra il frigorifero a portata di mano, la possibilità di pranzare in veranda approfittando del clima mite dei mesi primaverili, e gli altri abitanti della casa spesso dietro l’angolo a chiedermi qualcosa, mi ci è voluto un po’ per trovare il mio nuovo equilibrio. Così ho iniziato a leggere articoli in merito, ed a mettere in pratica qualche consiglio per aumentare la mia produttività casalinga invece di essere inghiottito per sempre in un vortice di cose da fare. Se anche tu hai notato questo problema negli ultimi anni, la traduzione di quest’articolo di Psychology Today potrebbe darti lo spunto giusto per rimetterti sulla retta via.

Ogni edificio ha bisogno di solide fondamenta. Le tue abitudini quotidiane sono una base su cui stai costruendo chi sei: i tuoi valori, obiettivi, personalità, ecc. Prova a farne un elenco su un foglio di carta: sarai sorpreso di trovare alcune abitudini che ti impediscono di raggiungere il tuo potenziale. Una di esse è sicuramente la tendenza a distrarti facilmente. La distrazione è spesso soltanto uno spreco di tempo e risorse, e non apporta nessun beneficio mentale. Ecco allora che servono strumenti per gestire questa distrazione, un percorso per diventare indistraibile, per evitare che la nostra mente sia attratta dal suo richiamo sibillino.

Immagina una linea che rappresenti il ​​valore di tutto ciò che fai durante la tua giornata. A destra, le azioni sono positive; a sinistra, sono negativi. Le azioni positive rappresentano la trazione: ci attirano verso ciò che vogliamo nella vita. La parola “trazione”, infatti, deriva dal latino trahere, che significa disegnare o tirare. Le azioni negative rappresentano la distrazione, l’opposto della trazione. Le distrazioni sono cose che ci allontanano da ciò che desideriamo di più nella vita.

Un grafico con l'azione al centro e trazione e distrazione ai lati

Tutti i comportamenti, sia di trazione che di distrazione, sono provocati da fattori scatenanti, sia interni che esterni. I trigger interni ci spronano dall’interno. Quando sentiamo la nostra pancia borbottare, cerchiamo uno spuntino. Quando abbiamo freddo, andiamo a prendere un cappotto per riscaldarci. E quando siamo tristi, soli o stressati, potremmo chiamare un amico per fare due chiacchiere. I trigger esterni, invece, sono segnali che riceviamo dall’ambiente intorno a noi, come il telefono che squilla, la notifica di una nuova email o di un nuovo messaggio su Slack. Questi fattori possono anche assumere la forma di persone, come un collega che si ferma alla nostra scrivania per chattare. Possono essere anche oggetti, come un televisore la cui sola presenza ci spinge ad accenderlo.

Che si tratti di un trigger interno o esterno che ci spinge, l’azione risultante è allineata con la nostra intenzione più ampia (trazione) o disallineata (distrazione). La trazione ci spinge verso i nostri obiettivi, la distrazione ci allontana da loro. Fatta questa premessa, la teoria ci dice che l’indistraibilità si basa su quattro pilastri:

  • Controllare i motivi interni che danno origine al problema
  • Trovare il tempo per la trazione
  • Filtrare i motivi esterni che ci tentano da ogni angolo
  • Bloccare la distrazione

Controllare i motivi interni

Il primo passo per gestire la distrazione è riconoscere che tutto comincia dall’interno. Solo affrontando queste cause che ci portiamo dentro potremo imparare a riconoscere il problema. La distrazione, tra l’altro, non riguarda la cosa che distrae in sé; piuttosto, si tratta di come rispondiamo ad esso: resistere, rimuginare e infine cedere al desiderio perpetua il ciclo della distrazione e molto probabilmente facilita molti comportamenti indesiderati. Anche se non possiamo controllare i sentimenti e i pensieri che ci vengono in mente, possiamo controllare come reagiamo a quei pensieri. Piuttosto che cercare di combattere l’impulso, abbiamo bisogno di nuovi metodi per gestire i pensieri invadenti:

  • Passaggio 1: cerca il disagio che precede la distrazione, concentrandoti sul motivo scatenante interno.
  • Passaggio 2: annota il trigger.
  • Passaggio 3: esplora le tue sensazioni negative con curiosità anziché disprezzo.
  • Passaggio 4: sii estremamente cauto quando passi da un’attività all’altra, perché è lì che si nasconde l’insidia.

Identificare l’innesco interno e le sensazioni che ne conseguono è un modo collaudato per affrontare le distrazioni che iniziano dentro di noi. Ad esempio, se il desiderio di uno spuntino continua a ronzarti in testa mentre stai cercando di finire quella relazione per il tuo capo, prova ad immaginare come sarà più buona la pausa sapendo di aver completato quel documento, oppure prova a tenere a mente la soddisfazione nell’accorciare la lista di cose da fare. Infine possiamo cambiare il modo in cui ci vediamo per sbarazzarci delle convinzioni autolimitanti. Se crediamo di essere a corto di forza di volontà e autocontrollo, allora lo saremo. Se decidiamo di non essere in grado di resistere alla tentazione, diventa vero. Se ci diciamo che siamo carenti per natura, finiremo per crederci sul serio.

Trovare il tempo per la trazione

Trovare il tempo per le cose che vuoi davvero fare è importante. Non puoi chiamare qualcosa una “distrazione” a meno che tu non sappia da cosa ti sta distraendo. Le persone con cui trascorriamo il nostro tempo si possono suddividere in tre gruppi: lavoro, relazioni personali, e tu stesso. Ci danno un modo per pensare a come pianifichiamo le nostre giornate in modo da poter diventare le persone che vogliamo davvero essere. Essere indistraibili significa in gran parte assicurarti di trovare il tempo per la trazione ogni giorno ed eliminare la distrazione che ti impedisce di vivere la vita che desideri, una che implica prendersi cura di te stesso, le tue relazioni e il tuo lavoro.

In breve, devi imparare a pianificare la tua giornata e lasciare quanto meno spazio possibile alle distrazioni. In questo modo, se un’azione è pianificata, non può essere definita come tempo perso. Vuoi fare lo spuntino alle tre di pomeriggio? Mettilo nel tuo piano giornaliero. Vuoi guardarti un film con la famiglia? Scrivi pure quello. Definendo come trascorriamo il nostro tempo e sincronizzandoci con le parti interessate nelle nostre vite, ci assicuriamo di fare le cose che contano e di ignorare le cose che non lo sono. Ci libera dalle banalità della nostra giornata e ci restituisce il tempo che non possiamo permetterci di perdere.

Filtrare i motivi esterni che ci tentano da ogni angolo

I trigger esterni indesiderati ostacolano la nostra produttività e diminuiscono il nostro benessere. Mentre le aziende tecnologiche utilizzano campanellini e suonerie sui nostri telefoni per controllare il nostro comportamento, i trigger esterni non si limitano ai nostri dispositivi digitali. Sono tutti intorno a noi, dai biscotti che ci invitano quando apriamo l’armadio della cucina a un collega loquace che ci impedisce di finire un progetto urgente. Alcune delle principali distrazioni includono:

  • E-mail
  • Chat di gruppo
  • Riunioni
  • Smartphone
  • Negozi di shopping online
  • Il feed dei blog che seguiamo

Queste interruzioni portano a errori e sottraggono tempo a ciò su cui dovresti concentrarti. Per bloccarli, chiediti se quel trigger ti sta servendo o se tu stai servendo il suo richiamo. In questo modo, puoi hackerare i trigger esterni che non ti stanno aiutando.

Bloccare la distrazione

Dopo che abbiamo imparato a padroneggiare i trigger interni, a trovare il tempo per la trazione e a modificare i trigger esterni, l’ultimo passo per diventare indistraibili consiste nell’impedire a noi stessi di scivolare nella distrazione. Per fare ciò, dobbiamo imparare una tecnica potente chiamata precommitment, che comporta la rimozione della possibilità di rimandare una scelta a più tardi per superare i nostri impulsi nel presente. I pre-impegni sono l’ultima linea di difesa che ci impedisce di scivolare nella distrazione. Un rimedio a cui ricorrere soltanto quando gli altri tre non hanno sortito l’effetto desiderato.

Puoi prevenire le distrazioni impegnandoti in maniera formale di voler finire un certo compito. Puoi anche creare degli incentivi per te stesso: se finisci quel compito entro una scadenza predefinita, potrai comprarti quell’accessorio per il cellulare che tanto desideri (rinforzo positivo). Sia che tu stia cercando di bloccare le distrazioni sul posto di lavoro, crescere bambini indistraibili o favorire relazioni indistraibili, puoi recuperare la produttività persa sul lavoro, avere relazioni più soddisfacenti con i tuoi amici e familiari e altro ancora, il tutto vincendo la distrazione. La tua “casa” sarà costruita su basi solide e durature che ti permetteranno di vivere la miglior vita possibile.

Commenti

  1. ha scritto:

    Non ho sofferto il problema nei miei due anni e mezzo di smart-working, ma l’articolo è molto interessante e condivisibile.

    Grazie

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu
      ha scritto:

      Beh allora devi dirmi il tuo segreto 😀

  2. ha scritto:

    Direi avere una lista di priorità delle cose da fare, e la consapevolezza che il tempo al computer è limitato quando poi più tardi dovrò correre a prendere il bambino all’asilo, preparargli il pranzo, “giocarlo” e aspettare l’arrivo della baby-sitter.

    Le ore da solo in casa diventano preziose e le pause si limitano alle sole necessità fisiologiche. Tutto qui… per me ha funzionato.

    PS = non sono mai in pigiama, il bimbo lo accompagno anche all’asilo … quindi prendo un caffè tornato a casa al bar qui sotto e comincia la giornata. Se andassi in ufficio perderei 30 minuti (se va bene) alla guida, poi il tempo di parcheggiare, poi il caffè con i colleghi che inevitabilmente diventa lungo tra chiacchiera di piacere e di lavoro (immancabilmente) e prima delle 10:30 non sono mai effettivamente alla tastiera concentrato.
    Anzi, per assurdo lavorando in una stanza con più persone tra call altrui, via vai di colleghi che chiedono cose, è più difficile restare concentrati e focalizzati a lungo su un task. Tant’è che spesso le ore più produttive sono quelle del venerdì pomeriggio… quando le telefonate e le call finiscono e si hanno delle ore dove tutti sono al lavoro al computer e amen.

    Almeno così è da me in ufficio…

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu
      ha scritto:

      Hai ragione, era una bella lotta anche per me in effetti. Specialmente perché la mia scrivania in ufficio era all’ingresso di una grande stanza, quindi chiunque veniva si fermava per una chiacchierata. Per questo avevo richiesto di cominciare presto, alle 8 del mattino anziché alle 9: evitavo il traffico di punta sul treno, ed avevo una buona oretta per essere produttivo 🙂 Poi avevo abituato i colleghi che quando indossavo le cuffie al mio computer, voleva dire che ero nel mezzo di un qualcosa su cui volevo concentrarmi, una specie di segnale di “non disturbare”, ma non sempre funzionava. A casa riesco sicuramente a concentrarmi meglio, specialmente quando tutti sono a scuola la mattina, ma ho trovato altre cose che mi distraggono, quindi devo sempre stare attento al pericolo dietro l’angolo.

  3. Trap
    ha scritto:

    @kOoLiNuS e @camu (e soprattutto a quest’ultimo): raccomando la visione del film “Benvenuti al Sud” per conoscere la definizione di pausa caffè per i postini in un certo paesino in Campania.

    Risposte al commento di Trap

    1. camu
      ha scritto:

      Finora mi ero fatto una cultura con i film di Zalone, devo espandere il mio repertorio a quanto pare…

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