due chiacchiere

Pagina non trovata

"C'era una volta una pagina...", diranno subito i piccoli lettori di questo blog. Era una pagina graziosa, rifinita in tutti i particolari, davvero adorabile. Poi deve essere successo qualcosa di terribile, qualcosa che non oso neppure immaginare. Un lampo di luce, un suono assordante, l'odore acre del codice HTML che bruciacchia, e quella pagina non c'era più, sparita per sempre nel limbo delle pagine che non sono.

Di chi sia la colpa è difficile a dirsi. Google? Yahoo? I tizi del provider che ospita questo sito? L'autore di duechiacchiere.it? Si, deve essere stato lui, quel rimbambito ha pensato che la pagina stesse solo occupando spazio inutile e deve averla freddata con un colpo secco. Ma come si permette, quell'idiota?

E così eccoci qui. Che si fa adesso? Beh, personalmente ti consiglierei di dare un'occhiata alla navigazione in alto, chissà che non noti qualche indicazione utile a ritrovare la retta via. Se proprio non riesci a scovare quello che stavi cercando, ti consiglio di contattare l'autore del blog tramite l'apposito modulo. Nel frattempo, ti propongo qui di seguito alcuni post che potrebbero stuzzicare la tua curiosità.

Dal ribollir dei tini, va l’aspro odor

Secondo appuntamento con il wine making casalingo, piacevole tradizione che abbiamo ripreso quest’anno, grazie all’annata sperabilmente propizia per l’uva americana. Dopo aver atteso circa sette giorni per far “bollire” il mosto, l’abbiamo separato dagli acini d’uva con l’aiuto di un colino ed un tubo di gomma, mettendolo in un altro tino.

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I miei rotoli della bontà

In Italia, quando si tratta di fare colazione al bar, puoi scegliere tra un’infinità di paste, dal cannolo siciliano al diplomatico toscano, dal cornetto alla pastafrolla ripiena di marmellata o crema al cioccolato. Qui in America i dolciumi disponibili sono chiaramente diversi, ed in genere sono varianti delle ciambelle tanto amate da Homer Simpson. Il mio preferito in assoluto si chiama Cinnamon Roll (o Cinnamon Bon), una specie di girella d’altri tempi. Per la modica cifra di un dollaro e trenta centesimi, ne mangio uno alla settimana, la mattina prima di prendere l’autobus. Questa ricetta che ti propongo oggi non l’ho mai sperimentata, ma mi ripropongo di farlo al più presto 🙂 : Leggi il resto »

Parole americane non comuni

L’anno scorso di questi tempi, prendendo spunto da una discussione con alcuni amici che m’erano venuti a trovare dall’Italia, avevo scritto un articolo elencando alcune parole che a scuola non s’imparano, ma che in caso di viaggio nella Nazione a stelle e strisce possono sempre tornare utili. Come ad esempio sap, che per molti è un famoso programma gestionale usato da grandi aziende internazionali, mentre qui è più umilmente la linfa prodotta dagli alberi, quella sostanza appiccicosa che ogni tanto ti sarà capitato di toccare andando in campagna. Oppure gunk (slime, sludge, goo, gook), in genere riferito ad un qualche liquido viscoso, melmoso o appiccicoso che fa abbastanza schifo. : Leggi il resto »

Una bella tempesta di neve

A partire da domani notte il meteo prevede una bella tempesta di neve nella nostra zona, con accumulazioni fino a 30 centimetri. Avendo resuscitato la mia webcam che trasmette in diretta dalla casa, pensavo di configurarla per farle scattare una foto al minuto e poi ricavarne il classico timelapse 🙂 Devo valutare quale sia la visuale migliore, e come illuminare la zona durante la notte. La webcam ha un faretto ad infrarossi, ma il riflesso nel vetro della finestra acceca il sensore, e non mi va di dormire con la finestra aperta tutta la notte! Qualcosa mi inventerò…

La visita al consolato di Napoli

Dopo mesi di botta e risposta con l’ufficio immigrazione (meglio noto come Department of Homeland Security), e dopo qualche centinaio di dollari in fees, ti fissano l’appuntamento al Consolato di Napoli. Ci siamo: questo è l’ultimo passaggio di tutta la trafila burocratica, alla fine del quale ti sarà rilasciato un visto temporaneo. Composto da (voce alla fantozzi on) mega bustona gialla sigillata con sopra scritto “non aprire per nessun motivo”, firmata dal mega console grand farabut in persona; adesivo anti falsificazione con fotografia violacea del proprietario, attaccato ad una delle pagine del tuo passaporto; lettera di benvenuto tra gli immigrati degli Stati Uniti (voce fantozziana off). La busta dovrai consegnarla all’ufficiale che troverai alla dogana, una volta atterrato in America, mentre l’adesivo sul passaporto è la prova che userai per dimostrare di essere un residente autorizzato a lavorare, ad esempio ad un colloquio di lavoro. : Leggi il resto »

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