due chiacchiere

Fare i bagagli è semplice

Qualsiasi strada tu abbia seguito per ottenere il tuo visto, quello che conta è che finalmente stringi tra le mani l’agognato pezzo di carta. Sono passati probabilmente molti mesi dal giorno in cui ha spedito il primo modulo per l’avvio della pratica, e forse t’era sfuggito un particolare: fare i bagagli. Ovvero spedire tutte le tue cose, utili o meno, dall’altra parte dell’oceano. Probabilmente avrai amici e parenti a cui lasciare parte dei tuoi averi, ma per il resto bisognerà organizzarsi. Il metodo più semplice, che io ho scoperto in ritardo, è usare gli spedizionieri del porto più vicino a casa tua: con cifre intorno ai 600 euro ti affitti un container in cui infilare un’infinità di roba. Oppure fai come me, 30 chili alla volta con i pacchi della posta (circa 60 euro ciascuno, e la signora allo sportello che inveirà contro di te per la pesantezza della scatola). Leggi il resto di Fare i bagagli è semplice

La visita al consolato di Napoli

Dopo mesi di botta e risposta con l’ufficio immigrazione (meglio noto come Department of Homeland Security), e dopo qualche centinaio di dollari in fees, ti fissano l’appuntamento al Consolato di Napoli. Ci siamo: questo è l’ultimo passaggio di tutta la trafila burocratica, alla fine del quale ti sarà rilasciato un visto temporaneo. Composto da (voce alla fantozzi on) mega bustona gialla sigillata con sopra scritto “non aprire per nessun motivo”, firmata dal mega console grand farabut in persona; adesivo anti falsificazione con fotografia violacea del proprietario, attaccato ad una delle pagine del tuo passaporto; lettera di benvenuto tra gli immigrati degli Stati Uniti (voce fantozziana off). La busta dovrai consegnarla all’ufficiale che troverai alla dogana, una volta atterrato in America, mentre l’adesivo sul passaporto è la prova che userai per dimostrare di essere un residente autorizzato a lavorare, ad esempio ad un colloquio di lavoro. Leggi il resto di La visita al consolato di Napoli

Trucchi per fare più velocemente

E così la tua richiesta per il visto è stata approvata, ti hanno mandato il Notice of Action. Congratulazioni, la cosa più importante adesso è non perdere tempo. Per prima cosa familiarizza con l’iter burocratico della tua pratica. In rete esistono tanti trucchi (ovviamente legali) per risparmiare giorni preziosi, quando il centro dei visti rimanda la patata a te. In questo articolo non farò altro che tradurre in italiano e semplificare un po’ i più importanti passaggi. Innanzitutto vorrai sapere se ti è stato assegnato un numero di pratica (non il numero sul NOA, quello non serve a nulla), giusto? Bene, chiama il servizio automatico 001-603-334-0700 (io l’avevo imparato a memoria oramai), dove una voce metallica ti invita a digitare 1 per l’inglese. Inserisci il numero NOA e premi 1; segui quindi le poche istruzioni per sapere se ti è stato assegnato un numero di pratica dal National Visa Center (NVC). Leggi il resto di Trucchi per fare più velocemente

E vissero felici e contenti

E così hai conosciuto la tua anima gemella al matrimonio del tuo amico spagnolo, eh? Il caso vuole che abbia anche la cittadinanza americana. Dopo qualche anno di fidanzamento, decidete che è giunta l’ora di convolare a nozze, e che la vostra prole sarà allevata nel Paese a stelle e strisce. Nel caso tipico, tu lavori già in Italia, e probabilmente anche il partner. Avete due possibilità: sposarvi in Italia oppure negli Stati Uniti. In quest’ultimo caso la burocrazia sarà più benevola con voi, e tu potrai rimanere in America già da subito, aspettando che l’iter faccia il suo corso. Però far venire tutti i parenti su un volo charter forse non è la cosa più semplice. Leggi il resto di E vissero felici e contenti

Vieni a lavorare in America

La scorsa volta abbiamo iniziato ad analizzare le varie possibilità offerte dal Governo Americano per coloro che vogliono entrare in questo Paese e restarci. Una precisazione: la green card (ovvero il permesso di soggiorno) non equivale alla cittadinanza, che si ottiene seguendo un altro percorso (per il quale il possesso della carta verde è obbligatorio). In breve un residente diventa cittadino dopo almeno 5 anni di permanenza, superando un esame di educazione civica (qui ci tengono, grazie al cielo) presso uno degli uffici del Ministero degli Interni. Ma questa è tutta un’altra storia. Leggi il resto di Vieni a lavorare in America

Visto per gli Stati Uniti 101

Poiché mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su come ottenere un visto per gli Stati Uniti, spiegherò qui nel dettaglio le principali vie d’ingresso per diventare residenti (ed eventualmente cittadini) del Paese a stelle e striscie. Ma prima l’angolo della curiosità: lo sai perché gli americani usano 101 quando vogliono dire “i concetti di base” di un argomento? Ovvero come sinonimo del “for dummies” che si vede nel titolo di tanti libri informatici? Il modo di dire è derivato dall’ambiente universitario, dove i singoli corsi in genere sono identificati in base all’anno (corsi del primo anno, secondo, e via dicendo), al grado di difficoltà (come da noi Analisi 1, Analisi 2, Letteratura Inglese 1) ed al semestre. Quindi 101 “letteralmente” altro non vuol dire che: anno 1, difficoltà 0, semestre 1 🙂 Può esserti utile se stai pensando di frequentare qualche ateneo da questa parte dell’oceano. Ma ora parliamo del visto. Leggi il resto di Visto per gli Stati Uniti 101

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