due chiacchiere

Ti tengo d’occhio: l’accessibilità è ancora viva

L’ultima volta che ho scritto qualcosa sull’accessibilità è stato l’anno scorso ad Ottobre, per chiederti se i collegamenti a siti esterni andrebbero aperti in una nuova finestra. Se guardo a quando è stato scritto l’articolo precedente a quello, si va addirittura ad un anno prima: segno che al momento l’idea di rendere Internet un posto più accogliente per i disabili, è caduta nel dimenticatoio, presi come siamo dalla crisi, dall’articolo 18 e da tutte le altre emergenze planetarie. I non vedenti e tutti gli altri disabili, mi sembra l’opinione diffusa nelle varie liste di discussione, possono attendere. Per fortuna ogni tanto qualcuno, anche nell’Italia caduta in disgrazia, continua a provare a farsi sentire e riportare il problema sotto i riflettori. Come Vincenzo Rubano, diciassettenne non vedente leccese (già, al sud non sono tutti invalidi immaginari), che ha lanciato il sito Ti Tengo D’occhio (sfortunatamente non più attivo, nda), in collaborazione con l’istituto tecnico dove studia. Ti copio il suo messaggio circolato sulle liste del settore, qualche mese fa.

Mi presento, sono Vincenzo Rubano, ho 17 anni e sono uno studente del Costa. Sono non vedente ed è ormai da tempo che ho deciso di condurre una mia personale lotta spietata all’inaccessibilità. Tutto è iniziato un anno fa con la mia partecipazione all’iniziativa “M’illumino di meno” di Caterpillar su Radio 2. Allora attivai un sondaggio on-line denominato “M’illumino di meno…ma ci vedo di più” con lo scopo di raccogliere informazioni sullo stato dell’arte dell’accessibilità in Italia. Dato il grande successo dell’idea e le numerose esortazioni a continuare a combattere questa battaglia, ho deciso di alzare il tiro creando “Ti tengo d’occhio”, uno strumento di denuncia, di sensibilizzazione e di sollecitazione che ha lo scopo di rendere l’accessibilità una questione che riguarda tutti.

Il cuore del progetto prevede la redazione di quella che ho chiamato la Blind List, una vera e propria lista nera di programmi e siti poco o per nulla accessibili. Il funzionamento è piuttosto semplice: ogni volta che riterrò un programma o un sito poco accessibile (che scopro da me o che mi sarà segnalato) sarà redatto un “report”, ovvero una scheda descrittiva dei problemi che ho riscontrato. I report potranno inoltre essere liberamente commentati, così che ogni visitatore del servizio possa esprimere la sua opinione. In questa lista potranno rientrare tutti i siti Internet e le applicazioni disponibili per Windows, per iOS (il celebre sistema operativo presente su dispositivi come iPhone, iPad e iPod Touch) e per Mac OS X.

La caccia a programmi e siti inaccessibili è aperta a 360 gradi. Chiunque dovesse imbattersi in questo genere di ostacolo potrà segnalarlo sul mio sito compilando semplicemente l’apposito modulo. Oltre a dare risalto alle segnalazioni degli utenti, che verificherò personalmente prima di scrivere il “report”, mi impegnerò anche a cercare di contattare gli sviluppatori dei programmi e dei siti segnalati, in maniera tale che possano prendere consapevolezza di ciò che è stato riscontrato e (mi auguro) possano porvi rimedio. Naturalmente, se questo dovesse accadere, ossia che gli sviluppatori si adopereranno affinché i problemi vengano risolti, sarà mia cura segnalare l’avvenuta modifica ed elogiare la sensibilità dimostrata.

L’accessibilità universale, ovvero la garanzia che tutti i contenuti presenti su Internet siano fruibili da chiunque, non è una “feature” opzionale, da implementare se e quando lo sviluppatore lo ritenga opportuno. E’ un diritto di tutti i non vedenti ed è un dovere per programmatori e progettisti. Fino ad oggi era difficile venire a conoscenza di prodotti inaccessibili, ma ora, con “Ti tengo d’occhio”, si apre uno scenario completamente nuovo e disponibile a tutti.

Perché tanto fervore da parte mia su questo tema? Perché, a mio avviso, creare un sito o un programma inaccessibile è, prima di ogni altra cosa, una vera e propria discriminazione. E se poi pensiamo che sia bastata una specifica legge per far sì che tutti i siti delle pubbliche amministrazioni siano accessibili stiamo sbagliando di grosso. Ed il caso Istat lo dimostra! Già, perché persino il sito predisposto per la compilazione on-line dei dati relativi al censimento della popolazione Italiana era inaccessibile. E, nonostante alcuni esperti del settore abbiano segnalato il problema, nessuno ha mosso un dito per risolverlo. Ecco, questo è un tipico esempio di sito degno di cadere nella… Blind List.

Grazie per la gentile attenzione e per la cortese pubblicazione.

Commenti

  1. ha scritto:

    Ottimo progetto. Mi vien da chiedergli perché abbia scelto Drupal come piattaforma: esigenze di accessibilità o mera scelta tecnica di gestione del progetto?
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      @Emanuele: si vede che siamo proprio dei geek, è la prima cosa che ho pensato anch’io 🙂

      Risposte al commento di camu

      1. CyberAngel
        ha scritto:

        @camu: ma lol. La goccia blu come icona…

  2. Trap
    ha scritto:

    riguardo a quello che dici: “già, al sud non sono tutti invalidi immaginari” eccoti un video recente.

    Risposte al commento di Trap

    1. camu
      ha scritto:

      @Trap: è davvero triste e sconfortante vedere certe cose, gente che approfitta e “ruba” fondi dedicati a chi è meno fortunato 🙁

  3. […] fa, come forse ricorderai, avevo avuto il piacere di pubblicizzare Ti Tengo D’occhio, l’iniziativa di un ragazzo non vedente, volta a spronare i dinosauri delle pubbliche amministrazioni (e delle aziende private) nel rendere […]

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