due chiacchiere

Tutti hanno i nostri dati… tranne noi

Il buon Nicola di kOoLiNuS mi aveva mandato qualche settimana fa un articolo. Un intervento che affronta lo spinoso argomento di chi possiede la nostra vita digitale. Basta fermarsi un attimo a riflettere per rendersi conto che in effetti tutto quello che facciamo online, dagli acquisti su Amazon alla foto del gatto su Facebook, passando ovviamente per la nostra casella di posta elettronica, risiede sui server di qualcuno che un giorno potrebbe tranquillamente decidere di staccare la spina, cancellando tutto in un millisecondo. Praticamente senza possibilità di ricorso da parte nostra: d’altro canto i servizi che usiamo quotidianamente, da WhatsApp a TikTok, sono tutti proverbiali caval donati, per i quali i fornitori di quei servizi non hanno nessun obbligo nei nostri confronti, se non quello di continuare a far soldi a palate. Ovviamente l’autore dell’articolo in questione si guarda bene dal proporre una soluzione. Se da un lato ci sono i temerari gli intrepidi che si affidano a soluzioni avanzate (e che richiedono un esborso economico), dall’altro non è immaginabile aspettarsi che la famosa casalinga di Voghera abbia tempo, competenze e denaro per appropriarsi dei propri dati.

Perché a tutti conviene il fatto di non dover sborsare un centesimo per utilizzare queste piattaforme, barattando il valore inestimabile dei dati che produciamo con la comodità di poter installare un’app sul proprio telefonino e fare quello che ci pare. Guardando come vanno le cose, sembra un baratto conveniente per entrambe le parti, con buona pace dei puristi della privacy che continuano a stracciarsi le vesti giorno dopo giorno. Personalmente, ho da tempo impostato dei backup dei miei dati più importanti tramite il sito Takeout di Google, che mi manda ogni paio di mesi il link per scaricare un file con tutta la mia posta, le mie note di Google Keep, il calendario e via dicendo. Le foto di famiglia le tengo sul NAS sotto la mia scrivania, oltre che su Google Photos ed Amazon Photos, ed i documenti importanti sono anch’essi salvati sul NAS e tra le nuvole. Il backup di questo blog mi arriva via email ogni settimana. Ogni mese scarico il PDF con le movimentazioni del conto corrente e delle carte di credito. Per tutto il resto, dai miei (pochi) post su Facebook alle altre interazioni sui social, sono un sostenitore dell’oblio digitale (anche per motivi ecologici). E tu, cosa faresti se la tua casella di posta sparisse domani?

Commenti

  1. ha scritto:

    Perché chi usa un provider mail a pagamento è un temerario? Forse hai usato il termine sbagliato!
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      Mi sa che il mio italiano inizia a traballare dopo quindici anni sul suolo americano. Intendevo dire uno che non ha paura di avventurarsi e di sperimentare, di mettere in campo soluzioni che molti neppure saprebbero pronunciare 🤔Era inteso con una connotazione positiva, un esempio da seguire…

      Risposte al commento di camu

      1. ha scritto:

        La Treccani non la pensa come te, ma adesso comprendo meglio!
        Relativamente al resto, mi fa impressione vedere come tu sia così dipendente dal cloud! 😅
        Ciao,
        Emanuele

        Risposte al commento di Emanuele
        1. camu
          ha scritto:

          Chiedo venia allora. Forse intrepido era la parola che stavo cercando? Correggo l’articolo. Riguardo al cloud, mi sembra di essere in linea con la media della popolazione, no? Il mio NAS è da tempo immemore il “cuore” del sistema, che si occupa di smistare poi tutta questa informazione sulle nuvole. Quindi almeno ho una copia locale di tutto quello che reputo importante, se un servizio decide di staccare la spina…

        2. Trap
          ha scritto:

          @camu il tuo NAS che specifiche ha?

        3. camu
          ha scritto:

          @Trap, per anni ho usato un tostapane della Synology, poi un paio d’anni fa, complice il tempo libero regalato dal Covid, mi sono fatto un NAS con un vecchio computer su cui ho montato due dischi WD Red da 10 tera, e su cui gira Ubuntu Server (headless). Lo uso per lo sviluppo web, come media server Plex, come archivio documenti, VPN e tanto altro 🙂

  2. ha scritto:

    Si Dino, sei certamente nella media (forse anche un po’ sopra avendo un NAS), ma è un peccato essere ad un passo dalla libertà e non compiere quell’ultimo sforzo. Chiaramente non diventerai “invisibile”, non è quello il punto. Come scrivo sempre, l’importante è cercare di ridurre l’impronta. Un po’ come un vegano non eliminerà il problema sfruttamento animali nel mondo.
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      Hai ragione, e per questo ammiro il tuo approccio coraggioso per cercare di “non essere trattato come una scarpa”, come scrivevi nel tuo post. Per curiosità, in famiglia usate tutti il servizio che hai messo in piedi? Quello è l’unico cruccio che ho: se mi succedesse qualcosa, chi manterrebbe quel servizio “fatto in casa”? Con Gmail ho l’animo in pace che la posta ed il resto continuerebbero a funzionare anche senza di me…

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