due chiacchiere

Un larvotto nel giardino di azalais

Mi dispiace, ma non posso tenere per me la verità, a costo di sembrare maleducato πŸ™‚ Sognavo di fare un’intervista doppia  tra Larvotto e Dottoressa Dania. Ho contattato i diretti interessati, dichiaratisi disponibili. Ma mentre uno m’ha fatto avere le risposte “a stretto giro di posta” (pur lamentando una mancanza di qualcosa di davvero piccante) l’altra è sparita nel nulla. Forse anche lei è rimasta delusa dalle domande banali? Non lo sapremo mai. Allora ho cambiato canovaccio, trovando una nuova accoppiata: la ragazza siciliana timida e tranquilla che incontra l’uomo di mondo estroverso del nord. Ovvero Il giardino di Azalais incontra Larvotto. Come sarà andata?

Il tuo prossimo viaggio: quando, dove e perché

ANon so quale sarà il mio prossimo viaggio. È qualcosa che vedo lontano nel tempo, ho troppo da fare qui e poca voglia di muovermi. Di solito, viaggiare per turismo non mi piace, e preferisco muovermi per uno scopo, anche nel caso in cui lo scopo sia una scusa evidente. In genere, amo i luoghi di passaggio. Mi è piaciuto tanto andare a Cabo de Roca, la punta più occidentale d’Europa, in Portogallo. Oltre c’è solo l’Atlantico. Preferisco viaggiare da sola, sia perché così non devo adattarmi alle richieste di altri viaggiatori, sia perché quando sono sola divento meno timida e più forte.

LDunque, questo è un argomento piuttosto spinoso. La domanda dovrebbe essere “dove vorresti andare”, perché, purtroppo, quest’anno mi sa che le vacanze saranno molto casalinghe. A meno che, ovviamente, i miei timidi approcci al mondo della prostituzione da lampione inizino a dare qualche risultato. Comunque, soldi permettendo, la meta sarebbe San Francisco; c’è una amica che vorrei tanto rivedere perché lei, nonostante porti divinamente i quasi 80, non ha più lo spirito da zaino in spalla che l’aveva portata a Reggio Emilia qualche anno fa. Con l’occasione poi approfitterei per fare quello che sogno fin da ragazzino: noleggiare una macchina decappottabile e girare di notte per le strade della California πŸ˜€

Tacchi a spillo o pantofole, e perché?

AScarpe con i tacchi a spillo non ne possiedo, né penso ne comprerò in futuro. Non so camminare sui tacchi, precipito, divento sexy come un istrice e sto male. E poi le scarpe con i tacchi a spillo servono solo a apparire belle, e a me apparire bella non è che importi così tanto. Mi importa essere a mio agio, e questo è un risultato un po’ difficile da ottenere passeggiando sui trampoli. E poi della mia taglia non le fanno, le scarpe con i tacchi a spillo. Cenerentola avrebbe problemi a farsi figa per partecipare al ballo, oggi. Ma non mi piacciono nemmeno le pantofole, le indosso il meno possibile. Non si potrebbero avere un paio di ballerine o dei sandali raso terra?

LCredo che ogni cosa abbia la sua età. I tacchi sono perfetti per i giovani a caccia di sesso, perché in questi casi, un abbigliamento adatto è d’obbligo. Poi, con il passare del tempo, ci si accorge che certe cose si conquistano anche seduti comodamente sul divano, sorseggiando piano un buon bicchiere di vino, ascoltando musica di sottofondo che non disturba la conversazione, e ridendo di gusto sapendo che si verrà giudicati solo per quello che siamo e non per quello che sembriamo. Quindi, in questo momento, vince la pantofola!

Raccontaci l’ultimo libro che hai letto

AL’ultimo libro di narrativa che ho letto è stato Le memorie di Adriano, di Marguerite Yourcenar. Sto (ri)leggendo L’opera al nero, sempre della Yourcenar. Tra i due libri non saprei dire quale preferisco. Mi piace lo stile intimista, schietto ma ricco di omissioni e dimenticanze che la scrittrice utilizza per dar vita, o resuscitare, non so, un Adriano uomo di grande potere e di vasta coscienza. Ma non posso amare Adriano quanto amo Zenone, il protagonista dell’altro romanzo, secondo me una delle figure meglio riuscite della letteratura. Almeno di quella fettina piccina piccina della letteratura occidentale con cui sono entrata in contatto fino a adesso.

LMa certo, volentieri, è stato giusto l’altro giorno. Non avevo niente da fare e così ho tirato fuori dal cassetto un libro che mi avevano regalato qualche settimana fa. Era ancora incartato nella sua pellicola. L’inizio è stato un poco noioso, molto tecnico; poi, mano a mano che continuavo è diventato più leggero, scorrevole, a tratti avvincente. Un libro che, nella sua semplicità, riusciva a trasmettere il bisogno, l’assoluta necessità, che molte persone hanno: quella di apparire. E farlo in semplicità, senza bisogno di internet, facebook o altri aggregatori. Lo consiglio a tutti, si chiama “Pagine Bianche, facile trovarsi”. Avvincente.

No scusa, maledetto Camu, con questa domanda mi hai messo in crisi. Dunque, ero indeciso se fare il figo che divora mille libri, oppure ammettere candidamente che io leggo pochissimo. Al limite potrei farti l’elenco dei libri che sono sul mio comodino, in bagno e vicino al divano, libri che inizio e non finisco, libri che molto spesso partono bene e poi finiscono male, libri accennati, pretenziosi, a volte osannati dalla massa, ed io resto titubante di fronte a questi fenomeni di mercato. Tutti li leggono estasiati, mentre a me fanno stracagare e li trovo noiosi. Uff, queste cose mi fanno sentire incredibilmente stupido.

Commenti

  1. camu
    ha scritto:

    Complimenti ad entrambi, non so perché ma ogni volta che ho riletto quest’intervista mi sono divertito un sacco!

  2. Cateno
    ha scritto:

    Azalais, è vero, coi tacchi non riesco neanche a immaginarti! πŸ˜›

  3. camu
    ha scritto:

    Beh, ma se sapevo che vi conoscevate direttamente, vi facevo una bella intervista doppia πŸ™‚ Magari ci farò un pensierino…

  4. Cateno
    ha scritto:

    Eh, ma qui siamo tutti collegati e amici ‘dal vivo’: Tommy David, Ossidia, Azalais, Giofilo, io e tanti altri sbloggerati siamo un pugno di amichetti!

  5. camu
    ha scritto:

    @Cateno: ma pensa, allora quasi quasi dovrei farvi un’intervista di gruppo πŸ™‚ Ci penserò…

  6. camu
    ha scritto:

    @Cateno: vista la presenza di due ragazze nel gruppo, si riesce a capire per esclusione chi sia azalais, ma di te non c’è indizio πŸ™‚ Comunque sono sempre più convinto di farvi quest’intervista di gruppo: una sola domanda, ed ognuno risponde a modo suo!

  7. Gwendalyne
    ha scritto:

    Di Larvotto conoscevo già la grande simpatia… ma grazie a questo post ho scoperto (e subito “feedato”… o “feeddato”? Tu quale delle due “italianizzazioni” sceglieresti, Camu?) pure Azalais, che sembra parecchio simile a me sotto svariati aspetti. Terza domanda a parte: parlando di libri, devo ammettere che mi identifico di più con Larvotto…

  8. larvotto
    ha scritto:

    Ecco, adesso mi scattano mille pensieri… qualcuno mi spiega cosa sono i Nicciani?
    Devo averne paura?
    Bussano alla porta e poi cercano di vendermi qualcosa?
    πŸ˜€

  9. camu
    ha scritto:

    @Gwendalyne: mah, io questi neologismi non li digerisco proprio, specialmente quando poi vengono storpiati per sottostare alle regole grammaticali italiane. Nello specifico preferirei usare “aggiunto al mio lettore RSS” che già suona meglio. Sono contento comunque di averti fatto scoprire Azalais, merita veramente πŸ™‚ Anche se scrive raramente… ma forse proprio quello è il bello!
    @larvotto: beh e allora io che gli ho proposto un’intervista di gruppo ora sono nei guai fino al collo, immagino. Aspettiamo pazienti che qualcuno ci illumini…

  10. Azalais
    ha scritto:

    @Cateno, brutto disgraziato, non avresti potuto linkare mie foto peggiori πŸ™‚ E soprattutto nicciani ci sarete voi

    @Due Grazie ancora :* Non farmi arrossire

    @Gwendalyne, piacere di conoscerti πŸ™‚

    @larvotto, sempre temere i nicciani, sempre. Malarazza sono

  11. Azalais
    ha scritto:

    Ah, e sono d’accordo con larvotto. Meglio non leggere che leggere libri che fanno stracagare, dove stracagare è una sensazione squisitamente soggettiva.

  12. Gwendalyne
    ha scritto:

    @Azalais: piacere mio! πŸ™‚

    @Camu: in effetti pure io detesto i neologismi adattati dall’inglese, nei casi in cui la nostra lingua offre già un termine perfettamente adeguato. Ad esempio non sopportavo la pubblicità radiofonica del 1254 nella quale veniva usato il verbo “ringare”: voglio dire, “chiamare” pareva troppo poco trendy? πŸ˜‰ Però non puoi negare che “aggiunto al mio lettore RSS”, sebbene sia un’espressione meno cacofonica, non è particolarmente flessibile… πŸ™‚

  13. Gwendalyne
    ha scritto:

    Sono d’accordo, anzi, ti dirò di più: non so cosa mi sia preso, quasi stento a riconoscermi, io che certe volte sono quasi “talebana” quando si tratta della purezza dell’italiano… πŸ˜‰

  14. camu
    ha scritto:

    @Gwendalyne: ma no figurati, anche io a volte mi lascio andare πŸ™‚

  15. Tommy David
    ha scritto:

    Argh, quelle foto!
    Comunque Cateno è il primo e l’ultimo della serie — quello che discende dagli alberi… πŸ˜†

  16. camu
    ha scritto:

    @Tommy David: oh, finalmente il mistero è svelato πŸ™‚ allora, ci stai anche tu all’intervista di gruppo tra nicciani?

  17. Tommy David
    ha scritto:

    E certo che ci sto! πŸ˜€

  18. Dania
    ha scritto:

    Ciao, mi scuso per non aver mai risposto alla (seconda!!) intervista doppia.
    La prima volta ho aderito subito. La seconda, purtroppo, mi è stata fagocitata da gmail. Mi scuso con Larvotto. Buona giornata a tutti.

  19. camu
    ha scritto:

    @Dania: nessun problema πŸ™‚ Magari ti contatto più avanti per un’altra possibilità…

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