due chiacchiere

Una chiesa al passo con i tempi

Leggevo oggi un articolo su come quasi un terzo dei giovani americani si dichiari non affiliato a nessuna religione. E così mi veniva da pensare alla mia esperienza personale in merito. Sin da piccolo, la religione cattolica è sempre stata parte integrante della mia vita. Vuoi perché all’epoca mia nonna era molto praticante e aveva piacere che i nipoti si coinvolgessero in un modo o nell’altro, vuoi perché la cultura siciliana nella quale sono cresciuto era ed è tuttora indivisibilmente legata alle tradizioni religiose tramandate da secoli. Basti pensare a come i meridionali abbiano esportato persino in America le processioni di santi e madonne, espandendole a vere e proprie feste popolari di folklore ed occasioni per incontrare i propri connazionali.

Dapprima furono gli anni da chierichetto e di partecipazione all’Azione Cattolica, di cui ho ancora piacevoli ricordi per le varie attività che svolgevamo durante l’anno. Ma finito quel periodo, imparai ad accettare passivamente il rito di andare a messa la domenica, di recitare a memoria tutti i passaggi e di eseguire la ripetitiva gestualità di contorno quasi come un automa. Mi mancava l’entusiasmo dell’oratorio, ed ogni volta che varcavo la soglia uscendo dalla chiesa, mi rendevo conto di non star portando con me nulla di nuovo: a stento avevo fatto attenzione all’omelia del prete, sempre vaga e raramente legata all’attualità, e dopo pochi minuti già non ricordavo neppure cosa avesse detto. La morale, era in fondo sempre la stessa: fate i bravi e non fate del male al prossimo.

Dopo esser venuto qui in America, le cose non furono poi molto diverse dal punto di vista teologico. Anzi, qui la ritualità ecclesiastica sembrava ancora più marcata, al punto che pure il catechismo cattolico per i bambini seguiva un programma molto rigido che lasciava poco spazio ad un sincero stimolo di curiosità ed apprendimento degli eventi religiosi in questione. Di Azione Cattolica neppure l’ombra. Non dico che il nozionismo sia essenziale, ma come avrebbe detto il buon Mario Brega in questo caso, “manco le basi del mestiere te ricordi!”: qui i bambini di quinta elementare a stento sanno il Padre Nostro e l’Ave Maria. Perché non reputano la religione un tassello importante e stimolante delle loro vite multimediali. Un’occasione persa da parte della Chiesa Cattolica, almeno qui in America, specialmente di questi tempi dove tantissimi, inclusi i più giovani, hanno bisogno di un conforto spirituale per navigare gli eventi che stiamo attraversando.

Per sopperire a questo vuoto lasciato dai cattolici nei cuori di molti fedeli, altre confessioni cristiane stanno investendo sulle nuove tecnologie e su nuovi modi di comunicare, per raggiungere i giovani dove passano il loro tempo. Per condividere un messaggio di speranza più al passo con le situazioni attuali, leggendo queste vicissitudini in chiave biblica ed applicando la parola di Gesù e degli altri profeti agli eventi dei nostri giorni. Un netto distacco dalla ritualità borbottata passivamente dal prete distante sull’altare. Una di queste chiese si chiama Liquid Church. L’ho scoperta seguendo l’invito a partecipare ad una delle loro funzioni di una nostra coppia di amici qualche anno fa. Era il periodo di Quaresima del 2018 quando andai per la prima volta.

Il formato era completamente diverso da ciò a cui quaranta anni di cattolicesimo mi avevano abituato: niente ritualità, niente recita, niente gesti fatti a memoria. Dopo una decina di minuti di canzoni religiose alquanto energetiche (con tanto di batteria e chitarra elettrica), Padre Tim saliva sul palco ed iniziava a parlare di un argomento attuale, facendo continui riferimenti a versi biblici e del Nuovo Testamento. Nel frattempo, uno schermo gigante alle sue spalle forniva un supporto audiovisivo a quello che raccontava. Non dimenticherò mai quella prima volta che andai: era tempo di quaresima, come ho detto, e Padre Tim stava spiegando gli eventi raccontati nei Vangeli con l’aiuto di una cartina di Google Maps sullo schermo alle sue spalle. Google Maps. In quarant’anni nessuno mi aveva mai spiegato così chiaramente gli spostamenti di Gesù negli ultimi mesi della sua vita. Ero sbalordito dall’efficacia delle sue parole e da come la narrazione storica si intrecciava al simbolismo religioso in maniera chiara e digeribile.

Padre Tim è un grande sostenitore delle nuove tecnologie come supporto per avvicinarsi a coloro che hanno smarrito la retta via. Già prima di Covid la sua “messa”, se così la vogliamo chiamare, era disponibile online per coloro che non potevano recarsi in chiesa di persona. E come “tecnologo”, io non potevo che apprezzare questa sua visione aperta verso i moderni mezzi di comunicazione. Durante i suoi sermoni, ha spesso con lui sul palco ausili di varia natura che lo aiutano ad esemplificare con analogie concrete il messaggio che vuole trasmettere ai fedeli in ascolto. Dell’approccio di questa chiesa mi piace anche il fatto che Gesù è l’unico protagonista: troppo spesso vediamo i cattolici, specialmente al sud, idolatrare santi e statuine quasi più di Gesù stesso. In quello che diventa un guazzabuglio confuso tra fede, magia, superstizione e credenze popolari. Una cosa che personalmente non ho mai sopportato del cattolicesimo, inclusa l’ostentazione di opulenza durante le processioni per le vie della città. Che c’azzecca quello spettacolo con l’insegnamento dei Vangeli?

Sono passati circa tre anni da quando ho iniziato a seguire Padre Tim e Liquid Church, ed oggi più che mai sento di aver finalmente trovato qualcuno che mi dia qualcosa da portare a casa alla fine dell’omelia, un’idea su cui riflettere per leggere la mia vita in maniera diversa. Mi dispiace che i suoi video non siano disponibili in Italiano, ma ti suggerirei di guardarne uno almeno con i sottotitoli. Mi piacerebbe avere una tua opinione in merito a quello che dice. Con l’augurio a tutti che il 2022 non prenderà spunto da questi dodici mesi appena passati. Buon anno nuovo!

Commenti

  1. ha scritto:

    Vado OT ma questa cosa che io debba scoprire vent’anni dopo che anche tu sei siciliano mi lascia incredulo. Adesso dovrai anche dirmi la zona…
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      Ma dai, davvero? Non me ne ero mai reso conto. Si vede che sono stato proprio bravo in 20 anni a celare la mia vera identità. Ho un futuro da supereroe… prego solo che il richiamo del vaccino mi dia qualche superpotere a questo punto 😀

      PS: la zona è agli “antipodi della tua”, siamo co-provinciali, se così si può dire, con Davide.

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