due chiacchiere

You see the stars falling down

Matilde era tutto l’opposto di come Enrico ed Alessandro l’avevano immaginata tante e tante volte: la loro ipotesi di vedersi arrivare la “solita” ragazza con gli occhiali, topo di biblioteca, intimidita da qualsiasi rapporto sociale, s’era rivelata completamente infondata. Ma la cosa che colpiva di più era il suo carattere spontaneo, fresco ed interessante. Non c’era dubbio, lei stessa era ben consapevole della sua bellezza, ma non la faceva “pesare” di certo e non s’atteggiava affatto a prima donna, anzi. Il capufficio dispose che venisse aggiunta una scrivania nella stanza dei due compari, e quando venne a dare un’occhiata la mattina dopo, approfittando del fatto che lei non era ancora arrivata, lanciò un’occhiata maliziosa ai suoi due sottoposti e sorridendo li ammonì “Mi raccomando, non fate che vi trasformate nel gatto e la volpe. Voglio che Matilde impari qualcosa da voi due, e che questa sua esperienza con noi sia per lo meno divertente e positiva. So che non mi deluderete”. Era uno di poche parole, e lasciò che i due deducessero tutto il resto.

Un dettaglio colpì Enrico, quando la ragazza si presentò alla porta: i suoi occhi non erano più azzurri, ma s’erano trasformati in un verde smeraldo che spiccava dalla cornice del suo viso allungato. Ma forse s’era sbagliato sul serio, stavolta, e semplicemente ricordava male. Il suo sorriso ricordava proprio quello di Audrey Hepburn, ed era chiaro che lei fosse una seguace di quello stile di vita e di quei modi di fare delicati ed aristocratici. Attraversando la stanza per raggiungere la sua scrivania, fu lei a rompere il ghiaccio con una battuta su un quadro appeso ad una parete (una riproduzione stampata dell’Urlo di Munch, portata da Enrico qualche mese prima). Sin dalle prime battute fu chiaro che entrambi già pendevano dalle sue labbra: vuoi un po’ per quella bellezza assoggettante, vuoi per l’entusiasmo della novità che rinfrescava l’atmosfera in ufficio, vuoi per quel suo modo così delicato e forbito di esprimersi. Per lei era un atteggiamento naturale, non un qualcosa di falso come il perbenismo degli arricchiti che vogliono farsi notare in società.

Commenti

  1. ha scritto:

    Il bello dei tuoi racconti è che sono avvincenti.. e non faccio altro che aspettare la prossima puntata….

    Risposte al commento di Federico

    1. camu
      ha scritto:

      @Federico: grazie, è un complimento che mi fa davvero arrossire 🙂 Spero allora di non deludere i (pochi?) lettori con i colpi di scena che ho in programma e che penso nessuno si aspetti.

  2. Simona
    ha scritto:

    non voglio dire che è bello perchè sono troppo ripetitiva…però è bello!!!! 😀
    se i lettori sono pochi, sono sicuramente buoni 😉
    io concordo con Federico: aspetto la prossima!!!!
    che poi non ci puoi lasciare sempre sul più bello, è una cattiveria la tua -.-

    p.s. mi fai venire voglia di riprendere in mano il mio di racconto *_*

    Risposte al commento di Simona

    1. camu
      ha scritto:

      @Simona: e che aspetti 🙂

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