Va bene, oggi è la festa dedicata a tutte le donne del mondo. Il giorno in cui alberi interi di mimosa, ammesso che abbiano ancora i fiori gialli a dispetto delle strampalate condizioni climatiche, vengono decimati in onore di questa ricorrenza. Non fraintendermi, per me le donne vanno festeggiate ogni giorno, non solo oggi: come la festa degli innamorati, come la festa della repubblica, come la festa per la pace. Ma d’altro canto mi sta bene che ci sia un giorno in cui mi viene ricordato, appunto, che le donne meritano di essere apprezzate sempre, anche quando passano ore ed ore al centro commerciale alla caccia di una borsetta costosissima che non riusciranno mai a scegliere.
Certo si tratta di una festa per certi versi anacronistica: nasce infatti intorno al 1910 (anche se non tutti concordano su questa data) in occasione della conferenza internazionale socialista, per manifestare i “neonati” diritti delle donne ed il suffragio universale che pian piano si diffonde in tutto il mondo. Anacronistica perché oggi l’emancipazione femminile è un dato di fatto, per lo meno nei Paesi occidentali e civilizzati. Forse il nuovo obiettivo è quello di liberare la donna, nell’era del bombardamento mediatico, dall’etichetta di oggetto sessuale: in televisione vediamo ballerine sempre più succintamente vestite, in strada la notte ce ne sono tante costrette a vendersi per pochi spiccioli, dentro le mura domestiche la violenza sostituisce in varie occasioni il dialogo civile.
Insomma, è l’ipocrisia che mi fa avvertire il senso di forte contrasto tra donare un mazzetto di mimosa la mattina alla collega in ufficio, e guardare la sera stessa in televisione uno spettacolo in cui tette e culi sono esposti al vento. Credo che sia necessario iniziarsi a ribellare a quest’approccio materialistico verso l’altro sesso.
Commenti
Esatto, ad esempio in parlamento ancora non c’è una significativa presenza di donne…
Sono d’accordo con te, di seguito lo confermo con una parte di un articolo del blog: -Atalntide la città sommersa-
…Quegli uomini che hanno bisogno di “ingrandirsi sui muri”, un pò banali, ma che decidono le sorti del mondo, sempre uguali a se stessi, fedeli ai modelli dei loro grandi antenati…essi sono la minoranza, ma decidono per la maggioranza. Quegli uomini che non condividono la maggioranza, ma che non hanno la forza e il coraggio di camminare con noi, e “astenendosi” fanno lo stesso gioco degli altri. Non siamo d’accordo per togliere questa “festa”, perchè forse può essere una delle poche opportunità che abbiamo. Che la festa continui e che sia un appuntamento per verificare se i progetti presentati l’anno prima sono stati realizzati, e che per quelli portati il giorno di questo anno, noi donne, il 9 marzo verificheremo se sono finiti nei cestini di quei politici che ci hanno festeggiato in Parlamento, di quei mariti che ci hanno portato le mimose, e di tutti quelli che ieri ci hanno ascoltato, ma non hanno ancora mosso un dito perchè anche oggi noi siamo state violentate.
Ocea