Dopo l’open house (o open day, come mi dicono si chiami in Italia) di qualche settimana fa, abbiamo ricevuto un paio di offerte d’acquisto della nostra casa. Ora gli avvocati di entrambe le parti stanno limando il contratto di vendita, aggiungendo e togliendo clausole in base ai desideri delle parti. L’altro giorno parlavo con la nostra agente immobiliare per mettere a punto la strategia da usare per contrattare con questa coppia di indiani che vuole acquistare il nostro immobile, e ad un certo punto lei mi fa “let’s hope that they don’t get cold feet“. No, non stava parlando della possibilità che queste persone sentissero freddo prima di andare a dormire la sera. Ma questa è la bellezza di certi modi di dire americani. Leggi il resto di Occhio a quelli con i piedi freddi
Archivio degli articoli in biblioteca
Una storia davvero contemporanea
In queste ultime settimane passate a tinteggiare ed armeggiare con attrezzi vari nel silenzio di una casa completamente vuota, a parte la signora Wilson di cui ti parlavo, sono stati i podcast ed un audiolibro a tenermi compagnia durante il giorno. Il libro era La storia, un bellissimo romanzo di Elsa Morante. Un racconto che, capitolo dopo capitolo, mi è sembrato quanto mai moderno e contemporaneo nel descrivere la tragedia che si è consumata negli anni della seconda guerra mondiale nei confronti degli ebrei. Una tragedia a cui oggi assistiamo passivamente, perpetrata nei confronti del popolo palestinese stavolta, nientepopodimeno che proprio da coloro che quasi un secolo fa si son trovati in quella condizione di miseria e di paura. Ida e Useppe, i due protagonisti principali, mi hanno fatto attraversare una serie di montagne russe di emozioni, con il loro atteggiamento così semplice e gentile. Leggi il resto di Una storia davvero contemporanea
Pronunciare le parole in inglese, che incubo
Beh, come avrai capito dai miei ultimi post, anch’io sono entrato nella modalità estiva qui sul blog. Basta parlare di bombe, genocidi e problemi vari. Tanto c’è davvero poco che possiamo fare per cambiare le cose in questo mondo di matti in cui siamo capitati. Ed allora rispolvero la mia rubrica dove condivido qualche curiosità della lingua inglese. Un recente commento di Valentina ad un mio vecchio post, mi ha fatto tornare in mente l’idea di usare qualche meme per spiegare certe particolarità di come parlano gli abitanti del Paese a stelle e strisce. Cose che secondo me neppure l’intelligenza artificiale riuscirà mai a capire in pieno. Leggi il resto di Pronunciare le parole in inglese, che incubo
Concorso Bisarca 2025
Vista la mia partecipazione all’iniziativa di Giuseppe Marino, mi è stato suggerito di dare un’occhiata ad un altro esperimento letterario bandito da Gianni sul suo blog: il concorso Bisarca. Secondo te potevo lasciar cadere nel vuoto il gentile invito? Specialmente cosciente di poter portare una ventata di internazionalità (ma esiste, questa parola?), che non fa mai male. Il tema di quest’anno è l’acqua, in qualsiasi sua forma ed espressione. Così ho deciso di partecipare con un mio vecchio racconto di gioventù, dato che il pezzo non deve essere per forza inedito. Già m’immagino sul palcoscenico degli Oscar, a piangere e ringraziare tutti, in stile The Mask 😅. Perché non ti unisci al gruppo anche tu?
D’amore e di rabbia
Qualche mese fa, una mia amica mi ha suggerito la lettura di un romanzo ambientato nella Sicilia degli anni 20, D’amore e di rabbia, di Giusy Sciacca. In cui si racconta la storia di Amelia Di Stefano, donna catanese trasferita a Lentini come punizione per un errore commesso da giovane. Una storia in cui amore e politica s’intrecciano formando un qualcosa di delicato e piacevole, ed il ruolo della protagonista si dipana tra sotterfugi ed odio viscerale nei confronti di una situazione che la tiene prigioniera. “Che madre sarebbe stata lei. Se lo era chiesto più volte. Se lo domandava ogni volta che il ventre di una donna la turbava, perseguitandola quasi. Forse era anche per questo che nella disperazione aveva scelto di cimentarsi come maestra a Catania. Magari era solo un modo per redimersi, per perdonarsi e ritrovare negli occhi dei figli degli altri quelli che lei aveva messo al mondo”. Leggi il resto di D’amore e di rabbia
Quando i fiori sembrano sussurrare segreti
Non riesco a credere che siamo già quasi a metà maggio: il clima qui nel New Jersey si è finalmente fatto più mite, e neve e temperature gelide sono finalmente un lontano ricordo. Ho ripreso a far qualche passeggiata mattutina per esplorare il mio nuovo vicinato, e quella dose extra di vitamina D regalata dal sole tiepido di questi giorni, devo ammetterlo, fa proprio la differenza. E puntuale come ogni mese, sul suo blog, Giuseppe Marino propone ai lettori una nuova puntata del suo esperimento letterario-creativo intitolato Un racconto, tante voci. Al quale ho deciso di partecipare con un piccolo contributo che, confesso, mi è stato ispirato da uno dei recenti episodi di Black Mirror, Eulogy (discorso al funerale?). Un episodio che sa combinare in maniera sublime romanticismo e tecnologia. Leggi il resto di Quando i fiori sembrano sussurrare segreti
Il nostro prodotto fa schifo
Lo scorso fine settimana sono andato a trovare una coppia di amici che abita in una zona un po’ sperduta al confine tra il New Jersey e la Pennsylvania. Mentre percorrevo la superstrada 78 per arrivare a casa loro, ho notato un cartello pubblicitario che mi ha dato l’ispirazione (o sarebbe quasi da dire l’aspirazione) per il post di oggi. Il messaggio a caratteri cubitali recitava “Our products suck”, con la foto di un bell’aspirapolvere a fianco. Il gioco di parole fa leva sul doppio significato del verbo to suck: letteralmente vuol dire succhiare, ma spesso lo si usa nell’accezione di fare schifo. Di questa tecnica dei doppi significati nella pubblicità ne avevo già parlato l’estate scorsa, quando vidi un cartellone in Florida che parlava di mogli e gnocche. Leggi il resto di Il nostro prodotto fa schifo
Il lupo della steppa
Chi l’avrebbe mai detto che un appassionato come me del genere distopico, e di serie televisive come Black Mirror e Squid Game, avrebbe trovato tracce inaspettatamente simili in un libro pubblicato nel lontano 1927, Il lupo della steppa, di Hermann Hesse. Come ho detto in passato, sono sempre alla ricerca di suggerimenti su quale libri leggere, e così quando qualche mese fa sul suo blog, Giuseppe pubblicò una recensione di quest’opera, rimasi incuriosito da quella trama “che indaga l’animo umano in tutte le sue sfaccettature, proponendo una riflessione esistenziale intensa e, a tratti, dolorosa”. Così l’ho scaricato in formato audiolibro, ed ho intrapreso questo cammino insieme al protagonista, Harry Haller. Già dall’inizio si può assaporare un che di distopico, quando si scopre che la sua personalità pare scissa in due indistricabili parti così intrecciate, ostili e confuse, una certa parte più mondana, borghese, sociale e, l’altra, più selvaggia, solitaria, animalesca. Leggi il resto di Il lupo della steppa