due chiacchiere

Archivio degli articoli in biblioteca

Tua moglie è una gran gnocca

Dato che nel mio post precedente ricordavo la nostra vacanza in Florida, mi è venuto in mente che un giorno, guidando sulla Interstate 95 che attraversa verticalmente tutta la penisola, ho visto un cartellone pubblicitario che diceva Your wife is hot. A prima occhiata, questa frase potrebbe tradursi in Tua moglie è una gnocca, nel senso di molto attraente. I geni del marketing di questa compagnia, in realtà, hanno fatto leva sulla versatilità della parola hot, che assume una lunga lista di significati a seconda del contesto. Già, perché leggendo poi il sottotitolo sul cartellone, che invitava gli automobilisti a farsi controllare l’aria condizionata a casa, si capiva che quella frase andava intesa nel significato letterale del termine: tua moglie sente caldo. Così mi è venuta l’ispirazione per un post in proposito. Ne avevo già parlato nel lontano 2008, ma oggi vorrei approfondire l’argomento ulteriormente. Leggi il resto di Tua moglie è una gran gnocca

L’isola di Arturo

In tutti questi anni di onorata carriera blogosferica, ho sempre cercato di evitare di parlare della mia vita privata, principalmente perché penso che non importi molto a nessuno dei fatti miei, anzi metta la gente in una posizione d’imbarazzo e di non saper cosa dire. Preferisco piuttosto impiegare il mio tempo scrivendo di cose che possano tornare utili o innescare un dibattito con chi legge queste pagine. Così non ho mai detto nulla del rapporto contorto che c’è sempre stato tra me ed i miei genitori, del fatto che ancora alla soglia dei cinquant’anni suonati, io venga trattato come un adolescente, e del fatto che in cuor loro non mi abbiano mai perdonato di essere emigrato così lontano dalla loro Sicilia. Per anni non ci siamo parlati per questo motivo, finché per intercessione di alcuni parenti, all’epoca del mio matrimonio, non decidemmo di darci tutti un’altra possibilità. Da allora abbiamo instaurato un rapporto cordiale, pur rimanendo sempre guardinghi gli uni verso gli altri. Leggi il resto di L’isola di Arturo

I miei giorni alla libreria Morisaki

In questi giorni sto riascoltando un libro che mi aveva intrigato moltissimo quando lo lessi per la prima volta tanti anni fa, L’ombra del vento, di Carlos Ruis Zafon. In cui si racconta di un mistero tra le vie della Barcellona degli anni 50. Uno dei personaggi inanimati di quel racconto è la biblioteca dove il protagonista trova il libro che lo accompagnerà in quest’avventura così imprevedibile. A questo pensavo dopo aver finito di ascoltare un altro libro, consigliatomi dall’intelligenza artificiale di Audible: I miei giorni alla libreria Morisaki, di Satoshi Yagisawa. Un romanzo che si immerge nel cuore della Tokyo letteraria, ed il punto di forza del libro è nella sua ambientazione: la libreria che fa da sfondo alla vicenda, diventa quasi un personaggio a sé stante, un luogo carico di storia e di vita, che avvolge i visitatori e li trasporta in mondi diversi attraverso i libri. Il tutto raccontato con quella delicatezza che solo i giapponesi sanno mettere in campo. Leggi il resto di I miei giorni alla libreria Morisaki

Lo sapevi che l’asinello di Shrek…

Spero vorrai perdonare il titolo clickbait di oggi, forse influenzato dal fatto che ne vedo sempre di più durante le mie scorribande quotidiane in giro per la rete. Per l’angolo dell’inglese, ho pensato che ogni tanto sia bene allenare la comprensione della lingua a stelle e strisce parlata, perché quando verrai in vacanza nel Paese dell’aquila calva, potrai pure avere una padronanza impeccabile della grammatica e del vocabolario, ma se appena entrerai in un bar non riuscirai a decifrare le poche parole che ti rivolgerà il commesso, tutto il resto sarà inutile. Il video qui di seguito, che ho trovato su un canale Facebook in cui l’autore si diverte a scovare piccole curiosità all’interno dei film Disney e Pixar, unisce l’utile al dilettevole: ti consente di allenare l’ascolto ed allo stesso tempo ti rivela un dettaglio della storia di Shrek a cui in effetti non avevo mai fatto caso prima 🤯. Leggi il resto di Lo sapevi che l’asinello di Shrek…

La coppia quasi perfetta

Avevo un paio di crediti extra nel mio account Audible, e visto che la stagione della manutenzione del prato inglese è già cominciata da un po’, cerco sempre qualcosa da ascoltare mentre taglio l’erba, strappo le gramigne dalle aiuole e concimo i fiori vicino alla cassetta delle lettere. Gli algoritmi intelligenti del servizio di Amazon hanno oramai capito che sono un appassionato del genere scientifico distopico, e così tra le letture consigliate c’era The One, ovvero La coppia quasi perfetta, per chi volesse leggerlo in italiano. Il solito avviso ai naviganti: nel seguito parlerò della trama del libro, quindi non proseguire la lettura se non vuoi rovinarti la sorpresa. Trama imperniata sulla fantastica scoperta di una scienziata inglese, in base alla quale, tramite l’analisi del nostro DNA, potremmo finalmente scoprire chi sia la nostra vera anima gemella, la persona con cui vivere come nelle favole, felici e contenti per il resto della nostra esistenza. Leggi il resto di La coppia quasi perfetta

Non ti auguro di romperti una gamba

Mi sono reso conto che è da un po’ che non mi avventuro nella giungla della lingua inglese per andare a caccia di curiosità da condividere su questi schermi. L’altro giorno stavo guardando un video del Dottor Mike su YouTube, un canale che ho scoperto grazie alla figlia piccola, in cui un medico veste i panni di influencer, commentando in maniera clinicamente attendibile e divertente le varie minchiate che ogni giorno si trovano sui social. Prima del video, c’era una pubblicità in cui un pupazzo si nasconde perché non vuole andare alla noiosa riunione con il direttore, ed allora la segretaria gli fa shake a leg, the meeting is about to start in the board room. Ovviamente la signora non gli sta suggerendo letteralmente di scuotere una gamba, ma gli sta intimando di sbrigarsi per la sua presentazione ai capoccioni dell’azienda. Così mi è venuta l’idea per la lezione d’inglese di oggi. Leggi il resto di Non ti auguro di romperti una gamba

Trema la notte

Qualche mese fa chiacchieravo con il mio amico Trap e la moglie Fly (che ho avuto l’onore di veder commentare anche su queste pagine), in un raro momento di serenità durante le feste natalizie. Parlando del più e del meno, è venuto fuori l’argomento libri: io raccontavo di quanto mi erano piaciuti I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni, che narrano la storia della famiglia Florio, ed il libro che stavo leggendo proprio in quei giorni, La portalettere. Dicevo loro di questa mia nuova passione per i romanzi storici, che sanno mescolare in maniera intelligente finzione e fatti storici davvero accaduti: un modo per imparare un po’ di storia mentre ci si appassiona alle vicende dei protagonisti. E così lei mi ha consigliato un libro che le era piaciuto molto, sempre sullo stesso genere: Trema la notte, di Nadia Terranova. In quest’opera, Nicola e Barbara vivono due vite parallele spezzate dal terremoto di Messina del 1908. Un racconto in cui dolore e sete di libertà si mescolano in un risultato straziante ed intriso di speranza per un futuro migliore, di rinascita dalle macerie in cui è stata ridotta la città. Leggi il resto di Trema la notte

Tagliare il formaggio in pubblico

Ero indeciso se conservare il post di oggi (che non è una ripetizione del post di qualche settimana fa) sotto la categoria corso d’inglese oppure sotto umorismo. Alla fine ho optato per la prima, visto che quello che ti propongo sono alcune espressioni (molto) informali della lingua del Paese dell’aquila calva. L’ispirazione mi è venuta qualche sera fa, quando preparavamo gli ingredienti per la cena a base di chili. Ad un certo punto la figlia piccola, che oramai alla veneranda età di quasi 13 anni è molto seriosa e non si sbottona più di tanto a tavola, mi fa “hai tagliato il formaggio?”, ovvero did you cut the cheese? Io ho sorriso e, sebbene stessi portando in tavola un piattino con tutti pezzettini di formaggio, le ho risposto di no. Devi sapere infatti che, un po’ come in italiano abbiamo espressioni tipo “sganciarne una” oppure “suonare una fanfara”, to cut the cheese, oltre al significato letterale, vuol dire anche emettere una flatulenza. Non è chiara l’origine di quest’espressione gergale: alcuni dicono che derivi dal fatto che certi formaggi puzzano, e quindi quando li si apre, l’odore che sprigionano impregna l’aria circostante. Etimologia a parte, ti elenco alcune altre espressioni che indicano la stessa cosa. Ed ora immagino ti sia chiaro il mio dilemma iniziale su quale categoria associare a quest’intervento 😉 Leggi il resto di Tagliare il formaggio in pubblico

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