Mi sono reso conto che è da un po’ che non mi avventuro nella giungla della lingua inglese per andare a caccia di curiosità da condividere su questi schermi. L’altro giorno stavo guardando un video del Dottor Mike su YouTube, un canale che ho scoperto grazie alla figlia piccola, in cui un medico veste i panni di influencer, commentando in maniera clinicamente attendibile e divertente le varie minchiate che ogni giorno si trovano sui social. Prima del video, c’era una pubblicità in cui un pupazzo si nasconde perché non vuole andare alla noiosa riunione con il direttore, ed allora la segretaria gli fa shake a leg, the meeting is about to start in the board room. Ovviamente la signora non gli sta suggerendo letteralmente di scuotere una gamba, ma gli sta intimando di sbrigarsi per la sua presentazione ai capoccioni dell’azienda. Così mi è venuta l’idea per la lezione d’inglese di oggi. Leggi il resto di Non ti auguro di romperti una gamba
Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 2
Trema la notte
Qualche mese fa chiacchieravo con il mio amico Trap e la moglie Fly (che ho avuto l’onore di veder commentare anche su queste pagine), in un raro momento di serenità durante le feste natalizie. Parlando del più e del meno, è venuto fuori l’argomento libri: io raccontavo di quanto mi erano piaciuti I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni, che narrano la storia della famiglia Florio, ed il libro che stavo leggendo proprio in quei giorni, La portalettere. Dicevo loro di questa mia nuova passione per i romanzi storici, che sanno mescolare in maniera intelligente finzione e fatti storici davvero accaduti: un modo per imparare un po’ di storia mentre ci si appassiona alle vicende dei protagonisti. E così lei mi ha consigliato un libro che le era piaciuto molto, sempre sullo stesso genere: Trema la notte, di Nadia Terranova. In quest’opera, Nicola e Barbara vivono due vite parallele spezzate dal terremoto di Messina del 1908. Un racconto in cui dolore e sete di libertà si mescolano in un risultato straziante ed intriso di speranza per un futuro migliore, di rinascita dalle macerie in cui è stata ridotta la città. Leggi il resto di Trema la notte
Tagliare il formaggio in pubblico
Ero indeciso se conservare il post di oggi (che non è una ripetizione del post di qualche settimana fa) sotto la categoria corso d’inglese oppure sotto umorismo. Alla fine ho optato per la prima, visto che quello che ti propongo sono alcune espressioni (molto) informali della lingua del Paese dell’aquila calva. L’ispirazione mi è venuta qualche sera fa, quando preparavamo gli ingredienti per la cena a base di chili. Ad un certo punto la figlia piccola, che oramai alla veneranda età di quasi 13 anni è molto seriosa e non si sbottona più di tanto a tavola, mi fa “hai tagliato il formaggio?”, ovvero did you cut the cheese? Io ho sorriso e, sebbene stessi portando in tavola un piattino con tutti pezzettini di formaggio, le ho risposto di no. Devi sapere infatti che, un po’ come in italiano abbiamo espressioni tipo “sganciarne una” oppure “suonare una fanfara”, to cut the cheese, oltre al significato letterale, vuol dire anche emettere una flatulenza. Non è chiara l’origine di quest’espressione gergale: alcuni dicono che derivi dal fatto che certi formaggi puzzano, e quindi quando li si apre, l’odore che sprigionano impregna l’aria circostante. Etimologia a parte, ti elenco alcune altre espressioni che indicano la stessa cosa. Ed ora immagino ti sia chiaro il mio dilemma iniziale su quale categoria associare a quest’intervento 😉 Leggi il resto di Tagliare il formaggio in pubblico
Meno dodici: perdere la memoria e riconquistarla
Come scrivevo un paio di mesi fa, una delle serie tv italiane che mi ha appassionato su RaiPlay è Doc, Nelle tue mani, in cui si raccontano le vicende di Andrea Fanti, primario di un importante ospedale che un giorno perde la memoria degli ultimi 12 anni della propria vita. Una serie che trae spunto dalla biografia di Pierdante Piccioni: una storia veramente accaduta, in cui il protagonista si risveglia nel futuro, dopo un incidente stradale. Ero sempre stato curioso di leggere il suo libro, e finalmente ho trovato il tempo per ascoltarlo (in versione audiolibro) durante gli spazi vuoti della giornata, tipo quando accompagno le figlie a scuola, tanto loro stanno al cellulare, da stereotipiche adolescenti, e non hanno mica voglia di parlare con papà durante il tragitto in auto 😒 Proprio il rapporto con i figli oramai adulti è una delle tracce che ho apprezzato di più nel libro del dottor Piccioni: la difficoltà che si prova nell’accettare che i pargoli di sette anni che pendevano dalle tue labbra ora sono dei ragazzoni che ti trattano come un demente. Ne so qualcosa. Leggi il resto di Meno dodici: perdere la memoria e riconquistarla
Il mio racconto distopico riscritto da ChatGPT
La scorsa settimana la figlia grande, parlandomi del film Don’t worry darling, mi ha fatto ricordare del mio racconto di gioventù che non sono mai riuscito ad espandere. Così m’è venuto in mente un esperimento: dare in pasto all’intelligenza artificiale il riassunto della storia, e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Devo confessarti che il risultato è andato oltre le mie più rosee aspettative: non solo il sistema è riuscito a riempire in maniera creativa dei buchi narrativi nel mio riassunto, ma s’è anche inventato colpi di scena e soluzioni narrative che potrebbero far impallidire i più scafati sceneggiatori di Hollywood. Chissà che non diventi l’occasione per lavorare a quattro mani con il cervellone sintetico per coronare il mio sogno che, guarda caso, narra la storia di un altro cervellone sintetico. Eccoti dunque, senza ulteriori indugi, la trama che ha scritto per me ChatGPT, incluso il titolo del romanzo. Tu che ne pensi? Leggi il resto di Il mio racconto distopico riscritto da ChatGPT
Piovono cani e gatti
Come ho già avuto modo di notare in passato, le frasi idiomatiche, i proverbi e i modi di dire sono molto frequenti nel parlare comune del Paese a stelle e strisce. Il problema per uno straniero è che il significato di queste espressioni non è sempre letteralmente comprensibile: si pensi ad esempio al nostro acqua in bocca, che ad un anglofono potrebbe sembrare semplicemente un’incitazione alquanto curiosa ad idratarsi un po’ di più. Oppure alla disgustosa (sempre dal punto di vista di uno straniero) non avere peli sulla lingua, che solo noi possiamo interpretare correttamente in base al contesto in cui è usata. Beh, anche gli americani non scherzano, e ti confesso che in più di un’occasione mi sono trovato spiazzato nel cercare di comprendere quello che il mio interlocutore volesse dirmi. Leggi il resto di Piovono cani e gatti
La portalettere forestiera di Lecce
Dopo aver letto (o meglio ascoltato) le due opere che raccontano le vicende della famiglia Florio, dietro consiglio di mio zio, ho scoperto questa nuova passione per i romanzi storici che non sapevo di avere. Così ho chiesto a San Google di consigliarmi altri romanzi storici che abbiano riscosso un certo successo, ed il verdetto insindacabile è stato La portalettere, di Francesca Giannone. Nel suo libro, l’autrice, una quarantenne pugliese laureata in Scienze della Comunicazione, ci racconta la storia di Anna che, dalla sua Liguria, approda nel Salento negli anni Trenta, per seguire il marito Carlo che ha ricevuto in eredità dei terreni. Una storia che ha un sapore antico, fatta di radici, di terra, basilico e sole, di uomini abituati alla fatica ma anche ad aver ragione per forza. Una storia che, alla luce dei femminicidi a cui assistiamo basiti nel 2024, sembra quanto mai attuale, per quel desiderio di libertà ed emancipazione che ancora oggi nutrono molte donne nel Belpaese. Come al solito, fermati qui se non vuoi saperne di più sulla trama. Leggi il resto di La portalettere forestiera di Lecce
L’inglese è una lingua strana
Così capita che, varcata la soglia dei diciotto anni di onorato servizio di questo blog, abbia l’onore di pubblicare su queste pagine il primo post ispirato dalla figlia piccola. Sono quelle impercettibili soddisfazioni della vita. In realtà è da quando siamo tornati dall’Italia che le ho raccontato di avere un piccolo diario online dove farnetico del più e del meno, per la gioia di una manciata di lettori che per motivi inspiegabili continuano a seguire le avventure del signor Camu. L’altra sera, mentre con la sua pazienza serafica, la figlia piccola correggeva uno dei miei errori di pronuncia, ha deciso di mostrarmi un video che aveva visto su TikTok credo, in cui il protagonista condivide la sua immaginaria irritazione per come si pronunciano certe parole in inglese. Tutti sappiamo che read può essere pronunciato sia riid che rèd a seconda del contesto. Ma ti sei mai trovato a cercare di decifrare la differenza tra flour (farina) e flower (fiore)? Leggi il resto di L’inglese è una lingua strana