Come scrivevo un paio di mesi fa, una delle serie tv italiane che mi ha appassionato su RaiPlay è Doc, Nelle tue mani, in cui si raccontano le vicende di Andrea Fanti, primario di un importante ospedale che un giorno perde la memoria degli ultimi 12 anni della propria vita. Una serie che trae spunto dalla biografia di Pierdante Piccioni: una storia veramente accaduta, in cui il protagonista si risveglia nel futuro, dopo un incidente stradale. Ero sempre stato curioso di leggere il suo libro, e finalmente ho trovato il tempo per ascoltarlo (in versione audiolibro) durante gli spazi vuoti della giornata, tipo quando accompagno le figlie a scuola, tanto loro stanno al cellulare, da stereotipiche adolescenti, e non hanno mica voglia di parlare con papà durante il tragitto in auto 😒 Proprio il rapporto con i figli oramai adulti è una delle tracce che ho apprezzato di più nel libro del dottor Piccioni: la difficoltà che si prova nell’accettare che i pargoli di sette anni che pendevano dalle tue labbra ora sono dei ragazzoni che ti trattano come un demente. Ne so qualcosa. Leggi il resto di Meno dodici: perdere la memoria e riconquistarla
Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 2
Piovono cani e gatti
Come ho già avuto modo di notare in passato, le frasi idiomatiche, i proverbi e i modi di dire sono molto frequenti nel parlare comune del Paese a stelle e strisce. Il problema per uno straniero è che il significato di queste espressioni non è sempre letteralmente comprensibile: si pensi ad esempio al nostro acqua in bocca, che ad un anglofono potrebbe sembrare semplicemente un’incitazione alquanto curiosa ad idratarsi un po’ di più. Oppure alla disgustosa (sempre dal punto di vista di uno straniero) non avere peli sulla lingua, che solo noi possiamo interpretare correttamente in base al contesto in cui è usata. Beh, anche gli americani non scherzano, e ti confesso che in più di un’occasione mi sono trovato spiazzato nel cercare di comprendere quello che il mio interlocutore volesse dirmi. Leggi il resto di Piovono cani e gatti
La portalettere forestiera di Lecce
Dopo aver letto (o meglio ascoltato) le due opere che raccontano le vicende della famiglia Florio, dietro consiglio di mio zio, ho scoperto questa nuova passione per i romanzi storici che non sapevo di avere. Così ho chiesto a San Google di consigliarmi altri romanzi storici che abbiano riscosso un certo successo, ed il verdetto insindacabile è stato La portalettere, di Francesca Giannone. Nel suo libro, l’autrice, una quarantenne pugliese laureata in Scienze della Comunicazione, ci racconta la storia di Anna che, dalla sua Liguria, approda nel Salento negli anni Trenta, per seguire il marito Carlo che ha ricevuto in eredità dei terreni. Una storia che ha un sapore antico, fatta di radici, di terra, basilico e sole, di uomini abituati alla fatica ma anche ad aver ragione per forza. Una storia che, alla luce dei femminicidi a cui assistiamo basiti nel 2024, sembra quanto mai attuale, per quel desiderio di libertà ed emancipazione che ancora oggi nutrono molte donne nel Belpaese. Come al solito, fermati qui se non vuoi saperne di più sulla trama. Leggi il resto di La portalettere forestiera di Lecce
L’inglese è una lingua strana
Così capita che, varcata la soglia dei diciotto anni di onorato servizio di questo blog, abbia l’onore di pubblicare su queste pagine il primo post ispirato dalla figlia piccola. Sono quelle impercettibili soddisfazioni della vita. In realtà è da quando siamo tornati dall’Italia che le ho raccontato di avere un piccolo diario online dove farnetico del più e del meno, per la gioia di una manciata di lettori che per motivi inspiegabili continuano a seguire le avventure del signor Camu. L’altra sera, mentre con la sua pazienza serafica, la figlia piccola correggeva uno dei miei errori di pronuncia, ha deciso di mostrarmi un video che aveva visto su TikTok credo, in cui il protagonista condivide la sua immaginaria irritazione per come si pronunciano certe parole in inglese. Tutti sappiamo che read può essere pronunciato sia riid che rèd a seconda del contesto. Ma ti sei mai trovato a cercare di decifrare la differenza tra flour (farina) e flower (fiore)? Leggi il resto di L’inglese è una lingua strana
L’intelligenza artificiale può curare il cancro
Come ho già detto in passato, lavorando dal New Jersey per l’Università della California, timbro il cartellino virtuale intorno a mezzogiorno. Questo vuol dire che, dopo aver accompagnato le figlie a scuola, ho tutta la mattina per sbrigare faccende di casa, cucinare la cena (quando il resto della famiglia decide di fidarsi delle mie scarse doti culinarie), fare un salto alla posta a spedire qualche pacco, e via dicendo. La colonna sonora delle mie mattine è generalmente rappresentata da podcast italiani ed americani, che mi consentono di tenermi aggiornato su quello che succede in giro per il mondo. Tra questi c’è Uno, Nessuno, 100Milan, in cui il conduttore Alessandro Milan, spesso accompagnato dalla sua spalla Leonardo Manera, chiacchiera con vari personaggi delle notizie di attualità. L’altro giorno, ad esempio, l’ospite era Roberto Burioni, autore del libro Match Point. In cui si fa il punto sui progressi della ricerca medica grazie agli impulsi post-pandemici.
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In America i pignoli sono anali
Torno di tanto in tanto a parlare su queste pagine dei modi di dire americani, inspirato da una frase che sento durante una conversazione, o da qualcosa che leggo su qualche forum. L’altro giorno, ad esempio, con un amico si parlava dei nostri rispettivi responsabili in ufficio, e lui ad un certo punto dice my boss is really anal when it comes to forms. No, non stava alludendo a qualche eccentrica fantasia sessuale del suo capufficio, ma capisco come un non-madrelingua possa sentirsi confuso ed a disagio dopo aver sentito questa frase. Ecco allora il buon Camu venire in tuo soccorso per spiegarti che in questo contesto la parola anal, come ci ricorda il Merriam-Webster (una specie della nostra Treccani), si usa to describe someone as extremely or excessively neat, careful, or precise. Quindi occhio a non metterti strane idee in testa, almeno non subito. Leggi il resto di In America i pignoli sono anali
Ancora sui nomi inglesi divertenti
Durante il periodo di Halloween, la figlia undicenne, che gioca a calcetto da quando aveva 4 anni, ha partecipato ad un torneo provinciale a tema. Alla fine della prima partita, ci siamo fatti due passi tra i vari campetti decorati per la ricorrenza. In un angolo a bordo campo c’erano alcune lapidi divertenti con nomi di improbabili deceduti, come Rustin Peece (rest in peace, riposa in pace), Will B. Back (will be back, torno subito), M. T. Box (empty box, scatola vuota) e Ricky D. Bones (rickety bones, ossa traballanti). E così mi è venuta l’idea per la curiosità a stelle e strisce di oggi. Per i più distratti, ne avevo già parlato undici anni fa. Quindi mi sembrava giusto fare un piccolo ripasso, e magari aggiornare la lista. Leggi il resto di Ancora sui nomi inglesi divertenti
La sirenetta e le stelle marine
Un filone di meme sulla rete è quello della ragazza che sta cercando di prendere sonno, ma il cervello le pone una domanda curiosa che finisce per scaturire nella poveretta una valanga di pensieri che non la faranno più addormentare. D’altro canto, a chi non è capitato di essere ben avvolti tra le coltri al calduccio, e di avere tutte le intenzioni di cadere tra le braccia di Morfeo, mentre la mente continua imperterrita a pensare le cose più assurde? Beh, per finire questa settimana con un po’ di allegria, ho deciso di conservare sul blog una delle vignette che mi sono capitate tra le mani sui social, e di usarla per la lezione d’inglese di oggi. Se hai bisogno di qualche chiarimento, non esitare a battere un colpo nei commenti qui sotto 😅. Leggi il resto di La sirenetta e le stelle marine