due chiacchiere

Archivio degli articoli in sviluppo web

Selenium: automazione di test per il web

Finora su queste pagine mi sono sempre occupato di tecniche per sviluppare e progettare siti web, con cui ho a che fare quotidianamente. Da quando ho iniziato a lavorare per l’Università della California, ho approfondito un’altra branca di questo mondo affascinante: quello del controllo di qualità, o quality assurance come direbbero nel Paese a stelle e strisce. Già, perché costruire un’applicazione online è solo l’inizio: bisognerà poi mantenerla nel tempo, installando aggiornamenti alle piattaforme su cui è basata (dal server web ai linguaggi che utilizza), sistemando eventuali bug, ed aggiungendo nuove funzionalità. Ogni volta che si compie una di queste operazioni, bisognerebbe eseguire un test dell’intera applicazione per assicurarsi che tutto continui a funzionare correttamente. Nel nostro caso, abbiamo in organico due persone il cui compito è esclusivamente quello di conoscere tutti i nostri applicativi web a menadito, e di testare ogni aggiornamento in maniera scrupolosa. Ma non sarebbe bello se queste operazioni noiose si potessero automatizzare? Beh, a quanto pare si può. Leggi il resto : Selenium: automazione di test per il web

Nascondere la sitemap di WordPress

Ogni tanto spulcio tra le statistiche d’accesso fornite dal mio provider, un po’ per la curiosità di vedere quanti visitatori umani leggono questi post che scrivo, un po’ per capire se qualcuno sta cercando una qualche porticina per entrare furtivamente e far danni. Il mese scorso ho notato vari accessi da parte del motore Yandex ad una pagina di cui, sinceramente, ignoravo l’esistenza: /wp-sitemap.xml. Spulciando in rete, ho scoperto che a partire dalla versione 5.5 di WordPress, il sistema genera automaticamente quel file, che contiene non solo l’elenco di tutti i post del blog, ma anche le categorie e, con mio stupore, anche l’elenco degli autori del blog. In tanti hanno criticato questa scelta come un evidente aiuto ai malfattori digitali, visto che fornisce loro su un piatto d’argento, in parole povere, la lista dei nomi utente che hanno accesso al pannello di controllo del blog. Se usi Yoast SEO o plugin simili, il problema può essere aggirato configurando le opportune opzioni. Ma per i minimalisti come me, che usano tre plugin in croce, occorre arrangiarsi da soli.
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Togliere il nofollow dai link dei commentatori

WordPress, da tempo immemore, ha la cattiva abitudine di aggiungere l’attributo nofollow ai link dei siti di chi lascia un commento. Se non hai la più pallida idea di cosa significhi la frase precedente che hai appena letto, direi che per oggi puoi anche fermarti qui, e procedere con le altre attività che avevi in programma. Già, perché il post di oggi è particolarmente tennico,  adatto soltanto ad un pubblico di sviluppatori web scafati che non si fanno problemi a leggere questa roba sotto l’ombrellone, tra una fetta di anguria ed un bagnetto in mare. L’idea di scrivere due righe sull’argomento di oggi, in realtà mi è venuta in mente mesi fa, mentre davo una limatina al tema del blog, e mi sono accorto che WordPress aggiungeva automaticamente l’attributo nofollow a quei collegamenti. Già la blogosfera italiana è in via d’estinzione, se poi non incoraggiamo i motori di ricerca a trovare ed indicizzare i nostri vicini di casa virtuali, non c’è più speranza. Leggi il resto : Togliere il nofollow dai link dei commentatori

Ma tu lo usi sul serio questo Gutenberg?

Sono oramai passati molti anni da quando l’idea di un editor a blocchi fece capolino nelle menti degli sviluppatori di WordPress. Era la materializzazione del salto generazionale di questa piattaforma da semplice pubblicazione di un blog a maturo sistema per la gestione dei contenuti. Fino a quel momento, gli sviluppatori avevano stiracchiato in lungo e largo le funzioni di base, cercando di soddisfare la richiesta di un qualcosa di più flessibile con soluzioni tipo Visual Composer e Beaver Builder, che io stesso ho usato in alcuni progetti al lavoro (non giudicarmi, era il 2015!), incluso il sito istituzionale dell’università dove lavoravo fino all’anno scorso. Era un modo per divincolarsi dalle catene del dover creare temi complicatissimi che prevedessero una marea di opzioni diverse (immortalate nel codice sorgente), per ogni possibile tipo di pagina che l’ufficio marketing potesse immaginare. Leggi il resto : Ma tu lo usi sul serio questo Gutenberg?

I tre plugin che uso sul blog

Che io sia un incallito minimalista allergico alla spazzatura digitale di ogni tipo non è certo un segreto per chi mi conosce. In particolare, da anni cerco di adottare questa filosofia di vita su tutti i siti web che gestisco, ed il mio piccolo blog sperduto nella rete non poteva certo essere da meno. Così ho deciso di incorporare nel tema casalingo alcune funzioni precedentemente svolte da plugin di terze parti, come la cache, la disattivazione di Gutenberg (sul quale sto preparando un post a parte), e l’estensione delle funzioni dell’editor TinyMCE per aggiungere alcuni pulsanti che uso per rendere i miei contenuti più accessibili. Spremi che ti rispremi, sono riuscito a ridurre la lista a soli tre plugin, dei quali vorrei parlarti oggi. Leggi il resto : I tre plugin che uso sul blog

Un reset CSS piccolo ed efficace

Come avrai forse notato, la frequenza dei post che parlano delle mie attività dietro le quinte del blog si è notevolmente ridotta negli ultimi mesi. Il motivo è semplicemente il raggiungimento di una tregua a quanto pare duratura tra me e l’omino talebano seduto sulla mia spalla: entrambi siamo abbastanza soddisfatti dello stato attuale del tema del blog, e quindi lui non mi punzecchia più come l’anno scorso per aggiustare questo o quel dettaglio. L’unica questione rimasta in sospeso è quella di decidere se sia meglio servire i fogli di stile all’interno del codice sorgente HTML (configurazione attuale), oppure come riferimento esterno separato. Il mese prossimo cambierò la configurazione del tema, e poi spulceremo tra le statistiche d’accesso per vedere quale soluzione ha consumato meno banda (io ho scommesso su quella in linea, vedremo). Nel frattempo, ho trovato il modo di far fare una cura dimagrante al foglio di stile, sostituendo il codice per il reset che usavo da anni con uno più snello e moderno. Leggi il resto : Un reset CSS piccolo ed efficace

Broken link checker, novità non gradita

Mi verrebbe da cantare la famosa canzone dei Queen, Another one bites the dust, mentre scrivo queste parole in merito ai recenti cambiamenti in casa di uno dei plugin più amati dalla comunità di WordPress, Broken Link Checker. E non sono l’unico ad aver storto il naso, quando ho visto le novità introdotte dalla versione due punto zero, stando all’ondata di recensioni negative ricevute sul forum ufficiale. In breve, i nuovi proprietari hanno deciso di spostare il cuore del plugin sui propri server, che d’ora in avanti si occuperanno di spulciare tra le pagine degli utenti a caccia di collegamenti rotti ed altri problemi che potrebbero avere un impatto negativo sul posizionamento del loro sito sui motori di ricerca. Il plugin è sempre gratuito (al momento), ma in tanti, incluso il sottoscritto, stiamo lamentando problemi nel creare un account per attivare la nuova versione. In inglese si direbbe if ain’t broken, don’t fix it. Ma a quanto pare gli sviluppatori avevano altri piani in mente. Leggi il resto : Broken link checker, novità non gradita

Rendere i video fluidi sul blog

Qualche tempo fa ti avevo chiesto di dare un’occhiata ai video presenti sul blog con il tuo cellulare, per vedere se le dimensioni si adattavano correttamente alle dimensioni dello schermo. Dalle mie prove con vari modelli di Android ed iPhone, grazie al servizio (semi) gratuito LambdaTest, mi sembra che ora sia tutto a posto adesso. La richiesta era legata ad un aggiornamento che ho effettuato al mio tema, che a quanto pare era in conflitto con la libreria MediaElement usata da WordPress per inserire il player all’interno degli articoli. Quando ho ripreso le trasmissioni, avevo deciso di mettermi in casa tutti i video che avevo fino a quel momento preso da YouTube, vuoi per motivi ecologici (ho già espresso la mia opinione in merito alla spazzatura digitale), vuoi per essere sicuro di non perdere questi reperti archeologici quando i tenutari di quei canali decidono di chiudere baracca ed emigrare alle Canarie. Leggi il resto : Rendere i video fluidi sul blog

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