due chiacchiere

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I videogiochi degli anni novanta sul web

Leggevo un articolo l’altro giorno che si scatenava contro i manifestanti violenti che hanno invaso il parlamento americano a Gennaio del 2021, e paragonava i loro emuli brasiliani che hanno fatto la stessa cosa durante le recenti elezioni al famoso gioco dei Lemmings, in cui un gruppo di omini cammina passivamente tra tunnel oscuri e si lascia dirigere a bacchetta dal giocatore di turno. Ricordo ancora quando il gioco arrivò in Italia, ero al primo o al secondo anno di università, e passavo pomeriggi a salvare questi poveri disgraziati, anziché esercitarmi sulle formule di teoria degli insiemi per passare l’esame di matematica discreta. Così quell’articolo mi ha fatto pensare ai bei tempi e m’ha fatto venir voglia di rispolverare quel videogioco. Nell’era in cui in rete si trova di tutto e di più, ero certo che qualcuno avesse messo in piedi un sito per giocare a questi videogiochi d’annata, ed una veloce ricerca su Google mi ha dato ragione. Un gruppo di entusiasti ha messo insieme un sito per raccogliere tanti dei giochi che hanno fatto la storia degli anni Novanta. Non ti nascondo che mi sono quasi commosso.

 

Un ricco collezionista d’arte ed il suo avvocato

Il fine settimana è alle porte, la primavera è già nell’aria, e forse è il caso di ignorare per qualche ora le notizie che arrivano dal resto del mondo, tanto non è che se ci preoccupiamo di più cambia qualcosa. Per questo ho deciso di proporti oggi una simpatica barzelletta in inglese, e darti modo di affinare le tue capacità linguistiche a stelle e strisce. E se ti senti in vena, perché non ne condividi una anche tu nei commenti qui sotto?

An attorney representing a wealthy art collector called his client and said to him, “Saul, I have some good news and I have some bad news.” The art collector replied, “I’ve had an awful day; let’s hear the good news first.” The attorney said, “Well, I met with your wife today, and she informed me that she invested $5,000 in two pictures that she thinks will bring a minimum of $15-20 million. I think she could be right.” Saul replied enthusiastically, “Well done! My wife is a brilliant businesswoman! You’ve just made my day. Now I know I can handle the bad news. What is it?” The attorney replied, “The pictures are of you with your secretary.” 🙈

Abbiamo rovinato un’intera generazione

Citavo qualche settimana fa un articolo sulla condizione psicologica di molti giovani italiani, i cosiddetti neet, ovvero coloro che non studiano e non cercano lavoro. Centinaia di migliaia di adolescenti che, stando all’autore, stanno attraversando una crisi esistenziale molto più drammatica di quella che abbiamo dovuto affrontare noi ed i nostri avi alla loro età. Ed a quanto pare il Covid stavolta non è neppure l’origine dei loro mali: il problema affonda le sue radici in una cronica mancanza di prospettive e di punti di riferimento culturali, religiosi e sociali. Ne avevo già parlato l’anno scorso, quando riflettevo su come noi genitori spesso finiamo per danneggiare i nostri figli insegnando loro che possono ottenere quello che vogliono sempre e comunque, anche quando non s’impegnano. La cultura del “vincono tutti”, che poi si scontra con l’amara verità dei fatti della vita adulta, lascia impreparati questi ragazzi ad affrontare emozioni come la sconfitta, il disappunto e l’accettazione di non essere perfetti. Abbiamo rovinato un’intera generazione: Leggi il resto »

Un reset CSS piccolo ed efficace

Come avrai forse notato, la frequenza dei post che parlano delle mie attività dietro le quinte del blog si è notevolmente ridotta negli ultimi mesi. Il motivo è semplicemente il raggiungimento di una tregua a quanto pare duratura tra me e l’omino talebano seduto sulla mia spalla: entrambi siamo abbastanza soddisfatti dello stato attuale del tema del blog, e quindi lui non mi punzecchia più come l’anno scorso per aggiustare questo o quel dettaglio. L’unica questione rimasta in sospeso è quella di decidere se sia meglio servire i fogli di stile all’interno del codice sorgente HTML (configurazione attuale), oppure come riferimento esterno separato. Il mese prossimo cambierò la configurazione del tema, e poi spulceremo tra le statistiche d’accesso per vedere quale soluzione ha consumato meno banda (io ho scommesso su quella in linea, vedremo). Nel frattempo, ho trovato il modo di far fare una cura dimagrante al foglio di stile, sostituendo il codice per il reset che usavo da anni con uno più snello e moderno. Un reset CSS piccolo ed efficace: Leggi il resto »

Parità tra uomini e donne?

Ho già espresso in varie occasioni come la penso sul fatto di celebrare la festa della donna, ed è per questo che un paio di giorni fa non ho scritto nulla al riguardo. A parte il fatto che questa ricorrenza non è per nulla sentita qui in America (tantomeno con il gesto di regalare mimose), quindi ha perso abbastanza di significato per me in questi ultimi anni. Per un giorno i maschietti hanno fatto i galanti con le mogli, con le colleghe, con le amiche. Poi, calato il sipario, si è tornato al solito ritmo di vita anestetizzata quotidiana. Nel frattempo, in questo nuovo mondo dove tutti dobbiamo essere trattati allo stesso modo, dove l’emancipazione femminile è diventata un campo di battaglia, non sembra esservi più spazio per i sentimenti degli uomini. In particolar modo nel Paese a stelle e strisce, dove la mascolinità è innata nel DNA degli americani dai tempi dei pistoleri del Far West. Ed allora oggi vorrei condividere questo video in inglese, di una donna che denuncia questo doppio standard a cui tanti uomini sono sottoposti. Con le drammatiche conseguenze psicologiche a cui assistiamo tutti i giorni, specialmente nei giovani. Parità tra uomini e donne?: Leggi il resto »

Non si può dire neppure mummia adesso

Ho deciso di non archiviare questo post in salotto, ma piuttosto nel ripostiglio, per non dargli troppa importanza. Perché quando leggo certe notizie, secondo cui adesso anche mummia è una parola offensiva, o più precisamente “disumanizzante” nei confronti delle… mummie, non posso che coprirmi il volto con le mani in segno di disperazione🤦‍♂️ ! In Inghilterra, stando all’articolo, qualche mese fa si è discusso sul fatto che il termine sia ritenuto da alcuni disumanizzante nei confronti delle persone, anche se ormai morte da tremila anni. Sarebbe allora meglio utilizzare, stando ai promotori dell’iniziativa, l’espressione “persona mummificata” o “resti mummificati”, anche perché con la parola “mummia” si tornerebbe, secondo questi musei, al passato coloniale britannico. Un po’ a far eco a questa proposta che io definirei da pazzi, c’è un’altra notizia che arriva sempre dal Regno Unito, secondo cui la casa editrice Penguin aveva deciso di rimuovere certe parole (brutto, grasso, pazzo) dai racconti di Roald Dahl, e sostituirle con altre meno offensive. Per fortuna hanno fatto marcia indietro. Non si può dire neppure mummia adesso: Leggi il resto »

I balli di gruppo internazionali

Come dicevo circa un mesetto fa, da quando ho iniziato a lavorare per l’Università della California in smart working, come dite voi in Italia, la mia giornata tipo segue un ritmo ben preciso e costante, al quale mi sono ormai abituato. Perché, come cantavano un tempo Elio e le Storie Tese, in fondo io sono abitudinario (… leggo la targhetta sopra l’ascensore, qual è la capienza, quanti chili porta, poi si apre la porta e non lo so già più). Qualche settimana fa, uno dei conduttori dei podcast che ascolto la mattina mentre lavo i piatti e rassetto la cucina, Leonardo Manera, ha fatto un monologo che ho condiviso in pieno, e che quindi ho deciso di conservare qui a futura memoria. Tema dell’intervento: la stucchevolezza dei balli di gruppo. Non voglio rovinarti la sorpresa, quindi ti lascio scoprire cos’ha detto qui di seguito. Dico solo che mi fa piacere vedere che non sono l’unico italiano a pensarla in un certo modo 🙂 I balli di gruppo internazionali: Leggi il resto »

Broken link checker, novità non gradita

Mi verrebbe da cantare la famosa canzone dei Queen, Another one bites the dust, mentre scrivo queste parole in merito ai recenti cambiamenti in casa di uno dei plugin più amati dalla comunità di WordPress, Broken Link Checker. E non sono l’unico ad aver storto il naso, quando ho visto le novità introdotte dalla versione due punto zero, stando all’ondata di recensioni negative ricevute sul forum ufficiale. In breve, i nuovi proprietari hanno deciso di spostare il cuore del plugin sui propri server, che d’ora in avanti si occuperanno di spulciare tra le pagine degli utenti a caccia di collegamenti rotti ed altri problemi che potrebbero avere un impatto negativo sul posizionamento del loro sito sui motori di ricerca. Il plugin è sempre gratuito (al momento), ma in tanti, incluso il sottoscritto, stiamo lamentando problemi nel creare un account per attivare la nuova versione. In inglese si direbbe if ain’t broken, don’t fix it. Ma a quanto pare gli sviluppatori avevano altri piani in mente. Broken link checker, novità non gradita: Leggi il resto »

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