due chiacchiere

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La pretesa di esportare democrazia

Questo video qui di seguito è apparso qualche giorno fa nel mio feed su Reddit. Mostra un estratto del processo messo in piedi contro Saddam Hussein nel lontano 2003, quando ancora non sapevamo che le armi chimiche erano soltanto una grande bufala, e che pur non essendo stato uno stinco di santo, quest’uomo alla fine rappresentava un punto di equilibro in un Paese flagellato da decenni di imperialismo occidentale, come ci raccontano anche gli autori di Nova Lectio in quest’interessante mini documentario. Le parole pronunciate da Saddam, che all’epoca pensavamo fossero soltanto gli anatemi di un pazzo scriteriato, oggi assumono un significato ed un sapore diverso. In un mondo in cui Netanyahu continua indisturbato a trucidare migliaia di innocenti, mentre Trump pensa soltanto al portafogli facendo accordi con i sauditi, Saddam d’un tratto non sembra più il carnefice che i media occidentali ci avevano presentato. Leggi il resto di La pretesa di esportare democrazia

Una sensazione di pace e tranquillità

Nell’esplorare il circondario del palazzo dove mi sono trasferito, ho scoperto un parco a circa dieci minuti di distanza, dove la mattina vado a fare due passi quando ho bisogno di ricaricare le batterie. E così, l’altra mattina, ho pensato di portarti con me alla scoperta di questa zona rurale del New Jersey, lontano dal caos e dal logorio della vita moderna. Un’oasi naturale dove il tempo sembra essersi fermato.

D’amore e di rabbia

Qualche mese fa, una mia amica mi ha suggerito la lettura di un romanzo ambientato nella Sicilia degli anni 20, D’amore e di rabbia, di Giusy Sciacca. In cui si racconta la storia di Amelia Di Stefano, donna catanese trasferita a Lentini come punizione per un errore commesso da giovane. Una storia in cui amore e politica s’intrecciano formando un qualcosa di delicato e piacevole, ed il ruolo della protagonista si dipana tra sotterfugi ed odio viscerale nei confronti di una situazione che la tiene prigioniera. “Che madre sarebbe stata lei. Se lo era chiesto più volte. Se lo domandava ogni volta che il ventre di una donna la turbava, perseguitandola quasi. Forse era anche per questo che nella disperazione aveva scelto di cimentarsi come maestra a Catania. Magari era solo un modo per redimersi, per perdonarsi e ritrovare negli occhi dei figli degli altri quelli che lei aveva messo al mondo”. Leggi il resto di D’amore e di rabbia

La sostanza che ti ringiovanisce

Ricordo ancora quando, nel lontano 1992, uscì un film diretto dal leggendario Robert Zemeckis, La morte ti fa bella, con Meryl Streep,  Goldie Hawn, Bruce Willis e la nostra Isabella Rossellini. Raccontava la storia di due donne ossessionate da impossibili canoni di bellezza, che finiscono sotto i ferri di un chirurgo estetico dalle dubbie competenze, che ha sviluppato un elisir di lunga vita in grado di far ringiovanire chiunque decida di usarlo. A quella pellicola pensavo quando, di recente, ho seguito il suggerimento della mia tv smart di guardare The Substance, con Demi Moore. Un film horror che oserei definire splatter, con tanto, ma proprio tanto sugo di pomodoro (altrimenti noto come sangue finto). Leggi il resto di La sostanza che ti ringiovanisce

Che conservatori, questi americani

Mi dicono dalla regia che, di questi tempi, farei bene a stare attento a scrivere questi post in cui critico qualcosa del Paese a stelle e strisce, specialmente se ho in programma di fare un salto in Italia nei prossimi mesi. Pare infatti che gli agenti alla dogana siano abbastanza rigidi e non si facciano scrupoli a chiederti di fargli vedere il cellulare per assicurarsi che tu non abbia detto nulla di male contro il leader supremo che governa questa nazione. Però poi sento parlar male della Cina. Già, la Cina che invece da poco ha esteso la durata di un permesso di soggiorno turistico senza visto per noi europei a trenta giorni, tant’è che sto facendo un pensierino di coronare il mio sogno di andare a visitare questo Paese misterioso l’anno prossimo. Comunque sia, oggi volevo parlarti di un esperimento che ho fatto l’altro giorno al supermercato. Leggi il resto di Che conservatori, questi americani

Quando i fiori sembrano sussurrare segreti

Non riesco a credere che siamo già quasi a metà maggio: il clima qui nel New Jersey si è finalmente fatto più mite, e neve e temperature gelide sono finalmente un lontano ricordo. Ho ripreso a far qualche passeggiata mattutina per esplorare il mio nuovo vicinato, e quella dose extra di vitamina D regalata dal sole tiepido di questi giorni, devo ammetterlo, fa proprio la differenza. E puntuale come ogni mese, sul suo blog, Giuseppe Marino propone ai lettori una nuova puntata del suo esperimento letterario-creativo intitolato Un racconto, tante voci. Al quale ho deciso di partecipare con un piccolo contributo che, confesso, mi è stato ispirato da uno dei recenti episodi di Black Mirror, Eulogy (discorso al funerale?). Un episodio che sa combinare in maniera sublime romanticismo e tecnologia. Leggi il resto di Quando i fiori sembrano sussurrare segreti

Ricaricare l’auto elettrica in viaggio

Una delle domande che mi viene fatta spesso quando si parla tra amici della mia fida Piccola Blu, è come affronto i viaggi più lunghi, in cui bisogna macinare più che qualche decina di chilometri. La mia risposta, in genere, è sempre la stessa: il motivo per cui ho scelto una Tesla è proprio la diffusione capillare della rete di colonnine veloci lungo l’intera costa orientale degli Stati Uniti. Colonnine che nel giro di una trentina di minuti sono in grado di portare il livello di carica da un misero 20% ad un abbondante 80%. Si, lo so, trenta minuti sembrano un’eternità se paragonati ai cinque minuti scarsi per fare il pieno di benzina ad un’auto a combustione interna. Ma per me che di questi viaggi lunghi ne faccio si e no uno ogni paio di mesi, va più che bene. Leggi il resto di Ricaricare l’auto elettrica in viaggio

Continua il gioco del calamaro coreano

Da qualche mese è disponibile su Netflix la seconda (e non ultima) stagione di Squid Game. Questa serie tv, di cui avevo parlato nientepopodimeno che quasi tre anni fa (ma che, davero davero?), all’epoca prese il mondo di sorpresa, con il suo format cinico e crudo come solo i coreani sanno mettere insieme (come dimenticare la passeggiata in treno verso Busan). La figlia piccola, che all’epoca era troppo piccola per poter guardare le scene intrise di sugo di pomodoro della prima stagione, ora si è appassionata alle avventure di Seong Gi-hun ed i suoi compagni di sventura. Dopo aver guardato qualche puntata insieme, ho deciso di scrivere una breve recensione in merito. Come sempre, gallo avvisato, mezzo accoppato: nel seguito citerò alcuni dettagli della trama, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa, per oggi puoi fermarti qui. Leggi il resto di Continua il gioco del calamaro coreano

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