due chiacchiere

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Peperoncini sott’olio senza botulino

Come ho raccontato in altre occasioni, dopo il liceo in Sicilia, decisi che la mia passione erano i computer, e seguendo il consiglio di alcuni amici, mi iscrissi alla facoltà di Informatica all’Università di Pisa. Lì trovai un appartamento in affitto in pieno centro, ed incontrai per la prima volta il mio coinquilino calabrese amante di peperoncini e nduja. Nel corso dei mesi, dall’alto della sua esperienza culinaria piccante, Giuseppe mi introdusse alle varie specialità della sua regione, tra cui un buonissimo olio aromatizzato al peperoncino e basilico, che lui aggiungeva sapientemente ai 250 grammi di pasta al sugo che si cucinava per cena. Così mi feci spiegare la ricetta, che da allora è diventata una mia tradizione personale: ogni estate compro una piantina di peperoncini piccanti ed una di basilico, ed a fine stagione preparo anch’io quest’olio magico da consumare poi durante i mesi invernali sulla pizza, sulla pasta ed insieme ad altre pietanze. All’inizio mi ci sono voluti alcuni anni di prova, quando mi sono reso conto che il mio amato olio avrebbe potuto uccidermi. Eh già, non molti sanno che certe conserve, se non fatte con i giusti criteri, possono sviluppare una tossina molto pericolosa, il botulino. Eccoti allora la mia ricetta per evitare di finire al pronto soccorso. Leggi il resto : Peperoncini sott’olio senza botulino

Luigi Scotti, chef in famiglia

Non posso credere che sia già passato un anno e mezzo da quando ho scritto di un simpatico nonnino italo-americano, il signor Pasquale Sciarappa, che condivide le sue ricette su YouTube, grazie al supporto dei nipoti tecnologici. Si vede che l’algoritmo della piattaforma di Mountain View ha capito che mi piacciono questi influencer casarecci, perché nel tempo ha cominciato a propormene altri. Come ad esempio Luigi Scotti, un cuoco napoletano emigrato in Germania, dove si vanta di far conoscere ai crucchi le vere prelibatezze della cucina partenopea. A differenza del suo connazionale residente nel New Jersey, Luigi condivide video in cui si diverte a commentare le pazzie degli americani in cucina, come questa ragazza che pensa di poter fare la pasta in casa partendo dalla pasta in scatola. Ma i video più divertenti sono quelli in cui commenta le doti culinarie degli indiani. Le risate sono garantite. Leggi il resto : Luigi Scotti, chef in famiglia

Le patatine di pasta

Su Facebook sono iscritto ad un paio di pagine (o si chiamano canali?) di ricette di cucina italiane. L’altro giorno, la simpatica conduttrice presentava una sfiziosa ricetta che per alcuni residenti del Belpaese potrebbe rappresentare un vero e proprio oltraggio alla tradizione culinaria tricolore: pasta stracotta, fatta poi diventare croccante con una friggitrice ad aria, da sgranocchiare a mo’ di patatine. E così, incuriosito da questo esperimento culinario, ho provato a farla. Che io sia lo scienziato pazzo in cucina, lo sa tutta la mia famiglia. Tant’è che quando ho iniziato a lavorare in smart working, mi sono offerto di aiutare Sunshine ai fornelli, e di cucinare io la cena per la famiglia. Beh, dopo neppure un paio di settimane, le figlie hanno implorato la madre (senza dirmi nulla) di riprendere il controllo dei fornelli 😅 Leggi il resto : Le patatine di pasta

Fiocchi d’avena freddi a colazione

Ricordo quand’ero piccolo e mia nonna, con cui ho vissuto per un paio d’anni quando mio nonno è venuto a mancare, si preparava a colazione una tazza di fiocchi d’avena nel latte caldo. Io li avevo provati un paio di volte, ma quella consistenza viscida quasi da bava di lumaca non faceva proprio per me. Poi, quando sono venuto qui in America, ho pian piano scoperto che fanno parte della cultura culinaria del Paese a stelle e strisce, ed ho cominciato a rivalutarli come ingrediente da usare non solo per preparare una pappetta adatta ai bambini a cui stanno ancora crescendo i denti. Ad esempio, Sunshine l’anno scorso ha sfornato dei biscottini all’avena il cui solo profumo metteva l’acquolina in bocca. Ma rimanendo in tema di colazione, come forse saprai, gli americani non hanno i biscotti del Mulino Bianco, e la loro colazione continentale è spesso a base di bacon, uova, salsicce e pancake cosparse di sciroppo d’acero. I fiocchi d’avena s’inseriscono in questo quadro variegato sotto forma di piatto freddo da preparare la sera prima. Eccoti dunque una ricetta facile facile per sentirti anche tu un po’ americano a colazione. Leggi il resto : Fiocchi d’avena freddi a colazione

Arancine in 15 minuti

Per non perdere l’allenamento con il mio dialetto d’origine, seguo di tanto in tanto il canale video di Stefano Piazza, comico e monologhista palermitano che ha fatto della veracità siciliana il suo cavallo di battaglia più importante. Da tempo si diverte ad andare in giro per le città dell’isola intervistando i passanti su temi d’attualità, ma anche per sviscerare il significato di alcune parole dialettali e modi di fare tipici di noi isolani che il resto d’Italia e del mondo difficilmente potrà mai capire. A volte si diverte a scimmiottare, in maniera secondo me esilarante, i programmi di cultura come quelli sfornati dalla famiglia Angela, dando un tocco unico all’argomento trattato. Oggi ti propongo uno dei suoi video pubblicato durante il picco della pandemia, quando tutti eravamo intenti a produrre lievito madre per fare il pane in casa, in cui ci spiega come fare delle buonissime arancine (o arancini?) in soli 15 minuti. Riuscirà il nostro eroe nell’ardua impresa? Leggi il resto : Arancine in 15 minuti

La carne alternativa, che bontà

Da qualche anno, qui in America, anche i vegani possono addentare un bell’hamburger succulento e che s’avvicina molto, in termini di consistenza e sapore, al corrispondente prodotto derivato da proteine animali cresciute nel modo tradizionale che usiamo da una manciata di millenni a questa parte. Era il 2011 quando il signor Patrick Brown cominciava i suoi esperimenti per inventare quello che sarebbe poi diventato l’hamburger impossibile: un prodotto che replicasse tutte le caratteristiche tipiche della carne, incluso il metodo di cottura. Da qui l’esigenza di prestare attenzione anche ai dettagli, come la possibilità di una cottura al sangue, elemento che, sempre secondo il signor Brown, fa concretamente la differenza per convincere i più scettici e schizzinosi. Per ottenere questo risultato, i ricercatori hanno sviluppato un composto organico chiamato eme, derivato dal sangue, dove contribuisce al trasporto dell’ossigeno nel corpo. Leggi il resto : La carne alternativa, che bontà

Affilare i coltelli con la pietra ad acqua

Quando mi cimento tra i fornelli, mi piace sentirmi per qualche minuto come quei grandi chef che in televisione spiegano come preparare manicaretti prelibati al loro pubblico. Non che le mie doti culinarie siano a quei livelli, ci mancherebbe, ma almeno nel tempo ho imparato ad usare strumenti di qualità. Ad esempio, tutte le padelle che abbiamo sono oramai di marca buona e d’acciaio inossidabile, e solo un paio sono antiaderenti al teflon per fare le frittate e due uova strapazzate la mattina. Anche con i coltelli ho cominciato ad apprezzare la soddisfazione di avere una lama sempre affilata, per tritare quelle cipolle per il soffritto con un gesto leggero e preciso (e senza lasciarci un dito). Peccato che con l’uso, tutti i coltelli, anche quelli giapponesi che costano fantastilioni di dollari, perdono un po’ il filo, e quindi bisogna ripristinare la loro funzione in qualche modo. Per anni ho usato un affilacoltelli di metallo comprato su Amazon per una quindicina di dollari, che faceva il suo mestiere senza infamia e senza gloria. Poi un giorno, ho guardato un video in cui uno chef spiegava come usare la pietra ad acqua, e la mia vita è cambiata per sempre. Leggi il resto : Affilare i coltelli con la pietra ad acqua

La pizza si cuoce nel barbecue

Con questo caldo non c’è nulla di meglio che invitare una manciata di amici a passare una domenica pomeriggio in allegria, tra uno stuzzichino e qualche chiacchiera. E così mentre grigliavo qualche hamburger sul mio fido barbecue della Weber, dicevo quanto mi piacerebbe poter avere un forno a legna dove poter cuocere una pizza come si deve. Già, perché se c’è una cosa che mi manca dell’Italia è il sapore indescrivibile delle pizze cotte a legna. Qui la maggioranza delle pizzerie hanno il forno elettrico, e trovarne una che usi quello a legna è più difficile che trovare il proverbiale ago nel pagliaio. Così uno dei commensali mi ha fatto notare che esistono delle piastre che consentono di trasformare il barbecue in un (quasi) forno per pizze. L’ho ordinata il giorno dopo e l’abbiamo provata lo scorso fine settimana. Devo dire che siamo rimasti positivamente colpiti dal risultato finale (forse anche merito della mia ricetta collaudata?), e dalla semplicità d’uso. Finalmente una pizza come Dio comanda, fatta in casa. Leggi il resto : La pizza si cuoce nel barbecue

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