due chiacchiere

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Project 2025: l’America distopica prende forma

Tra le tante cose che l’agenda setting di stampo americano sembra volerci tenere nascoste, ce n’è una che, a mio parere, è particolarmente inquietante. Si chiama Project 2025, ed è un vademecum di migliaia di pagine da mettere in atto in caso di una vittoria di Trump. Non un semplice elenco di ideali dichiarati, ma un dettagliato manuale strategico che indica esattamente come distruggere il governo federale così come lo conosciamo, per ricostruirlo da zero. Un classico esempio di indignazione telecomandata: per molto meno i media internazionali hanno bollato Giorgia Meloni come la fascista nostalgica che avrebbe riportato l’Italia ai tempi del Duce, quando invece si lasciava agire Netanyahu indisturbato mentre smantellava il sistema giudiziario israeliano, e mentre ci si volta dall’altra parte quando i repubblicani a stelle e strisce pubblicano questi documenti. Leggi il resto : Project 2025: l’America distopica prende forma

Il bacio indulgente di Biden

Non so quanto questa notizia sia stata diffusa in Italia, ma qui in America il bacio paternalistico di Joe al nostro Presidente del Consiglio ha fatto il giro del web, commentato come l’ennesima gaffe pubblica dell’Addormentato nei confronti degli alleati. Alcuni sostengono che non ci sia nulla di malizioso in questo gesto apparentemente così tenero e pieno di benevolenza, ma non riesco a condividere questa visione edulcorata dei fatti. Una domanda mi è subito venuta in mente appena ho visto la foto: e se l’avesse fatto Trump? O Putin? Apriti cielo! Con il primo sarebbe subito stato bollato come un atto folle di un pervertito che corre dietro alle ragazzine per molestarle, e nel secondo come l’atto di un dittatore che si crede chissà chi. Però siccome lo fa il nonno d’America, allora non bisogna alzare un polverone per una faccenda così insignificante. E poi mi dicono che l’agenda setting non esiste. Per me la questione è molto più grave invece, perché mostra ancora una volta quest’atteggiamento di arroganza degli uomini, che pensano di poter fare quello che vogliono nei confronti della loro controparte femminile, e passarla liscia ogni volta. Leggi il resto : Il bacio indulgente di Biden

Ma cosa è successo a Pisa?

Da giorni leggo notizie, commenti, critiche e polemiche su un fatto increscioso avvenuto a Pisa. La cosa ha attratto la mia attenzione in modo particolare dato che, in quella ridente cittadina toscana, io ho vissuto per circa 15 anni, come studente universitario prima, e con i miei primi lavori nell’informatica poi. Lì è dove sono diventato adulto (sebbene alla soglia dei cinquant’anni non mi senta proprio degno di quell’appellativo, ma questa è un’altra storia) ed ho conosciuto molti dei miei amici, lì è dove ho incontrato Sunshine e dove mi sono sposato. Ecco perché mi si drizzano le antenne ogni volta che questo luogo a cui sono particolarmente affezionato spunta sui giornali. E se già pensavi “ecco, camu dice dice, ma poi quando si tratta di parlare di qualcosa che possa rappresentare una critica al suo governo tanto amato, fa finta di nulla”, non hai capito di che pasta sono fatto. Se qualcuno ha sbagliato, non m’importa che sia di destra o di sinistra, dovrà pagarla. Voglio sperare che il governo non preferirà insabbiare la cosa e proteggere anche le mele marce, perché finirebbe solo per danneggiare la polizia stessa. Leggi il resto : Ma cosa è successo a Pisa?

L’intervista a Vladimir Putin

Alle porte dell’Europa, due Paesi sono in guerra da due anni esatti, eppure in tutto questo tempo ho visto i giornali (e persino Sanremo l’anno scorso, ricordi?) raccontarci soltanto la versione di una delle due campane, etichettando senza possibilità d’appello le azioni dell’altra parte. Premesso che Putin non sarà certo uno stinco di santo, è anche vero che si contano sulle punte delle dita i giornalisti che si sono presi la briga di andare a suonare il citofono del Cremlino per fare un paio di domande all’inquilino della Piazza Rossa. Tra questi, recentemente si è cimentato nell’impresa il signor Tucker Carlson, noto nel Paese a stelle e strisce per essere uno sfegatato repubblicano (per anni ha condotto una trasmissione su Fox News, equivalente di Rete4 ai tempi di Emilio Fede), che ha deciso di fare le valigie ed è andato ad intervistare Putin qualche settimana fa. Intervista che io ho guardato per intero, senza il filtro distorto di coloro che si sono stracciati le vesti ed hanno invocato sanzioni per quest’atto spudorato di propaganda. Leggi il resto : L’intervista a Vladimir Putin

I carrarmati del lavoro in rivolta contro l’Europa

Che io sia euroscettico da tempi non sospetti non è una novità. In questi giorni vedo di non essere l’unico a pensarla in questo modo. L’agricoltura in tutta Europa sta vivendo un momento di profonda disapprovazione nei confronti delle politiche ambientali promosse dall’Unione. I lavoratori di Francia, Germania, Polonia, Romania, Belgio, Spagna, Grecia e Italia si sono schierati contro queste misure, mostrando una frustrazione diffusa e unanime. Le tensioni non riguardano solo singoli provvedimenti, come quelli sui pesticidi, ma coinvolgono anche questioni strategiche più ampie. Il recente schieramento dei trattori tedeschi sotto l’Arco di Brandeburgo ha sollevato interrogativi sulla serietà delle azioni intraprese dai politici del Vecchio Continente. Persino mezzi di informazione tradizionalmente europeisti hanno criticato queste politiche, definendole dissennate. Molti ritengono che queste misure non siano semplici iniziative ambientali, ma strumenti per minare l’agricoltura tradizionale e consegnare il settore ai grandi gruppi. Leggi il resto : I carrarmati del lavoro in rivolta contro l’Europa

Ultima generazione

L’altro giorno hanno invitato il professor Paolo Crepet alla trasmissione Uno, Nessuno, 100Milan. E tra le tante domande sulle quali hanno chiacchierato, una era sul recente atto di protesta inscenato da due attiviste al museo Louvre, che hanno imbrattato con una zuppa il vetro della Gioconda. Queste persone, a quanto capisco, cercano di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su questioni climatiche, eppure ti confesso che ho fatto fatica a trovare più di un trafiletto sui principali giornali. Segno che oramai queste azioni lasciano il tempo che trovano, e che la gente comune ha imparato a considerarle semplice rumore di fondo da ignorare. Insomma, alla fine gli attivisti hanno ottenuto l’effetto contrario a quello sperato, come io sospettavo da tempo. In Italia, il gruppo più in vista è sicuramente Ultima Generazione, che ha imbrattato monumenti, bloccato strade ed organizzato azioni di protesta in giro per lo Stivale. Però quando sono andato sul loro sito a cercare di capire cosa vogliono, ho trovato solo poche idee ma confuse, come si dice in questi casi. E sembra pensarla così anche Paolo Crepet. Leggi il resto : Ultima generazione

Arancione o Addormentato, non importa

La scorsa settimana si è svolta in Iowa (ma ‘ndo cavolo si trova sto Iowa, qualcuno lo sa, senza chiedere a Gugulù?) la prima tornata di elezioni primarie degli Stati Uniti, che si concluderà, se non erro, a Giugno, incoronando i due candidati alla presidenza del Paese dell’aquila calva. Si votava soltanto per il partito repubblicano, ed ovviamente Trump è stato proclamato il vincitore assoluto. Leggendo i vari editoriali sull’argomento, ho notato quasi un senso di stupore tra gli autori, come se in un certo senso nessuno si aspettasse che questo sarebbe stato il risultato di questo esercizio di facciata. C’è chi dà la colpa al meteo, particolarmente rigido, che avrebbe scoraggiato molti elettori a presentarsi alla riunione (già, il voto tramite caucus è un retaggio dell’America del Far West, ma questa è una storia che merita un post a parte), c’è chi critica le scelte degli avversari di Trump di concentrarsi su questioni che non suscitano l’interesse degli elettori. La verità, secondo me, è che il copione è stato già scritto dai capi del partito, e noi elettori non siamo altro che pedine nelle loro mani. Però poi vengono a scassarmi i cabbasisi perché le elezioni in Russia sono pilotate. Leggi il resto : Arancione o Addormentato, non importa

I guerrieri delle tastiere uccidono davvero

I nuovi social media, sin dall’inizio, si sono proposti come una piattaforma per la condivisione di esperienze. Ben presto ci si rese conto che potevano diventare terreno fertile per comportamenti dannosi e minacce online. Ho scritto nuovi perché, prima dell’avvento di blog e piattaforme come Facebook e soci, esistevano altri ambiti di ritrovo virtuale, come Usenet, accessibili ad un ristretto numero di utenti, prevalentemente nell’ambito accademico. In questi contesti, comunque, il gruppo che si formava era più importante del singolo individuo, ed i protagonismi e gli attacchi personali erano solitamente circoscritti all’interno di quella stanza, se così possiamo dire. Con l’avvento dei social e dei cellulari intelligenti, le cose sono cambiate radicalmente, ed è stato messo in mano ad ognuno di noi un megafono anonimo che ci consente di amplificare e rendere pubblica la nostra stupidità collettiva. Allo stesso tempo sono nati gli influencer. Nient’altro che agenti di commercio che sfruttano il nuovo mezzo social per rifilarci pandori a centinaia di euro, facendo leva sulla stessa stupidità collettiva che identifica la felicità e lo status sociale nell’appartenenza ad un gruppo: se io compro il pandoro firmato, posso far vedere a tutti che sono una persona felice. Leggi il resto : I guerrieri delle tastiere uccidono davvero

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