due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 2

Abbiamo rovinato un’intera generazione

Citavo qualche settimana fa un articolo sulla condizione psicologica di molti giovani italiani, i cosiddetti neet, ovvero coloro che non studiano e non cercano lavoro. Centinaia di migliaia di adolescenti che, stando all’autore, stanno attraversando una crisi esistenziale molto più drammatica di quella che abbiamo dovuto affrontare noi ed i nostri avi alla loro età. Ed a quanto pare il Covid stavolta non è neppure l’origine dei loro mali: il problema affonda le sue radici in una cronica mancanza di prospettive e di punti di riferimento culturali, religiosi e sociali. Ne avevo già parlato l’anno scorso, quando riflettevo su come noi genitori spesso finiamo per danneggiare i nostri figli insegnando loro che possono ottenere quello che vogliono sempre e comunque, anche quando non s’impegnano. La cultura del “vincono tutti”, che poi si scontra con l’amara verità dei fatti della vita adulta, lascia impreparati questi ragazzi ad affrontare emozioni come la sconfitta, il disappunto e l’accettazione di non essere perfetti. Leggi il resto : Abbiamo rovinato un’intera generazione

I balli di gruppo internazionali

Come dicevo circa un mesetto fa, da quando ho iniziato a lavorare per l’Università della California in smart working, come dite voi in Italia, la mia giornata tipo segue un ritmo ben preciso e costante, al quale mi sono ormai abituato. Perché, come cantavano un tempo Elio e le Storie Tese, in fondo io sono abitudinario (… leggo la targhetta sopra l’ascensore, qual è la capienza, quanti chili porta, poi si apre la porta e non lo so già più). Qualche settimana fa, uno dei conduttori dei podcast che ascolto la mattina mentre lavo i piatti e rassetto la cucina, Leonardo Manera, ha fatto un monologo che ho condiviso in pieno, e che quindi ho deciso di conservare qui a futura memoria. Tema dell’intervento: la stucchevolezza dei balli di gruppo. Non voglio rovinarti la sorpresa, quindi ti lascio scoprire cos’ha detto qui di seguito. Dico solo che mi fa piacere vedere che non sono l’unico italiano a pensarla in un certo modo 🙂 Leggi il resto : I balli di gruppo internazionali

La storia non sembra averci insegnato nulla

Sembra quasi incredibile, ma oggi è un anno esatto dall’inizio del conflitto scatenato dai russi in Ucraina. Incredibile perché ancora non riesco a capire come, in un’epoca dove pace e prosperità dovrebbero farla da padrone, grazie al progresso tecnologico degli ultimi duecento anni, invece preferiamo ammazzarci a vicenda per controllare le poche risorse che questa roccia che galleggia nell’universo ci mette a disposizione. A quanto pare studiare la storia sui banchi di scuola, come dicevo nel titolo qui sopra, è stato tutto tempo sprecato, visto che continuiamo a commettere gli stessi errori over and over again. L’altro giorno ho trovato un video in rete che riassume quest’idea in maniera semplice ed efficace, elencando il numero di morti per ogni nazione causati dalla seconda guerra mondiale. Premesso che non ho verificato i numeri di persona, la dimensione di quelle cifre colpisce come un pugno allo stomaco alla sprovvista. Leggi il resto : La storia non sembra averci insegnato nulla

Che bello il protezionismo linguistico

Gli avventori di vecchia data che frequentano questo piccolo rifugio virtuale disperso nella rete sanno del mio disprezzo (si, direi proprio disprezzo) per le invasioni di parole inglesi a danno della nostra bella lingua. Nel mio caso, lavorando nel settore informatico, si è spesso trattato di una tortura quotidiana nel dover sentir pronunciare parole come shiftare, scrollare, backuppare e chissà quali altri inguardabili termini tecnici. Pare che negli ultimi decenni, la situazione sia peggiorata, ed ormai concetti come spending review, welfare, lockdown e smart working sono entrati a far parte del parlato comune da chiacchiere da bar. E pazienza se con questo intervento darò a chi è rimasto sdegnato dopo il mio post sul voto, più motivi di pensare che io sia soltanto uno sporco fascista. Leggi il resto : Che bello il protezionismo linguistico

E se Cospito fosse stato un fascista?

Leggo sbalordito i dibattiti sull’ultima notizia che anima i salotti (reali e virtuali) del Belpaese: lo sciopero della fame del brigatista Cospito. Leggo che ci sono scuole occupate da studenti simpatizzanti, proprio in questo periodo dove studiare è possibilmente l’unica cosa che può salvare i giovani dal baratro che si trovano davanti. Leggo le polemiche sul regime del carcere duro, e su come forse il 41 bis andrebbe abolito, perché non possiamo trattare in questo modo i poveri carcerati. Ma come, qualche settimana fa tutta l’Italia si ritrovava a gioire per l’arresto di Matteo Messina Denaro, ed ora è già acqua sotto i ponti, tutto dimenticato nel vorticoso fluire di notizie che ci frastornano ogni giorno? Quello che mi lascia basito, comunque, è la solidarietà mostrata da certi politicanti nei confronti di questo signore che ha gambizzato un uomo nel 2012, mica negli anni di piombo. Leggi il resto : E se Cospito fosse stato un fascista?

Qualcuno ha esperienza con la Neos Air?

Non dirlo a nessuno, ma stiamo meditando l’idea di venire per qualche settimana in Italia quest’estate. La decisione non è ancora definitiva, visti i costi spaventosi dei voli per raggiungere il profondo sud dello Stivale, dove vive la mia famiglia. Di solo volo spenderemmo Più di 6.000 dollari in quattro, e senza contare autonoleggio e spese varie durante la nostra permanenza. Insomma, una spesa importante, specialmente di questi tempi in cui si vedono solo vacche magre. Allora ho iniziato a spulciare i vari siti a cui mi rivolgo in genere per scovare qualche promozione: Google Flights e SkyScanner. Cerca che ti ricerca, è venuta fuori una compagnia aerea italiana che sinceramente non conoscevo, la Neos Air. Che sembra proporre voli a prezzi stracciati (considerati i tempi) da New York a Milano, a circa 800 dollari andata e ritorno. Così sono andato a leggere le recensioni in rete, per capire se questa compagnia fosse simile a quella del volo charter che Paolo Villaggio ed i suoi stimati colleghi presero in uno dei suoi memorabili film, Pappa e Ciccia. Ed in effetti ho trovato palate di commenti negativi a tutto spiano, che criticano dal personale di bordo scortese e scorbutico (proprio come nel film!) a ritardi e cancellazioni, e spese aggiuntive comparse dal nulla al momento dell’imbarco. Ora, va bene risparmiare, ma a tutto c’è un limite. Ed eccomi qui a rivolgermi ai miei piccoli lettori: tu hai qualche esperienza con questa compagnia?

Perché il Presidente americano non può cadere?

E dopo aver parlato del governo italiano, non potevo non gettare un’occhiata a quello che succede su questa sponda dell’Atlantico. Nel pormi la domanda del titolo non mi riferisco ovviamente al senso letterale del verbo, anzi da quel punto di vista quell’allocco di Biden è già caduto più di una volta. Penso piuttosto a questa inusuale forma di presidenzialismo presente qui negli Stati Uniti, dove può accadere che il comandante in capo sia di un partito, ed il parlamento abbia una maggioranza (a volte anche netta) dell’altro partito. Il cosiddetto divided government, come lo chiamano quelli che hanno studiato. Già, non dimentichiamo che nel Paese a stelle e strisce esistono soltanto due partiti, al contrario della maggior parte delle democrazie europee e nel resto del mondo. Due partiti che si spartiscono, stando ai recenti risultati usciti dal voto, più del 70% dell’elettorato americano, annullando di fatto ogni speranza che si possano intravedere all’orizzonte nuove coalizioni alternative. Ovviamente non ci sarebbe nulla di male ad avere solo due partiti se i rossi repubblicani di destra ed i blu democratici liberali (al contrario dei colori in Italia, giusto per aumentare la confusione), giocassero in maniera pulita e nell’interesse del bene del Paese. Leggi il resto : Perché il Presidente americano non può cadere?

Facciamo il punto sul governo Meloni

Passeggiando per Blogolandia vedo tanti miei concittadini virtuali esprimere la propria opinione da intellettuali liberali sull’attuale governo, allora ho pensato oggi di essere la voce fuori dal coro, e condividere il mio parere basato non tanto sull’ideologia politica, ma sui fatti di quello che è stato finora messo in pratica da Giorgia Meloni. Giusto per mettere subito le cose in chiaro, io in passato ho votato persino Bertinotti, e questo dovrebbe farti capire quanto poco m’interessi il colore di un partito quando valuto il programma e le azioni di un governo. Perché alla fine, non importa che siano rossi, blu, gialli, verdi oppure a righe: importa che mandino avanti il Paese senza lasciarlo in balia dei parrucconi delle altre nazioni europee e mondiali che, ovviamente, pensano soltanto ai propri interessi e poco al bene comune. Visto che sono passati tre mesi dall’insediamento, mi pare opportuno fare un primo tagliando su quello che hanno fatto finora. Leggi il resto : Facciamo il punto sul governo Meloni

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