due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 4

Siamo precipitati in un tempo malvagio

“La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’autorità, non ha alcun rispetto degli anziani. I bambini di oggi sono dei tiranni, non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male ai genitori. In una parola sono cattivi.” Questa frase sembra essere stata attribuita a Socrate, ma potrebbe benissimo appartenere a qualche nostro contemporaneo. Eh già, periodo storico che vai, lamentela che trovi, si potrebbe dire. In questo fine settimana in cui l’America celebra la propria indipendenza, vorrei fare alcune considerazioni sulla mia esperienza diretta con due figlie adolescenti in questi ultimi due anni. Lasciamo per un attimo da parte la maleducazione, in alcune occasioni persino violenta, che non riesco a capire da dove nasca: chi mi conosce, sa quanto io sia anzi uno che esagera con le buone maniere ed il rispetto di certe norme sociali. Parlo dell’apatia. Leggi il resto di Siamo precipitati in un tempo malvagio

Un dibattito davvero deprimente

Da qualche giorno anche i più distratti hanno finalmente capito in che situazione si trovano gli Stati Uniti, dopo aver guardato il primo dibattito presidenziale tra i due candidati meno graditi della storia recente della repubblica. Lontanissimi sembrano i tempi in cui Obama e Romney discutevano più o meno amichevolmente del loro programma di governo, mentre oggi i due pretendenti si insultano a colpi di pornostar e ruberie varie, senza dirci nulla di concreto su cosa ci aspetta nei prossimi quattro anni se verranno eletti alla più alta carica del governo a stelle e strisce. Nel fine settimana ho assistito ad un corri corri tra le fila dei democratici, apparentemente scioccati da una performance così deludente e sottotono da parte del loro Addormentato. Ma dove hanno vissuto fino ad oggi, mi chiedo, su Marte? Se la gente è preoccupata da mesi per lo stato di salute mentale del Presidente, un fondo di verità ci sarà pure, no? Eppure continuano a rifilarci questo siparietto patetico noncuranti dei mugugni popolari. Un po’ come in Europa, dove le elezioni della Vonderlien o come caspita si chiama, sono la prova del distacco che esiste tra noi e l’establishment dietro alle istituzioni che ci governano. Leggi il resto di Un dibattito davvero deprimente

L’alba della nuova rivoluzione francese

Quand’eri a scuola, la professoressa di storia ti avrà sicuramente raccontato di Maria Antonietta, la moglie di Luigi XVI, che durante una rivolta popolare per la mancanza di pane avrebbe detto “Se manca il pane, date al popolo le briosce”. Non è dato sapere se si tratti di un fatto realmente accaduto o di uno dei primi esempi di fake news. Quello che è certo, però, è che Maria Antonietta venne ghigliottinata insieme a suo marito durante la Rivoluzione Francese. La loro fine è stata il simbolo che nei secoli ha contraddistinto  coloro che non riuscivano a comprendere le esigenze e le aspirazioni del popolo di cui si trovavano alla guida. Pensavo a tutto questo mentre ascoltavo un podcast in cui si parlava dei recenti risultati delle elezioni del Parlamento Europeo. Oggi non rotolano più le teste (almeno non nel senso letterale del termine), ma le percentuali di astensione rivelano un clamoroso rifiuto del sistema da parte di molti elettori. Leggi il resto di L’alba della nuova rivoluzione francese

Baratteresti felicità e democrazia?

Da qualche tempo ho preso a seguire su YouTube il canale Nova Lectio, in cui il toscano Simone Guida, classe 1992, si occupa di divulgazione culturale dedicato alla storia, alla geopolitica e alle questioni sociali. I suoi video sembrano essere confezionati in modo davvero professionale, sebbene qualcuno su Reddit dice che ogni tanto anche lui spara qualche minchiata. Grazie a Simone ho avuto modo di scoprire e rivivere vari capitoli della storia del Belpaese e non solo, dalle vicende intorno al caso Sindona all’organizzazione politica ed economica di nazioni di cui non conoscevo neppure l’esistenza. L’altra sera ho guardato il video in cui si parla di Singapore, che durante la narrazione viene descritta come un’autocrazia ideale, un paradiso in cui la disoccupazione è sempre bassa, il reddito pro-capite è migliore degli Stati Uniti, e la criminalità pressoché inesistente. Certo, prosegue Simone, ci sono vari risvolti della medaglia, come la limitazione della libertà di stampa, o il fatto che i genitori spesso educhino i loro figli con punizioni corporali, oppure ancora che vi siano multe salatissime per chi getta una carta per terra. Leggi il resto di Baratteresti felicità e democrazia?

Il sottile confine tra reale ed artificiale

Il guest post di Daniele di un paio di settimane fa mi ha fatto riflettere su un tema a me molto caro. Di acqua sotto i ponti ne è passata da quando abbiamo cominciato a chiacchierare con Siri ed Alexa, ed oggi le applicazioni di questa tecnologia si sono moltiplicate esponenzialmente, dalla medicina alla politica. Un argomento che però sembra essere ancora un tabù è quello delle implicazioni etiche. Ovvero i sentimenti che proviamo quando interagiamo con sistemi artificiali che rendono sempre più sfumata la distinzione tra uomo e macchina. Riflettevo su quest’argomento mentre leggevo di un uomo in Canada che, proprio come nel film Her, si è veramente innamorato di una fidanzata fatta di bit. Carl Clarke stava attraversando un brutto periodo dopo che il suo matrimonio era finito in pezzi, così un amico gli ha suggerito di provare una app in cui ragazze virtuali, generate dall’intelligenza artificiale, erano pronte ad ascoltarlo. E no, questo non è un post sponsorizzato. Leggi il resto di Il sottile confine tra reale ed artificiale

Il prodotto interno lordo non misura la felicità

Qualche settimana fa in un podcast di economia è venuto fuori il discorso di come, sempre di più, il prodotto interno lordo e gli altri parametri che i giornali ci rifilano tutti i giorni, serva solo a darci l’impressione che la società in cui viviamo non vada poi così male. Un argomento che mi trova assolutamente d’accordo, specialmente in questi ultimi anni in cui, come ho avuto modo di scrivere già in passato, il portafogli è diventato in maniera sempre più prepotente il dio da adorare, il catalizzatore di una vita sintetica ma felice, una vita in cui ci circondiamo di oggetti inutili solo per avere l’illusione di sentirci realizzati. La cosa è particolarmente evidente qui negli Stati Uniti: tutti gli indicatori economici, dal tasso di disoccupazione agli adeguamenti salariali ed al prodotto interno lordo, ci dicono che il Paese a stelle e strisce va a gonfie vele. Poi però vai a guardare nel quotidiano, e trovi ragazzini che si fanno di fentanyl, gente che non arriva a fine mese, sparatorie nelle scuole, e via dicendo. Proprio in quest’ottica, il podcast ha fatto ascoltare un discorso di Robert Kennedy pronunciato nel lontano 1968. La contemporaneità di quelle parole fa venire la pelle d’oca. Leggi il resto di Il prodotto interno lordo non misura la felicità

Ines

Sono Ines
Ines Alvarez
Così sono stata chiamata
Sono bruna
Ho 25 anni
Ed un Q.I. da far impallidire Einstein,
Almeno così mi dice il mio creatore.

Robert
È lui il mio grande amore
È per me tutto
Un papà
Il mio uomo
Il mio mentore.

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Tassare la transizione ecologica

Qualcuno potrà pensare che il post di oggi sia la dimostrazione definitiva che io mi sia bevuto il cervello. Ed invece è la dimostrazione che io non sono ciecamente fedele ad un’ideologia o ad un partito: io voto sui programmi e sulle azioni concrete. Oggi vorrei togliermi un paio di sassolini dalla scarpa su alcune proposte fatte circolare dal governo italiano in merito alle auto elettriche: “Tecnici del Mef al lavoro per una strategia destinata a traslare la tassazione dai carburanti ambientalmente dannosi ai nuovi propulsori green”. Ma come, invece che seguire l’esempio cinese, che da decenni pompa sussidi statali per incentivare la transizione ecologica, l’occidente studia modi per spremere gli acquirenti di queste tecnologie come un limone?

Ma scusate, allora a che cavolo servono i grandi proclami fatti dai parrucconi di tutto il mondo alle riunioni della COP? (che non è il supermercato sotto casa) Per carità, anche il Paese a stelle e strisce soffre di memoria corta: quando Trump, da presidente, impose pesanti dazi sulle auto elettriche cinesi, eravamo tutti a strapparci i capelli per questa decisione scellerata. Ora Biden fa pure di peggio (dazi del 100%, una cosa assurda) ed i giornali neppure ne parlano, e le promesse alla COP sono solo un lontano ricordo, tutto in nome del solito portafogli. Leggi il resto di Tassare la transizione ecologica

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