Sin dai tempi del liceo, devo ammetterlo, non sono mai stato un assiduo consumatore di spinelli e roba simile. Qualche canna ci potrà anche essere scappata, più per vedere l’effetto che fa, come cantava una volta Jannacci, ma nulla di serio. Il fumo non mi ha mai attratto più di tanto, e poi visti i costi delle sigarette, almeno qui in America, non proverei gusto a mandare letteralmente in fumo 15 dollari a pacchetto. Ma questo non vuol dire che io abbia il diritto di giudicare le scelte altrui in quest’ambito. Perché quando ci si infila nel tunnel delle critiche a questo o a quel vizio, non se ne esce mai vincitori. Ed è per questo che sono rimasto sorpreso dalla scelta del governo Meloni di inasprire le pene per la produzione e vendita della cosiddetta cannabis light, ovvero la canapa a basso contenuto di THC, l’ingrediente che fa “sballare” chi lo consuma.
(dall’articolo del Sole 24 Ore) L’obiettivo dichiarato è quello di «evitare che l’assunzione di prodotti da infiorescenza della canapa possa favorire – mediante alterazioni dello stato psicofisico – l’insorgere di comportamenti che possono porre a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale».
No scusa, ed il vino allora? Dobbiamo pensare che il governo, seguendo lo stesso principio, presto metterà al bando i pregiati vini italici di cui ci vantiamo tanto in giro per il mondo? La solita ipocrisia, che quando si tratta di penalizzare la cannabis, è ancora più comica e triste allo stesso tempo. Ma la cosa che mi lascia più amareggiato è che in genere un governo di destra dovrebbe proteggere i datori di lavoro. Ed invece, in questo caso, molte aziende che si occupavano di produrre e commercializzare i prodotti in questione, si sono viste tirare il tappeto da sotto i piedi. Con tanto di arresti per spaccio di droga nei confronti di esercenti che pure avevano fatture e bolle di consegna dei prodotti regolarmente tracciati. E poi ci si chiede come mai in Italia passa la voglia di aprire nuove aziende.
Devo ammettere che in questo caso il governo ha proprio toppato.
Commenti
Paolo ha scritto:
Sono le battaglie del piffero di Salvini. Arrivano a vietare anche la coltivazione di piante che non hanno quantitativi di principi attivi apprezzabili usate in filiere produttive del tutto estranee a quelle “ricreative”.
Per il vino è tutto l’opposto. Il governo si è fermamente opposto all’iniziativa europea per mettere sull’etichetta scritte sui danni del consumo di alcol.
Risposte al commento di Paolo
camu ha scritto:
Immaginavo che ci fosse dietro quel simpaticone di Matteo. E poi si stupiscono se la piccola criminalità fa affari d’oro con la vendita illegale. Il proibizionismo non ha mai funzionato, è nella natura umana voler sfuggire con qualche vizio al logorio della vita moderna. Ma questo concetto in quella testa minuscola, non entrerà mai.