Chi l’ha detto che la musica “unz unz” non può essere anche educativa a volte? Chi mi conosce “dal vivo” sa che mi piacciono i ritmi tipici da discoteca, e quindi ascolto spesso radio come m2o o altre sullo stesso stile. Una trasmissione che reputo particolarmente “educativa” si chiama Real Trust, una storia vera raccontata in un’ora a tempo di musica. In pratica tra un brano e l’altro, un narratore racconta pezzi di una storia presa dalla realtà: dalla nascita della P2 con Licio Gelli, al viaggio del Titanic. L’altra sera è stata la volta di Orson Welles.
Personalmente non conoscevo i fatti, sebbene avevo già più volte sentito parlare della Guerra dei Mondi, compreso il recente film americano sul tema. Tutto iniziò praticamente per gioco: il ventitreenne Orson, affamato di gloria e spinto dai continui insuccessi della sua trasmissione radiofonica, decise di “mettere in scena” una invasione aliena. Simulando una vera e propria telecronaca dello sbarco marziano nello stato del New jersey. Il risultato fu fin troppo realistico, andando oltre le aspettative dell’autore stesso e terrorizzando molti ascoltatori, che credettero realmente ad uno sbarco da parte di extraterrestri.
Dovette intervenire persino il governo degli Stati Uniti a smentire la notizia, oramai diventata “reale” per la popolazione. Ci vollero settimane, se non addirittura mesi, prima che tutto rientrasse nella normalità. Alcuni, colti dal panico, addirittura decisero di suicidarsi prima di essere catturati e torturati dal nemico invasore. Per Welles furono momenti difficili. Ma ancora oggi, questo episodio viene spesso riportato nei trattati scientifici, perché rappresenta una vera “sperimentazione sul campo” degli effetti dei mezzi di comunicazione di massa sulla gente.