due chiacchiere

Nessuno vuole più insegnare in America

La notizia è di qualche settimana fa: in America c’è carenza di insegnanti un po’ ovunque. La cosa, a dire il vero, non mi stupisce più di tanto: tra salari da miseria, continue sparatorie, genitori che hanno in mano tutto il poter, e le scarse possibilità di carriera, chi si sognerebbe mai di impelagarsi in una professione che causa più acidità di stomaco che altro? Quegli eroi che resistono in trincea, come Sunshine, non lo fanno per la gloria o per la ricchezza: l’unico motivo che li spinge ad affrontare una trentina di scolari scalmanati ogni santo giorno è il desiderio di aiutare quelle piccole menti a costruirsi un futuro. Una missione sociale in cui, nonostante tutto, credono in maniera indefessa. Se poi aggiungiamo che in molte città americane, gli insegnati di colore sono ancora più difficili da trovare, causando quella dissonanza cognitiva tra gli studenti neri che non riescono a rapportarsi con un docente bianco, si capisce benissimo come la situazione sia più critica di quello che le notizie lasciano intravedere.

Il problema, almeno nel Paese a stelle e strisce, è in buona parte causato da quelli che il Washington Post ha definito i genitori martello pneumatico, che non si fanno problemi ad intromettersi tra alunno ed insegnante, per esprimere la propria opinione su qualsiasi cosa. Con l’avallo del dirigente d’istituto, che pensa spesso solo alla sua poltrona. Persino nel ridente paesello in collina dove abitiamo, stiamo notando un problema nell’attrarre insegnanti qualificati, anche a causa del nostro provveditore (qui ogni comune ha il suo provveditore, vedi che spreco di soldi!) che in molti considerano una pessima manager. Da quello che leggo sulle pagine dei miei vicini di blog, mi sembra di capire che la situazione in Italia non sia poi molto più rosea. Il che mi lascia perplesso su come stiamo preparando la generazione che ci seguirà ad affrontare la vita, a maturare e prendersi le proprie responsabilità da adulti.

Commenti

  1. ha scritto:

    Non stiamo preparando nessuno … non ci interessa.
    Non pensiamo che i ragazzi di oggi saranno i medici del nostro futuro, gli ingegneri dei device che potranno farci vivere meglio la vecchiaia. Non stiamo pensando neanche a noi stessi, egoisticamente…

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu
      ha scritto:

      Hai perfettamente ragione. Proprio ieri leggevo questa notizia, che secondo me è un chiaro segnale che le scuole secondarie stanno sfornando un sacco di teste vuote a cui interessa solo fare balletti su TikTok. Qui esce fuori il mio alter ego complottista, secondo cui TikTok è uno strumento di “instupidimento” di massa creato dalla Cina per distruggere in questo modo le prospettive dell’occidente, intrappolando questa generazione in un social che continua a distrarli dal vero obiettivo.

      Considera poi che qui in America, almeno nello stato dove abitiamo noi, non esiste il concetto di bocciatura nelle scuole dell’obbligo. Quelli che vanno proprio male vengono affiancati da un’insegnante di sostegno che li aiuta a tenere il passo con il resto della classe, anche quando non ne vogliono sapere neppure con le cannonate. Quindi arrivano alle superiori ragazzi che spesso sono indietro e non hanno una base solida per continuare i propri studi.

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