due chiacchiere

Le auto elettriche e l’infrastruttura insufficiente

Tante cose nel Paese a stelle e strisce, negli ultimi anni, sono diventate appannaggio di questo o quel partito politico in maniera spesso estrema e senza possibilità di confronto dialettico. Democratici e repubblicani sembrano seguire un copione scritto da chissà chi, ogni volta che interagiscono su un determinato argomento. Le auto elettriche sono uno dei tanti esempi di questo fenomeno: spesso mi sono imbattuto in post su Facebook dove masse di boomer di destra recitano la solita litania di motivi per cui le detestano, vantandosi dei loro SUV da 5000 cc turbo aspirati che consumano un litro di benzina ogni volta che tocchi il pedale dell’acceleratore. Uno degli argomenti che spesso tirano fuori è quello dell’inadeguatezza dell’infrastruttura di distribuzione dell’elettricità, e del fatto che se tutti avessimo un’auto elettrica, il sistema collasserebbe nel giro di pochi minuti.

Come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. E proprio come un lupo attempato, anch’io mi diverto a punzecchiare questi repubblicani inquinatori come ai tempi del forum di Tophost, quando prendevo in giro quelli che s’inventavano ogni scusa per pagare un euro in meno per l’hosting del loro sito. La mia risposta, in genere, conferma che in effetti l’America è molto indietro rispetto ad altre nazioni riguardo l’adozione di una smart grid, con contatori intelligenti in grado di regolare il carico ed indirizzarlo dove serve di più. Loro hanno paura che con i contatori intelligenti, lo Zio Sam si prenda il diritto di staccarti la corrente come e quando vuole, senza preavviso. Ma la verità è che la possibilità di monitorare la rete in maniera capillare può fornire indicazioni fondamentali su cosa e come potenziare il sistema.

Grazie a contatori intelligenti e all’utilizzo di software innovativi sarebbe possibile analizzare i dati raccolti in tempo reale e sfruttarli per rendere la rete ancora più efficiente, magari usando algoritmi di machine learning. Si potrebbe intervenire in anticipo attraverso la manutenzione predittiva, o individuare in tempo reale le cause di un peggioramento della performance. Una rete digitale, d’altro canto, è più sicura perché permetterebbe di ridurre i rischi. Immagina un futuro in cui droni e robot si affiancano ai tecnici sul campo per riparare guasti ed effettuare ordinaria manutenzione. Ed invece ancora nel 2023, in America basta che caschi un albero su un palo della corrente (qui i cavi s’intrufolano tra i rami degli alberi) per far saltare la corrente ad interi quartieri per giornate intere.

Una strada americana dei sobborghi con i pali che trasportano i cavi elettrici

Allora mi viene da rispondere che invece che spendere fantastilioni in armi e risorse per il Pentagono, l’America potrebbe investire nell’infrastruttura prima che collassi davvero sotto il peso delle auto elettriche. Invece si preferisce nascondere la testa sotto la sabbia (o sotto la polvere da sparo), mentre la Cina lancia progetti lungimiranti per rimanere al passo con i tempi. E pur rimanendo la fabbrica del mondo, sta lavorando alla riduzione delle proprie emissioni di anidride carbonica. L’Europa nel frattempo continua nel suo piano per forzare l’introduzione delle auto elettriche nel continente, senza pensare ad incentivi per rendere più equa l’adozione di queste tecnologie. Già, perché se ad un danese bastano pochi mesi di stipendio per acquistare una Tesla, ad un Siciliano servono quasi due anni. Ma nessuno sembra preoccuparsene al momento.

E poi non bisogna dimenticare che con i loro 50 kWh di capacità in media, le batterie delle auto elettriche immagazzinano un bel po’ di corrente, e le nuove tecnologie del litio, stando a quanto leggo, possono tollerare più cicli di carica e scarica senza grossi impatti sulla performance. Una rete intelligente potrebbe sfruttare queste riserve abilitando un sistema inverso, in cui la batteria cede corrente alla rete (generando un guadagno per l’utente) per soddisfare picchi di domanda o situazioni di emergenza, specialmente di notte. Certo, l’auto durante il giorno non rimane parcheggiata in garage, quindi non è sempre possibile alimentare l’impianto domestico in quel modo, ma è pur sempre un elemento da tenere in considerazione, specialmente se accoppiato ai pannelli fotovoltaici, i cui incentivi in America non hanno avuto molto successo.

In conclusione, mi sto stancando di vedere sempre le solite scuse trite e ritrite sul perché non dovremmo incentivare l’adozione di auto elettriche. Se collaborassimo tutti insieme per introdurre soluzioni creative, e riducessimo le spese in altri settori come quello militare, forse oggi la nostra qualità della vita sarebbe nettamente superiore.

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