due chiacchiere

I contrabbandieri di armi ringraziano

Oramai la guerra in Ucraina non fa più notizia, i riflettori si sono spostati altrove, mentre milioni di persone continuano a soffrire dall’altra parte del confine della Nato. La diplomazia internazionale, grande assente in questo conflitto europeo, continua a voler seguire la strada degli armamenti, scaricando vagonate di ogni tipo di arsenale al confine con la Polonia, senza nessun interesse a voler perseguire un approccio diplomatico e a convincere il signor Zelensky che così non si può andare avanti. Quello che mi perplime però, in questa uggiosa giornata d’estate, è che nessuno si preoccupa di cosa ne sia delle carrettate di fucili ed artiglieria varia che stiamo regalando agli ucraini.

Sebbene sia giusto non fare di tutta l’erba un fascio, non dimentichiamo che questi signori non sono proprio dei santi, quando si tratta di raggranellare qualche spicciolo vendendo armi sotto banco a loschi compratori che poi finiscono per usarle in attentati in giro per il mondo. La Nato si lava la coscienza facendo quello che ritiene giusto, ma temo che le conseguenze di come i capoccioni del mondo stiano gestendo questo conflitto le pagheremo per molti anni, non solo a livello economico e finanziario. La situazione è molto più complessa di quello che ci lasciano intravedere le notizie dei giornali. Quando Conti e Salvini ci dicono che sarebbe il caso di fermarsi un attimo a riflettere prima di approvare decisioni in merito, non hanno tutti i torti. Poi che i pentastellati lo usino come un pretesto per far cadere il governo, quella è un’altra storia da discutere in separata sede.

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