due chiacchiere

Washington: la nazione trionfa

Da tempo mi frulla per la testa l’idea di rispolverare una sezione del mio sito in cui non scrivo da tempo: quella delle “cartoline” virtualmente spedite dai posti dove sono stato, per vacanza o altri motivi. La moglie ed io abbiamo un nutrito elenco di luoghi da condividere, per i quali ci piacerebbe dare consigli, suggerimenti su cosa vedere, e via dicendo. Una specie di TripAdvisor fatto in casa, insomma. Oggi voglio ricordare la mia visita a Washington, Distretto di Columbia, Stati Uniti d’America. Un’occhiatina alla fontana dove hanno girato la scena di Forrest Gump in cui Jenny lo riconosce sul palco e cammina in mezzo all’acqua, una visitina al big Abe, cioè la grande statua di Lincoln seduto sulla sedia. Poi un salutino al presidente passando davanti alla Casa Bianca.

C’è davvero tanto da vedere in questa città che rappresenta in un certo senso il cuore strategico del mondo: dentro un edificio che vagamente ricorda il cupolone di San Pietro, il Congresso prende decisioni politiche che influenzano, nel bene o nel male, anche la nostra vita. Ma c’è anche il museo della scienza, dove i razzi della NASA fanno bella mostra di se, insieme a pezzi di Apollo tornati dalla Luna e perfettamente conservati sotto vetro. A poche centinaia di metri puoi trovare un grande giardino botanico in cui sono conservate specie di fiori molto rari e preziosi, mentre dall’altra parte della strada, vi fanno da contraltare i libri più antichi custoditi nella grande Libreria del Congresso.

Un particolare che salta subito all’occhio: l’identità nazionale trasuda da ogni muro, da ogni monumento, da ogni indicazione stradale. Credo di non aver mai visto tante bandiere tutte insieme quante ce ne sono a Washington. Il senso di appartenenza alla nazione lo dimostrano anche le tante gite scolastiche, in cui i ragazzi imparano questo o quel pezzo di storia. Da noi raramente ho visto molti ragazzi soffermarsi sotto il Quirinale, molti non sanno neppure cosa si faccia dentro il palazzo di Montecitorio. Ma questa è un’altra storia, e non mi dilungherò oltre qui.

Insomma, per concludere: mangiare un panino con hamburger alla polpa di granchio in riva al mare a Baltimora, 20 dollari. Farsi tagliare i capelli da un barbiere il cui negozio assomiglia in tutto e per tutto a quello di Eddie Murphy in “Il principe cerca moglie”, 17 dollari. Comprare la mozzarella italiana in un quartiere del Bronx (che non è poi così degradato come si pensa, almeno non tutto), 10 dollari. Guidare per 250 miglia per vedere il big ass Lincoln, 50 dollari tra autostrada e benzina a 0,60 euro al litro. Farsi due risate in un locale ascoltando un tizio che fa cabaret prendendo in giro gli aspetti della vita quotidiana americana, 10 dollari. Fare tutto questo con chi vuoi bene di più, non ha prezzo. Per tutto il resto c’è… mastercard.

Automobile d'epoca durante la parata per San Patrizio

Commenti

  1. emanuele ha scritto:

    Indovina un poco dove ce ne andiamo per un weekend di turismo……hheeheheh.

    Sai che non ho capito bene l’ultimo paragrafo ?

  2. camu ha scritto:

    @Emanuele, l’ultimo paragrafo era da intendersi nel senso che eravamo io e la moglie, e ci siamo divertiti un casino 😉

  3. Trap ha scritto:

    Bello 😀

  4. Emanuele ha scritto:

    Prima o poi ci verrò in America. Merita d’esser visitata… ma d’altronde, esistono posti sulla terra che non siano tali? Tutti in un modo o nell’altro riescono a regalare qualcosa! 😉
    Ciao,
    Emanuele

  5. camu ha scritto:

    @Emanuele, hai ragione… ecco perché ho deciso di avviare questa rubrica, per parlare di tutti i posti della terra che meritano di essere visti 😉

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