Riprendo un articolo che ho scritto alcuni giorni fa, in cui mostravo i miei dubbi sulla condizione sociale in cui viviamo noi Italiani. Ho avuto, sia nei commenti che su altri blog, un positivo riscontro: non sono il solo ad essere un po’ pessimista, meno male perché altrimenti temevo di iniziare a soffrire di manie di persecuzione. L’argomento si è allargato a considerazioni di altro tipo: politica, condizione economica, frustrazione diffusa. Prendo spunto però dalla trasmissione di Gianni Riotta dell’altra sera in seconda serata su Rai Uno, che legge la vicenda da un punto di vista altrettanto interessante: la maleducazione.
Scrive Atlantide:
Carissimo Camu, si può parlare davvero di maleducazione? O non è piuttosto quell’ansia che ci divora l’anima e che ci obbliga a fare tutto con “mordi e fuggi” senza avere più coscienza di noi stessi e di ciò che siamo? Abbiamo perso la capacità di convivere con noi stessi e così corriamo a destra e manca e tutto ciò che si frappone fra noi e il nostro arrivo tentiamo di demolirlo, fino ad arrivare ad uccidere, come nell’episodio di Erba. Il dolore del nostro nulla interiore è così forte da non poter contenere nessun tipo di manifestazione , anche quella più elementare della cartaccia.
Secondo me, le cose si intrecciano: la freneticità della vita quotidiana, la polis in cui non ci riconosciamo più come un tempo, e via dicendo. Ai tempi di Garibaldi si diceva “Qui si fa l’Italia o si muore”, il senso dell’unità nazionale cancellava ogni intolleranza reciproca tra popoli e culture. Oggi invece la televisione aggressiva, quella di Zechila che aggredisce Pappalardo minacciando addirittura la morte, quella di Sgarbi che quasi prende a schiaffi la Mussolini, oggi è questo che ci istiga a diventare sempre più cattivi. Perché lo si voglia o no, proprio quell’elettrodomestico che tutti abbiamo in casa, è diventato il nuovo veicolo del contatto con la realtà che ci circonda, soppiantando le due grandi colonne che lo hanno preceduto: scuola e famiglia. Ma forse non è ancora troppo tardi per ravvedersi. Forse.
Commenti
[…] (credo che condividano questo ottimistico pensiero lui, lei e anche lui) […]
Beh, come dici tu, la scuola e la famiglia sono stati messi da parte. Secondo me invece sono proprio la famiglia e la scuola a non darci l’educazione che ci serve! Sento spesso genitori che istigano i propri figli insegnando loro ad essere sleali. Della serie “chi si crede di essere, non ha niente più di te”. Ma la cosa che invece sento più spesso in giro è la famosa, “ma tutti sono cattivi quindi lo sarò anche io” eh beh giusto no? perché essere presi per fessi dagli altri. Se uno fa il maleducato il prossimo dovrebbe voltare la guancia dall’altra parte, ma nessuno lo fa. Finché la prima persona non si ribella e decide di non abbassarsi agli stessi livelli, non cambierà nulla.