due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 5

Pronti, partenza, via!

E così, dopo un’assenza dal suolo italiano di ben sette anni, è arrivato il momento di tornare a respirare un po’ d’aria tricolore per la famiglia Camu. A dire il vero, avevamo già quasi i biglietti fatti nel “lontano” 2020, e poi tutti sappiamo com’è andata a finire. In genere comincio a spulciare tra le offerte con largo anticipo, così dopo le vacanze di natale del 2019, avevo preso l’abitudine di consultare quotidianamente il fido Google Flights, per vedere quale compagnia aerea e volo fosse più conveniente, anche in base al calendario scolastico, alle ferie del sottoscritto e via dicendo. Poi però iniziarono ad arrivare le notizie dall’Italia di casi sospetti di una malattia fortemente contagiosa nei pressi di Codogno, e così decidemmo di aspettare un po’ prima di acquistare i biglietti. Ricordo ancora come qui in America la gente, a Febbraio di quell’anno, quasi prendeva in giro l’allarmismo europeo, e come nessuno portasse uno straccio di mascherina neppure sulla metro. Ma per me era chiaro che non si trattava di un fuoco di paglia. Leggi il resto di Pronti, partenza, via!

Crispr e l’homo evolutis

Correva il lontano 2009 quando il mio capufficio di allora mi girò il video di un intervento TED di Juan Enriquez, in cui si teorizzava l’evoluzione della specie umana in quello che lui aveva battezzato homo evolutis: un nuovo essere umano che s’impossessa del processo evolutivo e lo personalizza attraverso protesi atte a potenziare e migliorare le proprie caratteristiche. L’esempio che mi viene sempre in mente è quello di Oscar Pistorius e delle sue protesi alle gambe che gli hanno consentito di vincere tante gare in competizioni con altri corridori “normali”, se così possiamo dire. Quello che Enriquez non poteva immaginare era che qualche anno dopo avremmo assistito all’avvento della tecnica di modifica del DNA chiamata CRISPR, che ha segnato una vera e propria rivoluzione della genetica mondiale, ed ha permesso, tra le altre cose, l’accelerazione della ricerca sui vaccini contro il Covid. Leggi il resto di Crispr e l’homo evolutis

Il regime di isolamento nelle carceri americane

Ricordo ancora quando, qualche mese fa, il signor Cospito portò all’attenzione dell’opinione pubblica la severità del regime del carcere duro in Italia. Senza voler rispolverare il polverone di polemiche che si alzò in quell’occasione, vorrei fare una riflessione su come siamo messi qui in America, e sul fatto che come disse qualcuno tanto tanto tempo fa, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Già, perché da un lato facciamo presto a puntare il dito contro le pratiche dittatoriali cinesi, che tanto scalpore destano ogni volta che qualcuno viene buttato in cella in condizioni disumane, ma dall’altro ignoriamo la trave conficcata nell’occhio di molti sistemi carcerari occidentali, che certo non brillano per il rispetto dei diritti umani dei detenuti (ad eccezione dei Paesi del nord Europa, come al solito). Dell’inefficacia di quello che gli americani chiamano solitary confinement, ne aveva parlato qualche mese fa persino John Oliver nel suo show che seguo religiosamente ogni settimana. E se non bastasse, nientepopodimeno che le Nazioni Unite hanno confermato che il trattamento americano è equiparabile ad una tortura psicologica. Leggi il resto di Il regime di isolamento nelle carceri americane

Un posto bello e inutile, destinato a morire

Una delle trasmissioni storiche che ascolto in maniera quasi religiosa sin da quando ero in Italia è Focus Economia di Sebastiano Barisoni. Ogni venerdì il conduttore mette insieme quella che la redazione ha battezzato “La poco invidiabile classifica della settimana”, in cui vengono raccontate cinque notizie di sprechi, abusi, furberie e ruberie da parte, in genere, della pubblica amministrazione nelle sue varie incarnazioni, dall’Atac di Roma ai forestali siciliani, da chi ha abusato dei contributi sulle ristrutturazioni agli impiegati che si mettono in malattia ma poi vanno a fare i porno attori. Una carrellata variopinta delle mille realtà del Belpaese, dove fregare il prossimo sembra essere spesso l’unico modo per sopravvivere. La scorsa settimana Barisoni ha raccontato l’incredibile notizia di un liceo classico romano che ha rifiutato qualche centinaio di milioni di euro dal PNRR per ammodernare la propria dotazione tecnologica. Motivazione? Troppa tecnologia fa male, dicono in breve i responsabili di questa decisione. Leggi il resto di Un posto bello e inutile, destinato a morire

Non possiamo multare la ricerca

Negli scorsi mesi ho letto sui giornali italiani dell’animato dibattito sulla farina di grilli e sulle carni sintetiche, anche in seguito alla proposta di un disegno di legge per multare le aziende che osano fare ricerca in questo settore. Certo, posso capire il desiderio ancestrale di difendere le tradizioni alimentari scolpite nel nostro DNA mediterraneo, che si accompagna allo scetticismo verso gli ingredienti non sempre “salutari” che vengono impiegati per produrre questi cibi alternativi. D’altro canto ne avevo già parlato qualche mese fa, andando a sbirciare su come si muove l’equivalente mercato americano in questo settore, ed in quell’occasione avevo già condiviso il mio parere sulla necessità di investire in questi metodi alternativi, sia per motivi ecologici ed ambientali, sia per ridurre la sofferenza inflitta agli animali da macello negli allevamenti intensivi. Leggi il resto di Non possiamo multare la ricerca

Non serve vietare l’intelligenza artificiale, anzi

La notizia secondo cui in Italia sia stata vietato l’uso di ChatGPT è arrivata persino qui in America, dove tutti i massimi “esperti” continuano a dibattere sulle conseguenze che queste nuove tecnologie avranno sul genere umano. E mentre il Belpaese adotta un atteggiamento proibizionista, in Cina qualcuno affida a queste piattaforme persino la direzione di un’azienda. Quello che secondo me in molti non capiscono è che non c’è modo di fermare l’avanzata di questi strumenti, perché già sono intorno a noi in tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana, e non ce ne rendiamo neppure conto. Dalle automobili imbottite di dispositivi di sicurezza per mantenere la distanza dal veicolo che ci precede, e che frenano quando si rendono conto di un pericolo, fino ai sofisticatissimi algoritmi che comprano e vendono azioni prendendo decisioni complesse (a volte clamorosamente sbagliate) in millesimi di secondo. Dai cellulari che rimuovono i difetti dalle fotografie che scattiamo, alle aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale in modi creativi, come la funzione “gomma magica” di Canva, che sfrutta algoritmi avanzati per rendere il ritocco delle immagini un gioco da ragazzi e permette di eliminare oggetti dalle foto in un solo click, ai cervelli artificiali che controllano ogni aspetto delle nostre interazioni sui social. Leggi il resto di Non serve vietare l’intelligenza artificiale, anzi

Non ci batte più il cuore

In questo giorno di festa per il Belpaese, vorrei pescare fuori dalla pila di spunti di riflessione un breve intervento di Gramellini di qualche mese fa, che si riallaccia a quella notizia che abbiamo letto di una classe di studenti che ha deciso di rintracciare il loro vecchio professore solo e malato:

Quante volte nello svolgere azioni quotidiane ci batte ancora forte il cuore? In giro si vedono assuefazione, ossessione e finta trasgressione, ma pochissima passione. Ormai sembra che la vita si possa affrontare soltanto così: con disincanto, cinismo e sarcasmo, il fratello sgraziato dell’ironia. Ci si definisce in contrapposizione a chi si odia e si chiamano passioni i propri pregiudizi.

Si parla con la testa ad altre teste, e con la pancia ad altre pance. La parola «cuore» è stata bandita dal lessico dominante per il suo elevato tasso di glicemia. Ma la meravigliosa storia del professor Gastaldi e dei suoi eterni allievi ci ricorda che noi riusciamo a lasciare un segno nella vita degli altri solo quando siamo trasfigurati da una passione. Quando cioè quello che facciamo ci fa battere forte il cuore.

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La Cina è il leader globale dei veicoli elettrici

Mi sbaglio o questo fine settimana appena trascorso sembra aver visto pochissima attività per celebrare la Giornata Mondiale della Terra? Io intanto continuo oggi la traduzione dell’articolo di cui ti parlavo la settimana scorsa, in cui gli editori del MIT Technology Review ci raccontano di come la Cina, grazie ad una mirata politica di sostegno alle imprese ed ai contribuenti, sia diventata leader globale nel settore delle auto elettriche. Un approccio dal quale i governanti europei ed americani dovrebbero certamente prendere spunto, specialmente nell’ambito di fornire agevolazioni a coloro che vorrebbero acquistare un’auto elettrica ma non hanno le risorse economiche per gettarsi in quest’avventura. Anche perché, diciamolo chiaramente, forzare tutti a passare all’elettrico nel 2035, vuol dire esacerbare le disparità tra nazioni del vecchio continente: leggevo un esempio secondo cui se un olandese, con il suo stipendio, ci mette 6 mesi a pagare un’auto elettrica, in proporzione un italiano ce ne mette 18. E non parliamo del divario tra nord e sud del Belpaese: se un milanese ci mette 12 mesi, un siciliano ce ne metterà 24. Davvero è questo che vogliamo dall’Europa? Considerazioni a parte, eccoti la seconda parte dell’articolo del MIT. Leggi il resto di La Cina è il leader globale dei veicoli elettrici

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