due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 6

La Cina e le auto elettriche

Le auto elettriche continuano ad essere argomento di discussione sia in Europa che nel Paese a stelle e strisce: da un lato il vecchio continente che voleva imporre un cambio radicale a partire dal 2035, senza nel frattempo incentivare la decarbonizzazione del parco auto esistente, e dall’altro il governo dell’Addormentato (meglio noto come Biden), che timidamente propone incentivi di qualche migliaio di dollari a chi acquista auto elettriche, ma ponendo tanti paletti assurdi su chi può beneficiarne (limiti di reddito, provenienza delle batterie, e via dicendo). Peccato che mentre l’Occidente arranca, la Cina, che i giornali mainstream tendono solo a demonizzare per i lati negativi, già da qualche decennio si sia incamminata sulla strada della massiccia conversione del loro parco auto verso un futuro più ecosostenibile, alla faccia dei tanti trattati farlocchi (da Kyoto a Parigi) che gli altri Paesi continuano a firmare. La Cina, da questo punto di vista, è quello che potrebbe essere l’America, se quest’ultima non indirizzasse quasi metà della propria finanziaria alle spese militari. Leggi il resto di La Cina e le auto elettriche

Una frenata monetaria troppo brusca

Ne parlavo già una quindicina d’anni fa, ed a quanto pare la storia si sta ripetendo in questi mesi: la politica monetaria delle banche centrali in giro per il mondo sta mandando l’economia in tilt, rendendo la metaforica barca impossibile da governare. Per anni, già da ben prima della pandemia, hanno praticamente regalato soldi a vagonate mantenendo gli interessi bassi (come dimenticare il famoso Whatever it takes di Mario Draghi nel 2015?). Il risultato? Un’economia drogata, un po’ come ai tempi della bolla di internet degli anni Novanta, in cui migliaia di aziende hanno aperto da un giorno all’altro, assumendo allegramente senza paura di finire in bancarotta, contando sul fatto di poter attingere a continui prestiti gratuiti per finanziare le proprie idee ed i propri fallimenti. La letteratura economica in quest’ambito è molto ampia, con studiosi da ogni parte del mondo a suonare campanelli d’allarme sui pericoli di questa politica così lassista. Poi è arrivata la pandemia, ed i tassi già bassi (che quindi lasciavano poche armi alle banche centrali per rianimare l’economia), sono stati forzati ad uno zero innaturale. Leggi il resto di Una frenata monetaria troppo brusca

La storia complicata del credito sociale cinese

Ho sempre notato una tendenza della stampa italiana ed internazionale a dipingere qualsiasi notizia che arrivi dalla Cina con un tono spesso sinistro e circospetto. Si, lo so che il partito comunista che comanda da quelle parti non eccelle in trasparenza e rispetto dei diritti umani, ma lo stesso vale per tante altre nazioni (vogliamo parlare di Israele e delle recenti elezioni di Netanyahu?). Eppure su queste nessuno punta i riflettori della grande opinione pubblica. Oggi vorrei condividere la traduzione di un articolo che ho letto su Wired qualche anno fa, in cui l’autore esplorava le varie sfaccettature di un particolare aspetto del modello sociale cinese, di cui pochi hanno sentito parlare: il cosiddetto credito sociale. Negli anni, il sistema su cui si basa è stato paragonato a Black Mirror o al Grande Fratello di Orwelliana memoria. Ma le cose non sono così semplici come questi stereotipi vogliono farci credere. Leggi il resto di La storia complicata del credito sociale cinese

Abbiamo rovinato un’intera generazione

Citavo qualche settimana fa un articolo sulla condizione psicologica di molti giovani italiani, i cosiddetti neet, ovvero coloro che non studiano e non cercano lavoro. Centinaia di migliaia di adolescenti che, stando all’autore, stanno attraversando una crisi esistenziale molto più drammatica di quella che abbiamo dovuto affrontare noi ed i nostri avi alla loro età. Ed a quanto pare il Covid stavolta non è neppure l’origine dei loro mali: il problema affonda le sue radici in una cronica mancanza di prospettive e di punti di riferimento culturali, religiosi e sociali. Ne avevo già parlato l’anno scorso, quando riflettevo su come noi genitori spesso finiamo per danneggiare i nostri figli insegnando loro che possono ottenere quello che vogliono sempre e comunque, anche quando non s’impegnano. La cultura del “vincono tutti”, che poi si scontra con l’amara verità dei fatti della vita adulta, lascia impreparati questi ragazzi ad affrontare emozioni come la sconfitta, il disappunto e l’accettazione di non essere perfetti. Leggi il resto di Abbiamo rovinato un’intera generazione

I balli di gruppo internazionali

Come dicevo circa un mesetto fa, da quando ho iniziato a lavorare per l’Università della California in smart working, come dite voi in Italia, la mia giornata tipo segue un ritmo ben preciso e costante, al quale mi sono ormai abituato. Perché, come cantavano un tempo Elio e le Storie Tese, in fondo io sono abitudinario (… leggo la targhetta sopra l’ascensore, qual è la capienza, quanti chili porta, poi si apre la porta e non lo so già più). Qualche settimana fa, uno dei conduttori dei podcast che ascolto la mattina mentre lavo i piatti e rassetto la cucina, Leonardo Manera, ha fatto un monologo che ho condiviso in pieno, e che quindi ho deciso di conservare qui a futura memoria. Tema dell’intervento: la stucchevolezza dei balli di gruppo. Non voglio rovinarti la sorpresa, quindi ti lascio scoprire cos’ha detto qui di seguito. Dico solo che mi fa piacere vedere che non sono l’unico italiano a pensarla in un certo modo 🙂 Leggi il resto di I balli di gruppo internazionali

La storia non sembra averci insegnato nulla

Sembra quasi incredibile, ma oggi è un anno esatto dall’inizio del conflitto scatenato dai russi in Ucraina. Incredibile perché ancora non riesco a capire come, in un’epoca dove pace e prosperità dovrebbero farla da padrone, grazie al progresso tecnologico degli ultimi duecento anni, invece preferiamo ammazzarci a vicenda per controllare le poche risorse che questa roccia che galleggia nell’universo ci mette a disposizione. A quanto pare studiare la storia sui banchi di scuola, come dicevo nel titolo qui sopra, è stato tutto tempo sprecato, visto che continuiamo a commettere gli stessi errori over and over again. L’altro giorno ho trovato un video in rete che riassume quest’idea in maniera semplice ed efficace, elencando il numero di morti per ogni nazione causati dalla seconda guerra mondiale. Premesso che non ho verificato i numeri di persona, la dimensione di quelle cifre colpisce come un pugno allo stomaco alla sprovvista. Leggi il resto di La storia non sembra averci insegnato nulla

Che bello il protezionismo linguistico

Gli avventori di vecchia data che frequentano questo piccolo rifugio virtuale disperso nella rete sanno del mio disprezzo (si, direi proprio disprezzo) per le invasioni di parole inglesi a danno della nostra bella lingua. Nel mio caso, lavorando nel settore informatico, si è spesso trattato di una tortura quotidiana nel dover sentir pronunciare parole come shiftare, scrollare, backuppare e chissà quali altri inguardabili termini tecnici. Pare che negli ultimi decenni, la situazione sia peggiorata, ed ormai concetti come spending review, welfare, lockdown e smart working sono entrati a far parte del parlato comune da chiacchiere da bar. E pazienza se con questo intervento darò a chi è rimasto sdegnato dopo il mio post sul voto, più motivi di pensare che io sia soltanto uno sporco fascista. Leggi il resto di Che bello il protezionismo linguistico

E se Cospito fosse stato un fascista?

Leggo sbalordito i dibattiti sull’ultima notizia che anima i salotti (reali e virtuali) del Belpaese: lo sciopero della fame del brigatista Cospito. Leggo che ci sono scuole occupate da studenti simpatizzanti, proprio in questo periodo dove studiare è possibilmente l’unica cosa che può salvare i giovani dal baratro che si trovano davanti. Leggo le polemiche sul regime del carcere duro, e su come forse il 41 bis andrebbe abolito, perché non possiamo trattare in questo modo i poveri carcerati. Ma come, qualche settimana fa tutta l’Italia si ritrovava a gioire per l’arresto di Matteo Messina Denaro, ed ora è già acqua sotto i ponti, tutto dimenticato nel vorticoso fluire di notizie che ci frastornano ogni giorno? Quello che mi lascia basito, comunque, è la solidarietà mostrata da certi politicanti nei confronti di questo signore che ha gambizzato un uomo nel 2012, mica negli anni di piombo. Leggi il resto di E se Cospito fosse stato un fascista?

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