due chiacchiere

La Cina e le auto elettriche

Le auto elettriche continuano ad essere argomento di discussione sia in Europa che nel Paese a stelle e strisce: da un lato il vecchio continente che voleva imporre un cambio radicale a partire dal 2035, senza nel frattempo incentivare la decarbonizzazione del parco auto esistente, e dall’altro il governo dell’Addormentato (meglio noto come Biden), che timidamente propone incentivi di qualche migliaio di dollari a chi acquista auto elettriche, ma ponendo tanti paletti assurdi su chi può beneficiarne (limiti di reddito, provenienza delle batterie, e via dicendo). Peccato che mentre l’Occidente arranca, la Cina, che i giornali mainstream tendono solo a demonizzare per i lati negativi, già da qualche decennio si sia incamminata sulla strada della massiccia conversione del loro parco auto verso un futuro più ecosostenibile, alla faccia dei tanti trattati farlocchi (da Kyoto a Parigi) che gli altri Paesi continuano a firmare. La Cina, da questo punto di vista, è quello che potrebbe essere l’America, se quest’ultima non indirizzasse quasi metà della propria finanziaria alle spese militari.

E non sono io a dirlo, ma nientepopodimeno che il MIT di Boston. Allora vorrei condividere la prima parte della traduzione (più o meno letterale) di un loro recente articolo in merito, per controbilanciare nel mio piccolo la propaganda anti-Cinese a cui siamo oramai abituati. Sebbene questa nazione abbia tanti difetti (ma scagli la prima pietra chi non ne ha), ha anche tanti pregi, di cui si parla sempre troppo poco. Perché alla fine non dovrebbe essere un noi contro loro, bisognerebbe che tutti uscissimo da quest’ottica di contrapposizione di civiltà, che come c’insegnano migliaia di anni di storia, alla fine non porta mai a nulla di buono.

La Cina è diventata rapidamente il leader mondiale nella produzione e vendita di auto elettriche, con un aumento del numero di vendite dal 1,3 milioni a 6,8 milioni di unità solo negli ultimi due anni. Grazie a generosi incentivi governativi, sono nate una serie di case automobilistiche nazionali, che hanno continuato ad ottimizzare nuove tecnologie per soddisfare le esigenze reali dei consumatori cinesi. Ciò ha dato fiato alle vendite, specialmente tra i giovani, ed ha rafforzato la posizione della Cina sul fronte delle politiche climatiche concrete. Ma la storia di come il settore è arrivato alla situazione attuale non riguarda solo la politica statale cinese; include anche Tesla, i ricercatori cinesi ed i consumatori nel resto dell’Asia.

Una automobile sportiva elettrica cinese in un autosalone

Nel primo decennio degli anni 2000, l’industria automobilistica cinese non aveva marchi domestici in grado di competere con i produttori stranieri che dominavano il mercato. Per evitare di rimanere indietro, il governo cinese decise di investire in un settore completamente nuovo: le auto a batteria, scommettendo sulla possibilità di ottenere un vantaggio significativo in questo settore. Nonostante i rischi alti, l’investimento ha dato frutti e la Cina è diventata un leader mondiale nella produzione di auto elettriche.

I paesi che nei decenni si sono specializzati nella produzione di auto a gas o ibride, all’epoca avevano meno interesse ad investire in nuovi tipi di veicoli come le auto elettriche. In particolare, il Giappone, già in cima alla produzione di auto ibride con la loro Prius, non era interessato ad elettrificare l’industria automobilistica, crogiolandosi sugli allori: “Già produciamo auto che sono il 40% più efficienti dal punto di vista energetico rispetto alle altre. Abbiamo un vantaggio di decenni”, avranno pensato in Giappone, spiega He Hui, analista e co-responsabile regionale per la Cina presso il Consiglio Internazionale per il Trasporto Pulito (ICCT), un think tank no-profit.

Al contrario, per la Cina, investire nelle auto elettriche significava risolvere diversi problemi, come l’inquinamento atmosferico causato dall’esplosione dell’industria manifatturiera, la riduzione della dipendenza dal petrolio importato e la ripresa economica dopo la crisi finanziaria del 2008, creando una situazione ideale per Pechino. Inoltre, la Cina disponeva già di alcuni vantaggi strutturali: sebbene la produzione di veicoli elettrici implichi una tecnologia diversa, per loro fu più semplice aggiornare le catene di montaggio, ancora in erba rispetto ai giganti d’Europa, Giappne e Stati Uniti. Le capacità produttive e le materie prime a basso costo, che rappresentavano la linfa vitale per le fabbriche di auto a combustione interna, potevano essere spostate più agilmente a supportare una nascente industria dei veicoli elettrici.

Il governo cinese decise quindi di investire nelle tecnologie EV già dal 2001, quando l’elettrificazione divenne una delle priorità del Piano Quinquennale del governo. Poi, nel 2007, Wan Gang, un ingegnere automobilistico appassionato di veicoli elettrici, fu nominato ministro della scienza e della tecnologia, e questo non fece altro che accelerare lo sviluppo dell’intero comparto. Da allora, lo sviluppo delle auto elettriche è costantemente in cima alla lista delle priorità nella pianificazione economica nazionale cinese. Nel 2009, il governo ha iniziato a distribuire incentivi alle aziende del settore, per elettrificare quanto più possibile il trasporto pubblico (autobus, taxi e treni). Basti pensare che prima di questo intervento, i veicoli elettrici in Cina erano nell’ordine delle centinaia.

Con l’avvento delle sovvenzioni governative, si è assistito ad una crescita esponenziale dell’industria delle auto elettriche in Cina. I finanziamenti governativi hanno permesso alle aziende di investire nella ricerca e sviluppo, migliorando la qualità e l’affidabilità delle batterie e dell’efficienza energetica. Allo stesso tempo, i sussidi ai consumatori hanno reso i veicoli elettrici molto più accessibili da un punto di vista economico. Dal 2009 al 2022, il governo cinese ha investito oltre 29 miliardi di dollari in sovvenzioni e agevolazioni fiscali per incentivare la produzione di auto elettriche. Sebbene questi sussidi siano ufficialmente scaduti alla fine del 2021, l’obiettivo che si erano posti è stato pienamente raggiunto: nel 2022, sono state vendute più di 6 milioni di auto elettriche, più della metà dell’intero mercato mondiale.

(continua)

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