Negli ultimi anni, sempre più americani si trovano ad affrontare difficoltà economiche e sociali che sembrano non avere soluzione. Ne hanno parlato anche in Italia negli scorsi giorni: il prezzo delle uova è schizzato alle stelle, a causa dell’influenza aviaria che ha scatenato un effetto domino sfuggito di mano a chi controlla la filiera di questo bene così importante nel Paese a stelle e strisce (basti pensare alla colazione a base di uova e pancetta). L’ennesimo incidente che ha messo ancora una volta a dura prova i bilanci della gente. Ma questo fenomeno è il riflesso di un problema più ampio: quando il controllo della produzione alimentare è nelle mani di poche multinazionali, anche i beni di prima necessità possono diventare beni di lusso.
L’inflazione e la pressione fiscale stanno erodendo il potere d’acquisto come se non ci fosse un domani. Eppure non si vedono proteste, ed in perfetto stile anglosassone, la gente fa finta di nulla e continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità, caricando debiti su debiti su quei rettangolini di plastica che chissà quando saranno ripagati. Oltre il 50% degli americani vive di stipendio in stipendio, inclusi molti con redditi a sei cifre. Nonostante le entrate fiscali record (anche grazie ai dazi imposti su migliaia di prodotti dall’amministrazione Trump), il governo, per via di quel pazzo scatenato di Elon Musk, considera tagli ai programmi di sicurezza sociale e ad altri servizi essenziali. Eppure gli Stati Uniti registrano tassi di obesità tra i più alti al mondo e un’aspettativa di vita tra le più basse tra i paesi sviluppati.
Ma tornando alle uova, ora molta più gente si rende conto di come soltanto 10 grandi aziende controllano l’intera filiera alimentare del Paese a stelle e strisce. Queste multinazionali possiedono centinaia di marchi e gestiscono direttamente la produzione, la distribuzione e la commercializzazione degli alimenti. E così, invece di avere un mercato che si regola da solo grazie alla concorrenza, come teorizzava una volta qualcuno, abbiamo avuto un esempio concreto e costoso (le uova sono arrivate a costare un dollaro ciascuna!) di come la concorrenza sia limitata ed i prezzi sono manipolabili a piacimento, mentre gli amministratori delegati si fregano le mani ben contenti di farcire i loro portafogli di dollaroni fruscianti.
Nel frattempo, il debito studentesco ha superato i 1.7 trilioni di dollari, grazie ai costi della retta universitaria anch’essi esorbitanti senza alcun motivo apparente, se non per il prestigio di ottenere un pezzo di carta da un’università blasonata. Pezzo di carta che potrebbe aprirti qualche porta in più, certo, ma che nella maggior parte dei casi rappresenta una palla al piede che rallenta e demoralizza i giovani in cerca di occupazione. E c’è da dire che quel pezzo di carta, seppur costoso, spesso non è neppure degno di essere usato per pulire le scarpe di un laureato europeo.
In conclusione, in un sistema che oggi più che mai sembra progettato per favorire pochi a discapito di molti, la domanda da porsi è: cosa siamo disposti a fare per riconquistare il controllo sulle nostre vite?
Commenti
Trap ha scritto:
È lo stesso problema per cui hanno protestato qualche anno fa i contadini europei contro la UE per le sue nuove politiche agricole volte a favorire le grandi aziende.
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camu ha scritto:
Esatto. Però quando c’è da comprare 800 miliardi di armi, i soldi si trovano subito, mentre per gli agricoltori non fu fatto praticamente nulla.
Trap ha scritto:
Ora sono usciti i tanto atteso dazi. Saranno contenti gli americani di vedere che aumentano i prezzi dei loro stessi marchi, si parla dai 5.000$ si 10.000$ in più
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camu ha scritto:
E la cosa che mi manda ai matti è che su Facebook leggo molti americani contenti per i dazi, perché non capiscono, nella lora piccolezza mentale, che li paghiamo noi, non il Paese contro cui sono stati imposti. Il livello d’ignoranza e stupidità di questa nazione ha raggiunto livelli che mai avrei immaginato. Si, sapevo che gli americani non erano i più intelligenti, ma non pensavo scadessero a questo livello.